trentadue.

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And I should, but I can't let you go
- coldplay

Era quasi esilarante osservare Tyler in quel momento. Coi capelli scompigliati dal vento e un pò umidi per la pioggia. Col cellulare stretto in una mano e le stesse dita che non smetteva di picchiettare leggermente sul legno di quel bungalow dove si rifugiava sempre, appena ma abbastanza da notarlo. Con quel vento che gli soffiava in faccia, quel vento che quando ti arriva addosso fa quasi male; gli occhi che facevano avanti e indietro dal telefono in una mano all'ennesima sigaretta che teneva tra le dita dell'altra, prima di portarla alle labbra e inspirare un'altra, ennesima, boccata di fumo. 
Era nervoso, dalla radice dei capelli fino a sotto i piedi.. e si vedeva. Melody lo vedeva nitidamente, nelle sigarette fumate di fretta, nelle mani che gli tremavano, e non era solo per quel vento che soffiava forte quel giorno in California. C'era nervosismo in qualsiasi cosa facesse in quella spiaggia, quella sera. Persino nel controllare il cellulare ogni manciata di secondi, per vedere se qualcuno lo avesse chiamato o gli avesse scritto. Per controllare se Luna gli avesse scritto, perchè no, non era un segreto per nessuno ormai.
Ma la cosa più divertente di tutte era cercare di contare il numero pressochè infinito di sospiri che gli lasciavano le labbra a distanza di un minuto o due l'uno dall'altro. Sospirava, prendeva fiato, fumava un paio di tiri dalla sigaretta umida, guardava il telefono, con lo schermo che non dava segno di volersi illuminare, a dirla tutta. Poi ricominciava da capo, e sospirava di nuovo.

E ad un certo punto, dopo il millesimo sospiro della serata Melody non riuscì più a trattenersi. E rise. Rise e basta, che non riusciva a fare nient'altro, guardandolo. Nient'altro che non fosse ridacchiare a mezza voce nascosta dalla manica della felpa grigia che indossava e scuoteva appena la testa. Non riuscendo minimamente a nascondere quanto potesse essere divertita da tutta quella situazione. Forse non avrebbe dovuto ridere, non avrebbe nemmeno dovuto sentirsi così divertita, ma lo era, in fin dei conti non poteva farci più di tanto se Tyler in quelle circostanze la divertiva così tanto. E in risposta ricevette uno sguardo confuso da parte del giovane, con le labbra schiuse ma che finalmente sembravano aver smesso di tremare, mentre inarcava entrambe le sopracciglia guardandola.

Perchè no, proprio no capiva cosa ci fosse di divertente. Tanto che per un attimo pensò di essersi perso qualcosa, come quando guardi un film ma non sei completamente concentrato su di esso; poi tutti scoppiano a ridere o trattengono il fiato, e tu davvero non riesci ad immaginare il motivo, perchè eri da un'altra parte.

<< sei nervoso?>> si sentì chiedere Tyler dalla ragazza, e di sarcasmo ce n'era davvero tanto, ma lui non se ne accorse. Non ci fece caso.

<< assolutamente no>> 

Fu allora che la ragazza dai capelli neri come la pece decise che era ora di smettere di nascondersi dietro la manica della felpa. Fu allora che Melody rise apertamente, con la testa leggermente lasciata andare all'indietro e il naso arricciato, un pò rosso per via del vento ma divertito anch'esso come il resto del suo viso, come tutto il resto di lei. Continuò a ridere perchè era impossibile che lui mentisse e lei non se ne accorgesse. Lo conosceva troppo bene. Aveva una luce diversa negli occhi quando mentiva. E in quel caso non c'era nemmeno stato bisogno di guardarlo negli occhi per capirlo. Bastava il tono della sua voce, e tutta la serie di segnali che le avevano fatto capire quanto fosse nervoso, qualche minuto prima, quando non si era riuscita a trattenere e aveva iniziato a ridacchiare.

<< sei un bugiardo>> continuò la ragazza, cercando di calmarsi e smettere di ridere, pressochè senza successo.

<< ti odio madonna..>> borbotttò Tyler di rimando, ancora spiazzato dalla risata di lei, ancora senza capire come lei fosse riuscita a notare che stesse mentendo, che fosse nervoso davvero.

A un passo da te  (REVISIONE)Where stories live. Discover now