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Seokjin si svegliò accarezzato dai raggi solari che filtravano dalle tende. 
Aprì lentamente gli occhi e fissò il soffitto per qualche minuto, ripensando al giorno precedente. L’ansia che aveva provato e provava tutt’ora non accennava a diminuire.

Il fratello aveva passato quasi tutto il giorno rinchiuso nella sua camera a crogiolarsi nel suo dolore, quindi lui non aveva avuto alcuna fonte di distrazione. 

La felicità che aveva provato nel momento in cui, recatosi al parco per controllare se il suo spasimante avesse ricevuto la sua risposta, vi aveva trovato un biglietto molto più piccolo delle solite lettere e un bellissimo fiore dal colore molto singolare. 

“Anemone. Il significato di questo fiore solitamente è molto malinconico, complice la sua fragilità, ma indica anche l'attesa, perciò l’ho scelto, in più le sfumature che può acquisire mi lasciano senza fiato ogni volta, indi per cui ho scelto questa meraviglia. Attendo con gioia il nostro incontro di domani. 
N.” 

Seokjin si era perso nell’ammirare i petali di quel colore così insolito, un viola che pareva blu sotto i raggi del sole. Lo aveva portato a casa e messo ad essiccare, come aveva fatto con tutti i precedenti. Aveva trovato un modo bello per mantenere quei regali che l’uomo misterioso gli donava. Tra le enciclopedie che nessuno in casa guardava, ve ne era una dove spiegava anche il processo di essiccazione delle piante e, dopo alcuni tentativi su altri fiori raccolti a caso, Seokjin era riuscito a capire come procedere al meglio, mantenendo la bellezza di quei doni.

Tutto il resto della giornata lo aveva passato tra letture e altri svaghi, nella speranza che la sua mente si distogliesse dal pensiero di quell’imminente appuntamento, finchè non era giunta l’ora di coricarsi.

E in quel momento si trovava ancora nel suo letto, a sorridere come un’ebete, fantasticando sul pomeriggio che avrebbe passato. 

Scosse la testa, alzandosi lentamente. “Non farti illusioni che poi ci rimani male Seokjin” si ammonì mentalmente, mentre si dirigeva verso il bagno per sciacquarsi il viso.

Quando raggiunse la sala da pranzo quasi si stupì di scorgere la figura del fratello, anche se, guardandolo con occhio più attento, notò che la sua figura era presente solo fisicamente, perchè quegli occhi vuoti e inespressivi erano sicuramente persi in chissà quale meandro della sua mente.

Lo intristì vederlo così affranto, difatti quando gli si sedette accanto, provò a rincuorarlo posandogli una mano sulla gamba e stringendo appena, nel vano tentativo di trasmettergli un po’ di quel buonumore che lui aveva quella mattina.

Jimin lo ringraziò silenziosamente sorridendo a malapena, per poi riportare la sua attenzione sullo scarno pasto che aveva davanti.

La colazione si concluse nel più assoluto silenzio, la madre concentrata sulla sua rivista e il padre su alcune carte di lavoro, mentre i due fratelli cercavano di affrettarsi per scappare da quella stanza il più velocemente possibile.

Quando si trovarono fuori dall’orecchio dei genitori, Seokjin raggiunse il minore e, nella speranza che distraendolo potesse portargli un po’ di sollievo, picchiettò sulla sua spalla.

Jimin si girò, ritrovandosi il viso del maggiore, più luminoso del solito che gli chiedeva silenziosamente se poteva entrare in stanza con lui, perciò semplicemente si spostò, lasciandolo passare per primo.

«Come mai il mio fratellone è così felice oggi?» chiese Jimin, tentando di non far trasparire quell’umore depresso che ieri lo aveva portato a rintanarsi nella sua stanza per tutta la giornata.

Il sorriso di Seokjin si allargò maggiormente, mentre prendeva posto sul comodo divanetto di fronte all’ampia finestra.

«Oggi lo incontrerò!» esclamò e Jimin lo guardò confuso, aspettando che continuasse la frase.

Nous SeronsTahanan ng mga kuwento. Tumuklas ngayon