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Era un giovedì sera, erano passati esattamente due giorni dalla gara di nuoto e dall'esibizione di ballo e Seungmin non aveva smesso di pensare per un attimo a quello che aveva provato quel giorno. Il ragazzo si trovava in camera sua ed era seduto al centro del suo letto a gambe incrociate. La porta di camera sua era chiusa, le finestre erano chiuse e la stanza era estremamente silenziosa, solo il respiro del moro interrompeva quell'inquietante silenzio che si era creato. La madre di Seungmin era nel loro divano, che si guardava un film serenamente, tenuta al caldo da un'enorme coperta di un lilla acceso. Suo fratello Jeongin si trovava in camera sua a giocare a qualche videogioco, che probabilmente aveva ordinato una settimana prima da qualche sito internet. Mentre Seungmin era seduto nel suo letto, a non fare assolutamente nulla, o meglio, a pensare. 

Quando la mente di Seungmin si perdeva a pensare, poteva essere una cosa estremamente positiva o una cosa terribilmente negativa e in quel momento, di positivo non c'era davvero nulla. Il ragazzo stava riflettendo su troppe cose nello stesso momento e il suo cervello stava facendo passare per esso troppe informazioni tutte in una volta. 

La cosa che più di tutte sconvolse Seungmin, fu il ricordo dei suoi sentimenti, il ricordo delle sue emozioni provate il giorno della gara. A Seungmin non piaceva Hyunjin. A Seungmin non poteva piacere Hyunjin, perché Seungmin era etero, lo era sempre stato, non poteva essere diversamente. Non avrebbe potuto essere stato in un altro modo. 

Lui non aveva nulla contro la comunità LGBT, lui lo sapeva, ne era totalmente consapevole, i suoi due migliori amici erano parte di essa, ma lui no. In quinta elementare aveva avuto una crush per la bambina con le codine nella classe accanto alla sua, se lo ricordava perfettamente. In seconda media si era preso una cotta per la ragazza dai capelli rossi che aveva visto cantare al saggio di natale. Con suo padre aveva incontrato per la prima volta Jisoo, quella ragazza che lavorava nel locale in quella spiaggia dove tanti anni prima erano andati tutti insieme in vacanza. 

suo padre.

Seungmin era etero, lo era sempre stato. Quello che provava per Hyunjin era solo tanta amicizia, era la stessa cosa che provava per Han e Felix, ne era sicuro. Era geloso anche di loro, loro erano i suoi migliori amici. 

la spiaggia.

Seungmin era etero, non c'era nulla di male ad essere bisessuale, gay, pansessuale o tutte le altre forme di sessualità che esistevano e in cui la gente si specchiava, ma lui non era come loro. A lui piacevano le ragazze, le erano sempre piaciute.

il mare.

Seungmin era etero, non avrebbe potuto essere stato altro. Sua madre scherzava sempre con lui sui suoi futuri nipotini, se gli fosse piaciuto un maschio come avrebbe potuto rendere felice sua madre? Per fortuna che gli piacevano le femmine.

lui era etero.

Gli tornò in mente il giorno in cui Hyunjin lo aveva salvato in piscina, quando aveva rischiato di annegare. Il modo in cui lo aveva sfiorato al bowling, il modo in cui il suo corpo aveva reagito quando le loro mani si erano toccate per qualche secondo, il modo in cui il suo cuore aveva accelerato quando aveva sentito il petto di Hyunjin sovrapporsi alla sua schiena. 

stava annegando.

Quando Felix aveva pronunciato quella parola. Gelosia. 

Ridicolo, Seungmin non era geloso di Hyunjin, perché avrebbe dovuto? A lui piacevano le ragazze.

Il ragazzo si alzò dal suo letto lentamente, poggiò i suoi piedi scalzi nel pavimento freddo e si mise in piedi. La sua stanza gli parve strana, diversa. Le pareti non erano più le stesse, avevano iniziato a muoversi. I poster che erano appesi ad esse, dov'erano andati? Seungmin chiuse gli occhi per qualche secondo, cercando di ricomporsi, ma non ci riuscì. 

Appoggiò una mano al muro affianco alla porta del bagno che aveva incorporato in camera, non riuscì più a muoversi. 

Cadde a terra.

La sua schiena si appoggiò al muro dietro di sé, mentre le sue gambe si avvicinavano al suo petto. Seungmin cercò di farsi piccolo. 

Quel silenzio era troppo rumoroso.

Seungmin non era geloso, lui non poteva esserlo, come avrebbe spiegato a suo padre che gli piaceva un ragazzo? 

suo padre.

Delle lacrime iniziarono a rigare il viso del ragazzo, che si ritrovò in poco tempo a respirare pesantemente, preso da quello che poteva sembrare e che era a tutti gli effetti un'attacco di panico. 

geloso? 






era gay.






il mare.






annegava






suo padre.




Milioni di pensieri stavano attraversando la sua testa, rendendolo confuso. Le lacrime non smisero di scendere nemmeno per un secondo e solo quando riuscì a trovare un minimo di fiato, Seungmin urlò. Urlò a pieni polmoni. Urlò rompendo davvero quell'orribile silenzio che si era creato nella sua camera. Urlò per scacciare quei pensieri. Urlò per dimenticare. 

Sua madre corse su per le scale appena sentì quell'urlo e quando vide la porta della camera di suo figlio maggiore chiusa, il suo cuore perse un battito. La spalancò di colpo, cercando con gli occhi Seungmin, che trovò nell'angolo nascosto della sua camera, con le mani nelle orecchie e il viso bagnato dalle lacrime. Stava gridando con gli occhi chiusi, cercando di nascondersi da qualcosa. Soyon corse verso suo figlio, inginocchiandosi davanti a lui e attirandolo tra le sue braccia. 

Jeongin corse verso la camera di suo fratello poco dopo sua madre e quando si affacciò alla porta, rimase bloccato all'ingresso, sentendo le urla di suo fratello maggiore così fredde e dolorose. 

- Jeongin! -

Il ragazzo non sentì sua madre, era troppo terrorizzato che suo fratello stesse per morire un'altra volta. 

- Yang Jeongin! -

Il minore si guardò attorno spaesato, risvegliato dal grido della donna, che stava ancora tenendo stretto suo figlio tra le braccia.

- corri a prendere le pastiglie! -

Jeongin non se lo fece ripetere due volte, correndo verso il bagno. Nel frattempo Soyon, la madre dei ragazzi, strinse ancora più a sé il corpo di suo figlio urlante, cercando di mantenere la calma e cercando di non scoppiare a piangere sulle assi di legno, di quel pavimento freddo, di quell'orribile serata d'inverno.

ᴬᴾᴺᴱᴬ [sᴇᴜɴɢᴊɪɴ]Where stories live. Discover now