quarantaquattro.

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Io così simile a te
a trasformare il suono della rabbia
io così simile a te
un bacio in fronte e dopo sulle labbra
- laura pausini



Avevano anche loro i propri momenti no. Quei periodi di tempo nei quali evitavano di chiamarsi o di passare del tempo insieme tutti i giorni. Quando bisticciavano per motivi stupidi  e per giorni nessuna delle due diceva più una parola. Quando una era troppo impegnata a leggere e scrivere e l'altra era impegnata agli stessi livelli con gli orari assurdi e i mille viaggi. O quando Luna finiva per essere gelosa di Holly per qualcosa che non aveva senso. Era una cosa normale tra sorelle come loro, avere uno di quei periodi.. due vite diverse, c'era la differenza di età seppur minima, e avevano cose diverse alle quali pensare, orari diversi, cose diverse da organizzare e per forza di cose si trovavano spesso lontane; quando una usciva di casa l'altra tornava dopo il lavoro, quando una diceva buongiorno l'altra rispondeva con la buonanotte e così via. Ma erano pur sempre una famiglia, nonostante tutto, nonostante qualsiasi cosa potesse mettersi in mezzo. E nel corso degli anni avevano sempre trovato il modo di passare del tempo insieme anche quando vivevano lontane, che lei era dall'altra parte del mondo in Italia, e Holly in una città immensa e molto più frenetica delle altre; ma il modo lo avevano sempre trovato nonostante anche i fusi orari impossibili.

Potevano contare l'una sull'altra, sempre. E lo sapevano, alla perfezione. Come quando pochi mesi prima la più piccola era volata dalla maggiore senza alcun preavviso, presentandosi alla sua porta e chiedendole asilo, che a casa non ce la faceva più, che li non ci sarebbe mai più voluta tornare. O come era successo qualche giorno prima quando era stata Holly ad andare da Luna abbandonando il lavoro per qualche giorno da poter dedicare solo a loro due. E non perchè fosse lei a non farcela più o a non stare bene. Era sempre la più piccola, era lei che non riusciva a vivere quel periodo dell'anno con spensieratezza. Ma alla più grande non dispiaceva, provare a fare qualcosa per aiutarla.. l'unica cosa che le dispiaceva era che Luna, come al solito, non avesse detto una parola a nessuno. Che fosse venuta a saperlo da Tyler che l'aveva vista particolarmente giù di morale e non riuscendo da solo a fare qualcosa aveva chiamato i rinforzi, aveva chiamato lei.

Non riusciva nemmeno a darle la colpa. In fondo non lo era. Era nel carattere di Luna, non chiedere aiuto. Non l'avrebbe chiesto nemmeno se fosse stata in pericolo, col mondo sul punto di finire, e l'unica persona con la quale avrebbe voluto essere ma lontana tanto da essere irraggiungibile.
Non nel minuscolo lasso di tempo che ci avrebbe messo il mondo per finire e ricongiungerle, per implodere su se stesso, distruggersi, finire e basta. 
E sapeva anche che Tyler avesse fatto tutto quello che poteva nel piccolo spiraglio nel quale lei gli permetteva di accedere; aveva visto come si comportavano insieme, e come era lui con lei.
Aveva visto i sorrisi che spuntavano sul viso di Luna senza che riuscisse nemmeno a pensare di fermarli. E aveva visto come reagiva Tyler di fronte a quei sorrisi, come li osservasse per secondi interi e venisse da sorridere anche a lui, come li registrasse e li rivivesse, all'infinito.
Li aveva visti guardarsi e tenersi per mano quasi per sbaglio e abbracciarsi come se fosse stata la prima e l'ultima volta, nello stesso momento.

E non era colpa di Luna se lei le mancava tanto da far fatica a respirare. Non era colpa di nessuno. Era solo il mondo ad essere così. Il destino. O qualunque cosa fosse a governare tutto, ad aver fatto rincontrare due ragazzi come loro che avevano faticato anche a toccarsi per un pò. 
Crudele il destino dicono.

Così Holly aveva deciso di lasciare tutto e correre da Luna senza bisogno di pensarci due volte. Non aveva fatto domande. Non aveva chiesto spiegazioni. Non aveva nemmeno chiesto il permesso. In fondo erano come sorelle, non aveva bisogno di chiedere nulla, se voleva poteva portarla via con sè, tenerla stretta dieci minuti sussurrandole che sarebbe andato tutto bene, e poi tornare alla normalità. Era così che funzionava, Holly lo faceva più che volentieri, e Luna stava sempre meglio, una volta udite le parole che aveva bisogno di sentirsi dire, anche se faceva sempre un pò fatica ad ammettere di averne bisogno. E così Luna si era trovata la più grande alla porta, un sorriso sereno sul volto, una busta di donuts che sventolava in una mano, e l'aveva ringraziata con lo sguardo, senza alcun bisogno di parlare.
L'aveva abbracciata più stretta che poteva, mettendoci dentro, in quell'abbraccio, tutta la mancanza che sentiva in quel momento. 
L'aveva abbracciata e si era sentita già meglio, anche se le era venuto da piangere e per quelle lacrime impigliate nelle ciglia avrebbe voluto chiedere scusa, senza sapere perchè si stesse scusando.

A un passo da te  (REVISIONE)Opowieści tętniące życiem. Odkryj je teraz