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La sfortuna, che era parte integrante della sua vita, forse aveva deciso di dargli una piccola tregua per qualche tempo o almeno così credeva Jimin.
Il giorno seguente a quello dove lo aveva minacciato, il patrigno era partito per presenziare ad un incontro di lavoro di diversi giorni in Germania.

Il ballerino non avrebbe potuto sognare avvenimento migliore.
Per la prima volta, allo stress causato dallo spettacolo imminente, non si sarebbero aggiunte le pressioni di quell’uomo.
Allo stesso tempo però, purtroppo, Yoongi si era ammalato.
Nulla di grave, ma non aveva potuto partecipare alle prove, perciò i due non si erano potuti vedere.

Furono quelle le prime considerazioni che fece Jimin, ancora disteso nel letto, ripensando ai giorni prima.
Quello sarebbe stato il suo ultimo risveglio sereno, dato che il patrigno sarebbe rientrato proprio quel giorno, ma finalmente avrebbe rivisto Yoongi.

Lo aveva intravisto il giorno prima fuori dalla sala, immerso in una conversazione con il maestro.
Da quello che aveva potuto sentire, capì che sarebbe tornato il giorno seguente, dato che si era ripreso completamente.
Gli aveva lasciato i suoi spazi, non interrompendo la loro discussione, per cui quel mattino era eccitato all’idea di rivedere il bel pianista dopo quasi due settimane.
Per ultimo, era la vigilia dello spettacolo.
In conclusione, non sapeva se essere felice di quel giorno o no.

Con questi mille pensieri che affollavano la sua mente, si convinse a scendere nella sala da pranzo per consumare la colazione, più allegramente del solito, avendo deciso di concentrarsi in primis sulla felicità di rivedere Yoongi.

«Buongiorno madre, buongiorno Jinnie» fece un breve inchino verso la madre, per poi riservare un dolce sorriso al fratello, che ricambiò.
«Buongiorno Jimin, spero tu sia in ottime condizioni per domani» rispose la madre con tono freddo e guardando il figlio, che annuì, iniziando a mangiare.
«Ottimo, vostro padre tornerà nel pomeriggio, perciò questa sera vi voglio impeccabili per festeggiare il suo ritorno» continuò la donna ora guardando entrambi i figli.

La colazione continuò nel completo silenzio poi Jimin si alzò di fretta e, dopo aver salutato sia la madre che il fratello, si diresse verso la sala prove.
Appena fu davanti al palazzo prese un respiro per calmarsi.
Aveva quasi corso per arrivare e non se ne era nemmeno reso conto. Era agitato e non ne capiva il motivo, o meglio, lo sapeva, ma non poteva farsi sopraffare dalle emozioni o sarebbe apparso come un disperato.

Entrò e andò subito a cambiarsi. Appena uscì si diresse verso la sala, ma proprio davanti alla porta si ritrovò il protagonista della maggior parte dei suoi pensieri da diversi giorni ormai.
Quasi inconsciamente si passò una mano tra i capelli e si sistemò leggermente i vestiti, per poi avvicinarsi.

Picchiettò leggermente sulla spalla del pianista, che si girò velocemente per vedere chi desiderasse la sua attenzione.
Quel movimento veloce portò un’ondata del suo ammaliante profumo alle narici del ballerino, che ne rimase stregato.

“Possibile che mi sia mancato così tanto solo dopo averci parlato una volta sola?” pensò Jimin, immerso a guardare il corvino con gli occhi pieni di emozione e un dolce sorriso sul viso.

Yoongi certo non fu da meno, quella mattina si era preparato con più cura del solito, unicamente per vedere l’adorato ballerino, che non aveva smesso di affollargli la testa durante tutta la sua convalescenza.

Sorrise felice come non mai alla vista di quel dolce viso, che gli era mancato come l’aria, per poi sussurrare un leggero «Buongiorno Jimin» pieno di emozione.

Il ballerino arrossì, regalando a Yoongi un’immagine ancora più tenera del ragazzo.
«Buongiorno Yoongi, ti senti meglio?» chiese piano il biondo.
Era arrivato prima del solito solo per potersi riservare qualche minuto in più per poter conversare con il pianista e, anche se avrebbe passato quel tempo solo a contemplare il sorriso di quest’ultimo, si impose di fare conversazione, anche per non destare qualche sospetto o dubbio strano alle persone intorno a loro.

Nous SeronsWhere stories live. Discover now