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«Rimani nella posa finale qualche secondo in più così avrai tempo per ristabilire l'equilibrio» gli suggerì il maestro pur sapendo che ormai, dopo tanti anni, Jimin avesse imparato come comportarsi al meglio sul palco.
Il ragazzo annuì per poi fare due profondi respiri «La ringrazio maestro..» disse voltandosi verso quest'ultimo «..volevo chiederle se ci fossero delle aule libere al momento?»
«Mi dispiace Jimin ma in questo periodo credo che sarà alquanto difficile che ce ne siano, mancano solo due settimane alla messa in scena e sai bene quanto sia caotico questo periodo» rispose sconsolato l'uomo, gli dispiaceva davvero, Jimin era il suo miglior ballerino e sapeva quanto fossero importanti per lui quei momenti, sapeva quanto fosse difficile l'essere i "migliori".

Jimin sospirò triste ma comprensivo, in effetti se lo poteva immaginare, perciò annuì e fece un breve inchino verso il suo maestro prima di dirigersi verso gli spogliatoi.
Nel corridoio notò un gruppetto di ballerine intente a parlottare entusiaste e riuscì a recepire qualche pezzo di conversazione, un po' incuriosito di cosa potesse causare tanto fermento.

«Avete notato il pianista? È così giovane! Dev'essere davvero bravo, solitamente sono tutti vecchi e noiosi!» commentò una giovane ragazza dai capelli rosso fuoco «Ed è anche molto attraente» aggiunse l'amica con un risolino.
"Il nuovo pianista?" pensò Jimin entrando nella stanza per cambiarsi i vestiti "Dev'essere il giovane che parlava con il maestro.. non ci ho fatto caso chissà" continuò con il suo flusso di pensieri cercando di rimembrare almeno il viso del ragazzo.

Intanto uscì dalla sala prove, ma prima diede un'occhiata veloce all'orologio solo per constatare che, probabilmente, Jin non sarebbe stato a casa al suo arrivo, essendo l'orario spendeva al parco.
"Accidenti, se fossi potuto rimanere per qualche ora in più di prove non dovrei già tornare il quella maledetta casa"

Era davvero frustrante, sentiva ancora il nervoso e la paura provate quella mattina scorrere nelle sue vene. Decise così che magari avrebbe prima fatto una sosta al cafè dove lo aveva portato Alexandre il giorno prima.
Ne era rimasto davvero affascinato, si respirava arte in quel luogo e magari avrebbe trovato un po' di pace, almeno per qualche momento.

Dopo qualche minuto di camminata già riuscì a scorgere da lontano l'insegna "Le Café Procope" e sentì i suoi muscoli rilassarsi all'idea di potersi riposare in uno dei tanti tavoli appartati del posto, magari con una tisana e un libro.
Pensando ai libri subito gli tornò alla mente il suo adorato fratello e si fece un appunto mentale di passare dalla libreria per ritirare dei libri, durante il ritorno verso casa.
Entrò nel locale e subito un leggero vociare arrivò alle sue orecchie, un cameriere lo accompagnò verso uno dei tavoli liberi, che si trovava proprio di fronte alla fonte di quel rumore.

Un tavolo di scrittori e poeti intenti a discutere dei temi più disparati, quasi tutti non adatti a pubbliche discussioni, ma in quel cafè ormai era abitudine. Se qualcuno avesse avuto qualche giudizio in merito sicuramente non lo avrebbe esposto qui e sicuramente non a quegli uomini dalla vita libertina, così artistica.

Jimin li invidiava, quanto li invidiava, loro erano liberi o, almeno, lui così pensava.
Lui che viveva una vita attaccato a catene invisibili che lo legavano tramite la paura al padre e al suo sogno di gloria che Jimin non condivideva.
Forse lui aveva il dono della danza, ma non sognava la fama e il denaro come invece la sua famiglia lo costringeva a fare. Sognava di poter vivere una vita felice e libera, libera di amare, di ballare e di provare gioia, libera di sbagliare senza il terrore di uno schiaffo. Sognava di sentire che, qualsiasi cosa facesse, lo faceva perchè lo voleva lui e non per accontentare qualcun'altro.

Sospirò esausto e scosse leggermente la testa come a scacciare quei pensieri assai ricorrenti. Cercò allora di rilassarsi leggendo qualche riga di un libro che amava particolarmente e sorseggiando la sua tisana.
Non si accorse, troppo preso dai suoi pensieri e dal libro, che un paio di occhi scuri si erano posati sulla sua figura dal momento che era entrato nel locale.

