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[ BTS, First Love (cover by DooPiano)]

Si girò di nuovo tra le coperte.
Ormai erano ore che si rigirava tra le lenzuola, l’unico suono nella stanza era il leggero brontolio del suo stomaco, ma lui si sentiva troppo stanco per mettere qualcosa sotto i denti.
Pensieri su pensieri affollavano la sua mente, lasciandolo in un limbo.
“Gli dovrei parlare di ciò che vivo? O sarebbe meglio allontanarmi?” pensava, sospirando frustrato perchè ancora non riusciva a darsi una risposta.
Prima di rintanarsi nella sua stanza aveva dato un’occhiata al giornale lasciato su un comodino di casa e avevano notato che la mattina seguente sarebbero ricominciate le lezione alla compagnia e il pensiero angosciante di dover vedere nuovamente Yoongi con gli occhi pieni di delusione verso di lui, gli chiudeva la gola lasciandolo senza respiro.
Aveva letteralmente perso il conto dei giorni, lasciando che gli eventi travolgessero le sue giornate e ritrovandosi inaspettatamente al giorno in cui sarebbe dovuto tornare a ballare con l’ansia di dover ricominciare.

Si decise ad alzarsi in uno scatto nervoso, guardando fuori dalla finestra e notando il cielo stellato e la luna fare capolino, piena e luminosa.
Si avvicinò lentamente alla finestra, scostando la tenda per osservare meglio il panorama.
Piegò leggermente la testa, per poi guardare la luna e cominciare a vaneggiare con tono sconsolato.
«Oh mia cara amica Luna che devo fare? Sono così confuso e in pena. Beata te, che stai lassù e non ti interessi dei problemi di noi uomini. Mi ricordi il mio Yoongi, solitario e bellissimo.. posso ancora definirlo mio? Non so nemmeno se ne abbia mai avuto il diritto, dopotutto non sono stato in grado di concedere ogni parte del mio essere a lui, quando era il primo a chiedermi cosa ci fosse che mi faceva penare.. Oh mia cara Luna mi sono reso conto tardi di quanto lo amo, magari glielo dovrei dire? Non so che fare..» sospirò nuovamente abbassando la testa «Ma che sto facendo?» sussurrò tra sé e sé.

Si alzò, andando a controllare l’orario.
«È mezzanotte.. magari..» un’idea assurda prese forma nella sua mente e si trovò indeciso su cosa fare. Non si preoccupò nemmeno di cambiarsi d’abito, prese un cappotto dal suo armadio e silenziosamente aprì la porta della sua stanza.
Il corridoio buio che si apriva davanti a lui non era mai sembrato più inquietante e dovette prendere un profondo respiro prima di continuare.
Cercò di scendere le scale il più silenziosamente possibile, togliendosi le scarpe in modo che le suole non provocassero rumore.
“Okay, devo solo sperare che non ci sia nessuno” pensò muovendo un passo verso la porta, dal momento che sarebbe dovuto passare di fronte al salone.

Un rumore basso lo fece trasalire e trattenne il respiro, appiattendosi contro il muro.
Sbirciò nella sala principale, notando la figura addormentata del patrigno sul divano e tornò a respirare normalmente.
In punta di piedi superò anche quella stanza, aprendo poi il portone, cercando di essere il più silenzioso possibile e richiudendoselo dietro.
Appena si trovò fuori tirò un sospiro di sollievo, rimise le scarpe e poi si incamminò. Avrebbe preso una carrozza, ma a quell’ora non ve ne erano e lui, dalla fretta, era anche uscito senza soldi, per cui si diresse a passo spedito verso la sua meta, sperando solo di non incappare in tipi loschi durante tragitto.

Quando iniziò a vedere il profilo della casa a qualche metro di distanza quasi iniziò a correre, bloccato subito da una leggera fitta alla caviglia, che gli ricordava il fatto che fosse guarito da poco.
Si bloccò di fronte al portone, con il respiro accellerato per quello scatto e l’aria fredda della sera.
Improvvisamente tutto il coraggio che lo aveva fatto uscire di casa a quell’ora della notte lo abbandonò e lui si trovò terrorizzato, immobile come una statua fuori dalla casa del pianista.
Panico, non vi era altro nella sua mente e stava iniziando a pensare di tornare indietro, mentre la sua mente gli proponeva ogni tipo di scenario in cui veniva beccato dal patrigno. Sarebbe tornato indietro, se il portone non si fosse aperto improvvisamente.

Nous SeronsWhere stories live. Discover now