Riso

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Nome scientifico :Oryza dativa L.
Nome comune: riso.
Parti Usate: frutti.
Componenti: vitamina A, B1,B2, B6, carboidrati, sali minerali.
Proprietà: energetica, ipotensorie, astringenti.
Consigli d'uso : tonico energetico, ipertensione, azotemia, diarree, fermentazione intestinali. Viene usato per creare decotti, acqua di riso, cataplasmi.
Curiosità: il riso ha proprietà ipotensive e favorisce anche l'eliminazione dell'urea. In questi casi si associa a Una composta di mele. Occorre prolungare allungo la cura punto l'acqua di riso è un ottimo appretto per i tessuti.
Fra le principali proprietà del riso c’è sicuramente la sua digeribilità a cui si associa l’elevato assorbimento a livello intestinale dei nutrienti contenuti.
La componente glucidica del riso presenta, un effetto regolatore sulla flora intestinale, tant’è che il riso in bianco si utilizza come adiuvante nella terapia dei disturbi a carico dell’apparato gastrointestinale.
Il riso, possiede un aminoacido essenziale, la lisina, e proteine di buona qualità. Quanto alla componente lipidica, contiene soprattutto acidi grassi essenziali. Ha molto potassio e poco sodio ed è quindi un alimento indicato in chi soffre di ipertensione arteriosa.Il riso è privo di glutine e può quindi essere consumato anche da chi soffre di celiachia.
Leggenda vuole che originariamente in Giappone non ci fosse il riso, fu grazie ad Inari (rappresentato anche sotto forma di volpe, a sottolineare la sua furbizia) e al furto che compì in Cina che arrivò.
Ne nascose i semi all’interno di una canna e tradizione vuole che nel punto dove andrà coltivato il riso venga posta una canna a testa in giù.
In molte culture il riso stesso viene fornito di un’anima. E l’anima del riso va rispettata ed onorata, altrimenti si rischia un raccolto scarso.
Va protetta e custodita, lo si può fare conservando i chicchi dell’ultimo raccolto o quelli dei campi considerati sacri o, ancora, possono essere costruiti dei cestini con gli steli del riso in cui viene conservata e protetta.
Anche in Italia si ritrovano gli stessi cesti, trasformati in manufatti “antropomorfi” a forma di bambola. L’anima trova una sua collocazione più idonea e la bambola viene conservata in casa fino alla semina successiva.
Vi sono culture, come quella indiana, in cui ogni momento della vita viene scandito dalla presenza del riso. Il primo giorno di scuola  viene offerto del riso a Saraswati, della della sapienza; alle spose novelle vengono regalate ciotole di riso per augurare ricchezza e fertilità; la morte viene celebrata attraverso la cerimonia dello Shradh, in cui vengono offerte polpette di riso.
Le origini del riso sono legate a temi ben precisi, che ricorrono in diverse culture.
Origini legate alla morte. Dalla morte scaturisce la vita, in una visione ciclica dell’esistenza tipica delle culture orientali. Ne troviamo testimonianza in Giappone nelle “Cronache dei Tempi Antichi”, testo risalente al 712 d.C., in cui viene descritta l’uccisione della dea del nutrimento Uke mochi da parte della divinità lunare Susenowo. Una volta uccisa dalla testa uscirono i bachi da seta, dagli occhi i semi di riso, dalle orecchie il miglio, dal naso i fagioli, dalla vagina il grano  e dall’ano la soia.
Tematica della morte presente nei sacrifici di animali che venivano compiuti nel momento della semina per rendere la terra fertile e pronta ad essere coltivata.
Interessante scoprire che la stessa ritualità è presente sia in Oriente che in Occidente. In Italia ne troviamo testimonianza nelle diverse feste popolari del vercellese-alessandrino che, al giorno d’oggi, non sono altro che una traccia edulcorata di quello che succedeva in realtà.
Gli animali, spesso le oche, vittime del sacrificio, venivano decapitate affinché il sangue, una volta versato sulla terra, favorisse il raccolto dell’anno successivo.
La ritualità del gesto viene ripresa in maniera meno cruenta col il taglio dell’ultimo mazzo di spighe di riso del raccolto, il collo del papero.
Oltre ad essere legata alla morte e all’uccisione l’origine del riso è legata a quella del furto.

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