❀̥─4─❀̥

672 38 5
                                    

Un urlo mi risuona nelle orecchie facendomi un gran male, presto mi ritrovo dall'altra parte del letto, mentre Jimin in piedi mi guarda con occhi nel panico.

Lo guardo stranita, e poi non appena guardo le mie zampe, adesso delle mani, sgrano gli occhi e guardo ancor più in basso, ho un corpo da umana....
Ha funzionato veramente!

Jimin- C-CHI S-SEI????

Jimin ancora spaventato continua ad indietreggiare fino al muro. Io seduta per terra dietro al letto mi alzo, e vedo la sua faccia diventare tutta rossa, inclino la testa sorpresa.
Dopodiché Jimin si gira verso il muro.

Jimin- NON LO RIPETERÒ NUOVAMENTE, DIMMI CHI SEI! COME HAI FATTO AD ENTRARE IN CASA MIA?

Apro la bocca, incapace ancora di pronunciare delle parole, mi esce qualcosa di strozzato. Non so esattamente come usare la voce, la vita umana comincia già ad essere un po troppo complicata.

Jimin- RISPONDIMI! ALTRIMENTI CHIAMO LA POLIZIA!

Impaurita mi rimetto giù, non avevo mai sentito la sua voce in questo modo, era serio e urlava, cercai di nascondermi sotto il letto ma la sua voce mi rintuonò nuovamente nelle orecchie.

Jimin- MA CHE...

Vedo i piedi di Jimin da sotto il letto fermarsi davanti e poi si china per vedermi nuovamente. Perché non mi riconosce? Forse ho sperato troppo e non ho pensato a questo scenario... Che stupida...
Vedo il suo volto un po dispiaciuto, come se in parte mi avesse capita.

Jimin- Senti, non voglio avere problemi, se te ne vai da sola non sarò costretto a chiamare la polizia.

Provai a parlare, e l'unica cosa che riuscì a dire fu:

Tu- Miao....

Perché non riesco a parlare come un umano?
Forse mi ci vorrà qualche tempo, anche perché non mi sono ancora sparite le orecchie ecco perché mi ha dato molto fastidio quell'urlo.
Il viso di Jimin forma un grosso interrogativo, non sapeva chi ero ed era spaventato quanto me.

Jimin- Esci, non ti farò niente...

Disse con voce più calma.
Piano piano strisciando esco dal letto, e non appena sono fuori mi metto a sedere come mio solito, ma Jimin distoglie lo sguardo e poi si incammina verso il suo armadio.

Jimin- Non capisco chi tu sia, ed è veramente strano che tu sia arrivata nel mio letto e non me ne sia accorto. Tieni metti questa.

La guardo di traverso, sarebbe un maglione, ma non ho assolutamente idea di come si metta, a malapena prima stavo in piedi, come riescono gli umani a starci? E come riescono a tenere quelle stoffe così pensati addosso, io sto sempre nuda e sto da dio.

Jimin tende la mano per porgermi questo maglione, ma io continuo a guardarlo.

Jimin- Che c'è?

Disse distogliedo ancora lo sguardo con il viso tutto rosso.
Nuovamente provai a parlare e riuscì a dire una parola.

Tu- Jimin...

Oh, e questa è la mia voce?
Wow, che magnifico.

Jimin- Oh, allora sai parlare. Bene, ora puoi gentilmente metterti questa, è imbarazzante...

Disse avvicinando ancor di più il maglione verso di me.

Tu- N-non s-s-so com-come s-si mett-mette...

Dissi con un po di fatica.
Lui girò il volto sorpreso e distolse ancora lo sguardo.

Jimin- Si può sapere come hai fatto ad entrare qui? È impossibile che tu ci sia riuscita.

Tu- Io vivo qui.

Jimin sorpreso girò completamente il volto verso di me e questa volta non lo tolse, rimase a osservare il mio volto, e poi si soffermò sulla mia testa.

Jimin- Impossibile...

Disse sottovoce, avvicinando la mano alle mie orecchie, per poi strofinarci le dita sopra, facendomi strusciare di istinto la testa contro la sua mano.

Tu- Io sono (t/n).

Jimin- N-non pu....

I suoi occhi si sgranarono e cadde in ginocchio osservandomi per bene.

Tu- Te lo posso provare, so bene che sono arrivata in questa casa in un giorno per te particolare, una ragazza ti aveva usato se ricordo bene, bussai alla tua porta con le zampette e tu mi hai presa in casa curandomi e coccolandomi.

Jimin- No è possibile... Non sei reale...

Tu- Jimin...

Jimin- Non sei reale, questo è un sogno... Non può-

Mi stava guardando come se fossi qualcosa di sovrumano, ma invece ero esattamente carne ed ossa come lui, apparte per le orecchie da gatto.
Speravo che avesse capito, e invece lasciò la maglia per terra e corse fuori dalla stanza, chiudendo la porta a chiave.

Gattonai fino alla porta e con le mani incominciai a graffiare.

Tu- Ti prego, non abbandonarmi qui da sola. Non mi piace...

Dall'altro lato della porta sentí il suo respiro pesanti, e uno struscio alla porta mi fece capire che adesso era seduto davanti ad essa.

Tu- So che è tanto da assimilare, ma io ho fatto un patto con un gatto e ho dato un pezzo della mia vita per viverla una con te, io l'ho fatto per stare con te... Jimin, non sei in un sogno, io sono la tua adorata gattina (t/n)... Credimi, ti prego.

Jimin- Non riesco.... Impossibile...

Dall'altra parte Jimin respira a fatica, capisco la sua reazione, ma prima o poi dovrà accettarmi per quello che sono diventata, che la bellissima gattina con il pelo bianco perla non ci sia più e dovrà accettale la nuova versione di (t/n).

Tu- Jimin, aprimi per favore, sai perfettamente che non mi piace rimanere rinchiusa da qualche parte...

Jimin- Ho bisogno di aria...

Sentí dei passi e poi la porta si chiuse, e io rimasi rinchiusa nella stanza da letto, da sola, impaurita.

Avevo paura che Jimin non mi avrebbe accettata, perché non avevo pensato a come avrebbe reagito? Perché non l'ho fatto?
Avrei dovuto pensarci...

<È già tanto se non ci ha buttate fuori casa dai.>

>

اوووه! هذه الصورة لا تتبع إرشادات المحتوى الخاصة بنا. لمتابعة النشر، يرجى إزالتها أو تحميل صورة أخرى.
sᴇʀᴇɴᴅɪᴘɪᴛʏ- ᴘᴀʀᴋ ᴊɪᴍɪɴحيث تعيش القصص. اكتشف الآن