trentatre.

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In quale parte del corpo ci potremmo incontrare,
senza andare lontano per poterci sfiorare
- marco mengoni


Ci aveva pensato per settimane e aveva cercato di riviverlo per giorni interi, per non dire quasi ogni singola notte dall'ultima che aveva passato con lei, in quella camera, abbracciato a quella ragazza che avrebbe voluto portare via con sè, ma quei pensieri erano pressochè niente, paragonati al poter dormire di nuovo con lei, per davvero, non solo facendo finta. E la cosa quasi assurda era svegliarsi con calma, quasi per sbaglio, ma senza ricordarsi minimamente di essersi addormentato, Ricordava l'arrivo di Luna, quanto non ci avesse creduto e quanto avesse sentito scoppiargli il cuore da dentro al petto; ricordava di averla abbracciata tanto stretta a sè che forse le aveva anche fatto male; ricordava i biscotti che avevano mangiato insieme, sbriciolando ovunque, e il film che aveva finto di guardare, perchè di distogliere lo sguardo da lei non se ne parlava. Ricordava di aver parlato con lei, tanto, e di essersi spostati nella sua camera da letto, ad un certo punto. E, seppur appena sveglio, un dialogo in particolare gli tornò in mente, facendolo sorridere mentre la mano di Luna si stringeva in automatico alla sua maglietta all'altezza del cuore. Lo fece quasi ridere, ricordare come l'avesse presa teneramente in giro, quando lei gli aveva domandato dove avrebbero dormire lei e la piccola Maya.

<< dove dormiamo io e Maya?>> gli aveva domandato, posando poi la testa sulla sua spalla mentre si limitava a guardarlo. E si, lo aveva allontanato lei, ma non aveva mai smesso di desiderare di dormire con lui una notte dopo l'altra fino a che il mondo non sarebbe finito.
E Luna non smetteva di guardarlo accorgendosi di come stava sorridendo. E non sembrava volerla smettere tanto presto, sembrava come se quel sorriso glielo avessero impresso addosso e non riuscisse a trattenerlo.

E sorrideva come un'idiota, Tyler.
E allora lui l'aveva guardata, e aveva continuato a sorridere, ma c'era qualcosa di diverso. Era evidente come stesse per prenderla in giro dicendo qualcosa che lasciava nell'aria l'illusione di avere tutt'altro significato.

<< il mio letto è abbastanza grande >> le aveva detto lentamente, con le labbra vicine al suo orecchio come poco prima, quando si erano salutati sulla porta. Luna trattenne il fiato, non si sarebbe mai abituata, nemmeno se avesse voluto, non importava quanto tempo passasse e quante volte dovesse succedere.
Ma per quanto avesse voluto rimanere così vicina a lui. Luna si costrinse ad allontanarsi almeno di qualche centimetro per guardarlo con le labbra arricciate. Avrebbe voluto dormire con lui più di ogni altra cosa al mondo ma non voleva invadergli la stanza e tutte le sue comodità. Ma quando lo vide annuire sorridendo; muovendo leggermente le sopracciglia, continuando a lasciare andare nell'aria quel pizzico di malizia nascosto, le venne spontaneo mordersi il labbro per evitarsi di sorridere troppo forte. Cercò anche di distogliere lo sguardo da lui, al sentirlo ridacchiare in risposta, doveva essere davvero tanto ridicola; evidentemente, ma poi si sentì lasciare un bacio tra i capelli e stringere un pò più forte il ginocchio che sfiorava il suo da sopra la stoffa di quei jeans. Ed era il modo del ragazzo di farle capire che non aspettava altro che un momento così con lei, che poteva sorridere quanto voleva, a lui non importava del resto. In realtà a lui piaceva, e tanto.

<< e c'è la camera di Carrie per Maya qui accanto non devi preoccuparti di nulla>>

<< giusto..>>

<< quindi resti?>>

E Luna se lo sarebbe dovuto aspettare che Tyler avrebbe cacciato quella sua aria da bambino mentre si passava una mano tra i capelli spettinati e il labbro inferiore sporto in avanti.
Senza distogliere lo sguardo dal suo pollice che aveva preso a sfiorarle il ginocchio, facendo finta di tornare a guardare chissà quale film che avevano scelto almeno un'ora prima. Non l'aveva guardato quasi per niente a dire il vero, troppo distratta a guardare lui con la coda dell'occhio, troppo occupata ad accarezzargli i capelli.
Non riuscì a non guardarlo per molto, comunque, e quando tornò con gli occhi su di lui quasi non scoppiò a ridere a qualche centimetro dal suo viso.

A un passo da te  (REVISIONE)Where stories live. Discover now