trentanove.

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This is your heart, can you feel it?
Pumps thought your veins, can you feel it?
- Bastille


Lui sapeva sempre cosa dire e lei sapeva ascoltare, che come sempre ascoltava troppo e parlava poco; lui l'aveva vista arrossire e le aveva chiesto se l'imbarazzo fosse dovuto al contesto oppure ad altro; non gli era passato nemmeno per la mente che tutto il suo imbarazzo era per lui e lui soltanto; che lei aveva sempre sentito dire che alla loro età non si può amare veramente; che aveva sempre sentito dire che bisogna avere un cuore maturo per scottarsi, per restarci sotto; aveva sempre sentito dire che l'amore è una cosa seria, è roba per adulti, e loro due la prima volta avevano riso fino a sentire il fiato mancare nei polmoni, così tanto che Luna aveva capito che aveva solo sentito un mucchio di cazzate.

Era certa che loro si fossero già conosciuti in un'altra vita, e in un'altra vita avevano concordato che si sarebbero rincontrati quella sera con la stessa giacca di pelle nera addosso, nera come il cielo che si distendeva dietro di loro, come il suo umore di sempre, come le cose che non le piaceva raccontare, che le facevano troppo male, come le loro anime forse, macchiate dalle sconfitte, forse quella sera sarebbero dovuti scappare in due direzioni opposte e invece erano rimasti li impalati tutti e due con la stessa espressione a non sentire il tempo passare, a navigare occhi negli occhi nello stesso mare.
Quella sera erano simili, forse uguali, poi in verità diversi, agli antipodi, opposti; forse si erano già incontrati nei loro sogni e le luci della festa non erano poi così forti, così ce l'avevano fatta a riconoscersi.
L'amore era nelle loro giacche di pelle nera, e l'avevano trovato e se l'erano portato dentro in due direzioni opposte, forse in due mondi opposti. 

Ma non stavolta. No, stavolta quell'amore lo avrebbe fermato nei suoi occhi e anche se lei si spostava lui la inseguiva, correva veloce.
E quando lei lo aveva rivisto quella sera lo aveva riconosciuto.

I giorni passavano ma lei ormai aveva capito che non era mai stato un gioco. Perchè quando giochi o vinci o perdi. A volte puoi pareggiare. Ma quelli come loro non pareggiano nella vita perchè danno tutto.
In fondo lo aveva sempre saputo che non era mai stato solo un gioco il loro, perchè adesso che ci ripensava, sentire la sua voce nelle parole degli altri, abbracciarlo e ritenersi fortunata, lei che si era sempre odiata. Aversi accanto fino a fare loro ogni momento. Tifare per lui anche quando le faceva male; dividere a metà il dolore, spogliarsi e poi graffiarsi il cuore; avere timore ma provare.
E non era stato solo un gioco, che poi ogni amore è un pò come un gioco. E c'è chi quando inizia dopo non vuole più finire, come chi a crescere non ci sta.
E lo sapeva che non era stato solo un gioco, perchè ora, avevano vinto entrambi. Non aveva perso, e aveva fatto bene a non arrendersi in partenza.

-

Vederlo spesso in giro per casa le piaceva e ogni volta nei suoi occhi trovava ragioni nuove per rivederlo ancora. Cercarlo, trovarlo, sorridere per motivi futili e poi tenergli la mano sotto ai tavoli dei bar. Guardarlo mentre rideva con lei, di lei a volte, di loro sempre, mentre i suoi occhi si facevano minuscoli, era sorprendente per un cuore  come il suo che non aveva mai perso nemmeno un battito fino ad ora. E ora si ritrovava così tanto in lui che a momenti si sentiva soffocare, come dentro un labirinto, così tanto dentro lui che anche adesso che era sola non riusciva a tornare dentro di sè. 
E si accorta che ormai non poteva più farci nulla, non era mai stato un gioco il loro.
E in quel momento si domandava, quando una persona appartiene ad un'altra; quando le appartiene in tutto e per tutto e le sue mani, quando sono sole, non fanno altro che cercare le mani di quella persona là; e i suoi piedi quando stanno sotto le coperte al freddo non fanno altro che avere bisogno di essere riscaldati dai piedi di quella persona là; e i suoi occhi non si sentono mai a casa, nè al sicuro, nè compresi se non quando davanti a loro ci sono gli occhi grandi di quella persona là.
Insomma, quando una persona appartiene del tutto a un'altra tanto che la sua anima ha una parte mancante e si sente nello stomaco se quella persona là s'allontana un pò. 
Quando una persona appartiene nel profondo ad un'altra smette mai davvero di appartenerle?Questo si stava chiedendo Luna mentre si rigirava tra le coperte del suo letto nella sua camera mentre un leggero venticello invernale, freddo, soffiava da quella finestra lasciata aperta solo per metà. Era la risposta era che no, non si può smettere di appartenere a qualcuno nemmeno dopo un milione di anni. Lo sapeva, lo sentiva. Lei non aveva mai smesso di appartenere a Tyler in quei due anni. E lo aveva sempre saputo, solo era difficile da ammettere. 
Ma adesso, adesso che le era tutto più chiaro si chiedeva cosa potesse fare per recuperare tutto quel tempo passato tra di loro.

A un passo da te  (REVISIONE)Where stories live. Discover now