Capitolo 20

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Rachel Finnigan era stesa sul letto continuando a leggere il suo libro quando una voce proveniemte fuori dalla finestra la interruppe:
<<Che leggi?>>.
Si girò di scatto incontrando gli occhi color nocciola di James Potter.
<<Vattene via James! Vattene subito! Non puoi stare qui>> urlò trattenendo le lacrime.
<<Aspetta Rachel, lasciami parlare, volevo scusarmi, ti giuro. Te lo giuro su quello che vuoi, se mi farai spiegare ti lascerò in pace, per sempre ok? È una promessa, tu non devi fare niente, solo ascoltarmi>>.
La Grifondoro lo osservò a bocca aperta, non si aspettava una discorso del genere da parte del ragazzo che le aveva distrutto il cuore.
<<Ok, però entra sennò non riuscirò a seguire il discorso>>.
Non se lo fece ripetere due volte e si sedette sul letto della cugina, Roxenne.
<<Senti Rachel, mi sono comportato da pezzo di merda. Non avrei dovuto farlo, con te poi, avrei dovuto dare ascolto a Rob, ma non ho voluto perché pensavo che per una volta...>>
<<Per una volta cosa?>>le chiese curiosa la castana.
<<Che per una volta avessi trovato quella giusta, tu sei così bella, gentile e divertente e quando ho capito che non eri quella per me, mi sono sentito uno schifo perché ti stavo spezzando il cuore. Penso di sapere come ti sei sentita: usata. Io per la prima volta ti dico che non avevo intenzione di farti sentire in questo modo.
Magari non mi perdonerai mai perché forse non erano le scuse che ti aspettavi, oppure perché magari queste scuse non le volevi proprio. Io lo so che ti senti esclusa, che magari pensi che non troverai mai nessuno che ti completi. E sai perché lo so?>>
<<Perché?>> gli chiese asciugandosi una lacrima.
<<Perché è quello che sto provando anch'io>>.
Rachel sbarrò gli occhi:
<<T-tu stai m-m-mentedo! Lo dici solo per farmi sentire meglio!>>
<<No te lo giuro! Secondo te, sennò, perché faccio così, Rach? Perché ci provo con tutte le ragazze? Eh?>>
<<I-io. I-io.>> fece un respiro e lo guardò negli occhi <<non saprei>>.
<<Anch'io sto cercando quella giusta, capace di farmi provare quelle emozioni che di solito provano tutte quelle coppiette. Pensavo fossi tu, mi dispiace. Mi dispiace tantissimo, se non ne fossi stato così sicuro non ti avrei trattato in questo modo. Ti prego perdona questo idiota>> le fece una faccia da cucciolo.
Rachel sorrise tra le lacrime poi si avvicinò a lui e lo strinse:
<<È vero ciò che hai detto?>>
<<Ogni singola parola, ma non dirlo a nessuno, ok?>>
<<Ok>>.
Rimasero stretti per un po', poi alla castana le venne in mente una domande che le ronzava per un po':
<<Hai chiesto tu a Lucas Nott di starmi accanto e di dirmi quelle cose?>>.
James la squadrò interrogativa:
<<Eh? Hai parlato con Lucas? Perché che ti ha detto?>>
<<Oddio! Allora non capisco...perché si è comportato così con me?>>
<<Ma di che cosa stai parlando?>>.
Rachel scossè la testa chiaramente confusa:
<<Devo andare, Jam! Grazie per le scuse, le accetto! Ma ora devo proprio andare a chiarire le cose>>.
La Grifondoro si avvicinò all'amico e gli scoccò un bacio sulla guancia per poi scappare via.
Il Potter si passò una mano sui capelli, poi sorrise, aprì la finestra, balzò sulla scopa e sparì nel cielo urlando tra il vento.
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<<Rachel Finnigan, che ci fai tu qui? Non sei una serpeverde>>.
Lucas Nott la fissò, era seduto sul letto con una chitarra in mano e degli sparriti attorno.
<<Sono venuta qui per...capire>>
<<Capire? Che cosa?>>
<<Perché mi sei stato accanto per tutto questo tempo>>.
Il ragazzo sorrise e fece spallucce ritornando a scrutare gli spartiti davanti a lui.
<<Non è una risposta>> la ragazza gli si sedette accanto e osservò ciò che aveva davanti <<suoni la chitarra?>>
<<Beh, ciò che stai vedendo come lo interpreti?>> chise sarcastico.
<<Lo prendo come un sì>>.
Lucas fece scorrere la mano sulla chitarra suonando un accordo.
<<All'inizio suonavo il pianoforte, l'ho fatto per 4 anni, ma non era per me così mi sono dedicato a questo gioiellino>>.
Lei sorrise:
<<Mi è sempre piaciuto imparare, ma non ne ho mai avuto occasione>> non sapeva perché le stava confidando una cosa simile, non ne era a conoscenza quasi nessuno.
<<Se vuoi ti insegno>> suggerì il serpeverde <<su vieni qui vicino>>.
Lei fece come le era stato detto e il ragazzo le mise lo strumento sulle gambe, le guidò la mano facendole seguire dei semplici accordi.
I cuori di entrambi battevano all'unisono a causa della vicinanza.
Pian piano Rachel si dimenticò del vero motivo per cui si trovava lì e continuò a suonare la chiatarra guidata dalle dita affusolate del ragazzo.
Controllò l'orologio rendendosi conto dell'ora, la cena stava per essere servita:
<<Oh dobbiamo andare! Stasera c'è pure il tiramisù!>>.
Lui sorrise:
<<Ti piace?>>
<<È il mio dolce preferito>> confessò arrossendo appena.
<<Mmh buono, ma preferisco le crostate>>
<<Ah, non dire stupidaggini! Niente supera il gusto delicato del tiramisù!>>.
I due scesero le scale parlando di dolci senza accorgersi della strada che avevano fatto si ritrovarno davanti alla Sala Grande.
I due sedicenni si rivolsero un sorriso sincero a mo' di saluto e si separarono andando nelle rispettive tavolate.
La ragazza fu felice di riunirsi finalmente agli amici che le erano mancati da morire.
Finalmente si poteva dire che era tutto risolto.
I Malandrini stavano tornando più forti di prima.

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