«Namjoon guarda..» fece un cenno nella direzione del ballerino «..è il ragazzo di cui ti parlavo»
A quelle parole Namjoon cercò di voltarsi nel modo meno palese possibile per osservare chiunque avesse stregato il suo amico, tanto da portarlo a parlarne da quando si erano incontrati, dopo il primo giorno di quest'ultimo alla compagnia.

Doveva ammettere che era davvero bello, sembrava quasi un angelo con quei capelli biondi e quel viso dai lineamenti infantili.
«Capisco, molto affascinante, pensi di parlarci?» disse riportando lo sguardo verso Yoongi, che per poco non si strozzò a quelle parole
«Sei matto? E come dovrei fare? Lui è il primo ballerino e io solo... il pianista»

Namjoon lo guardò scioccato perchè Yoongi non era proprio il tipo da farsi scoraggiare dalla semplice differenza di ceto sociale
«Non accampare scuse con me, questa cosa non ti ha mai fermato. Hoseok era figlio di un lord e tu uno sprovveduto che suonava il piano per diletto ma non mi sembra che ci siano stati problemi per questo. Almeno adesso sei uno sprovveduto con un lavoro» ridacchiò Namjoon, anche nel vedere il viso del ragazzo arrossire nel nominare la sua vecchia fiamma.
«Con Hoseok era diverso, eravamo più giovani e nessuno dei due sapeva davvero la differenza che ci divideva..» borbottò Yoongi che, per qualche momento, riportò la mente al suo ex amante.

Erano stati bravi a nascondere tutto ma non era durata nemmeno così tanto, semplicemente la gente non ebbe tempo di farsi domande che i due si erano già detti addio.
Non fu doloroso, dopotutto non ci fu amore tra i due, solo una buona amicizia e tanto sesso.
Avvampò al ricordo delle notti passate con il ragazzo. Non era più andato a letto con nessuno dopo di lui, non che non ce ne fosse stata l'occasione, contro ogni aspettativa date le strette leggi contro l'omosessualità. Semplicemente Yoongi non ci pensava, forse perchè non era più un ragazzino con gli ormoni impazziti.

Almeno finché non aveva visto Jimin ballare.
Certo non aveva pensato solo a quello, anzi, mille pensieri avevano affollato la mente del pianista dopo aver osservato le movenze del ragazzo, ma poi si era ritrovato a pensare come potesse essere amarsi tutta la notte con quel sensuale ed etereo ballerino.
Se ne era vergognato appena realizzato dove si fossero diretti i suoi pensieri, perciò fu grato a che Namjoon si era offerto di aspettarlo dopo il lavoro e andare insieme al cafè, dove uno Yoongi frustrato aveva riempito la testa del suo povero amico di questo, non più misterioso, ragazzo.

«Sarà» sbuffò Namjoon ritornando per qualche secondo con lo sguardo verso il tavolo del ragazzo che, proprio in quel momento, alzò lo sguardo incontrando quello del poeta che gli sorrise in modo velatamente malizioso. Sbuffò divertito per la reazione imbarazzata del ballerino che subito abbassò la testa rosso in viso e decise di provocare un po' Yoongi.

«Se non ci vuoi provare tu allora lo faccio io, è davvero carino» disse guardando l'amico con un ghigno, che ora lo guardava sconvolto.
«No! Cioè forse non ci parlerò subito, magari nemmeno gli piacciono gli uomini, lo sai che dobbiamo stare attenti con queste cose»
«Mmhm hai ragione in effetti, però non lo scoprirai mai se non ci parli» disse facendo l'occhiolino a Yoongi che sospirò sconsolato
«Lo so, lo so, solo in un momento più opportuno magari..»

Namjoon sorrise nel vederlo così, a dispetto della sua immagine disinvolta e disinteressata, Yoongi era più timido di quanto sembrasse.
Forse era davvero l'occasione di vedere l'amico felice, per quanta felicità si potesse mai ricavare da una relazione probabilmente clandestina date le leggi, ma gli bastava pensare di vederlo sereno, almeno una volta nella sua vita, per sorridere.

«Si ma promettimi che almeno proverai a parlarci prima che ti scappi?» e Yoongi fece un piccolo sorriso al poeta
«Promesso»

♡♡♡

Sorpresa!
Doppio aggiornamento, così vediamo un po' anche il nostro Namjoon
Buon sabato e a venerdì (questa volta per davvero) 🖤

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