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Dopo poco, Jimin uscì dal camerino tutto sorridente, mi prese per mano e mi accompagnò dove ci avevano scesi io e Taehyung.

Jimin- Dio, quanti mi sei mancata.

Disse abbracciandomi nuovamente non appena ci trovammo dentro l'auto. Risi per il suo comportamento e lo abbraccia di rimando.

Tu- Mi sei mancato anche tu Jimin.

Namjoon- Hey, piccioncini, fateci un po di spazio.

Salirono tutti e 5 sull'auto e partimmo per un locale dove avevano già avvisato che sarebbero arrivati loro, poiché erano famosi e conosciuti non potevano di certo piombare così dal nulla in un locale, sopratutto quando erano quasi tutti insieme.

Jungkook- E Tae?

Il suo nomignolo mi risuonò nella testa, Jimin mi guardo strano, e mi chiese se tutto fosse apposto.
Sinceramente, non lo so se con Taehyung sia tutto apposto, non so cosa sia cambiato in noi in così poco tempo...

Tu- Non voleva venire stasera.

Jimin- Lui che non viene con noi a bere? Da quando?

Jungkook- Avrà avuto i suoi buoni motivi.

Namjoon- Taehyung non salta mai una bevuta con noi.

Jin- Già, è sempre il primo a dire di sì.

È colpa mia...

Jimin- Sei sicura di stare bene, Micetta?

Rimasi concentrata sulle mie mani, per un paio di minuti buoni, prima di alzare lo sguardo e sorridere. Dovevo essere felice, perché finalmente avevo ritrovato il mio padrone. Non dovevo farmi affliggere da questi problemi da umani, infondo la vita umana mi apparteneva in parte, la vita da gatto vive sempre dentro di me.

Tu- Niente, tranquillo.

Gli feci un sorriso sincero e gli presi la mano e me la portai alla guancia strofiandoci il viso e annusando il suo odore. Dio, quando mi era mancato.

Quando arrivammo al locale, parcheggiarono l'auto in un luogo appartato, come sempre, e poi ci fecero scendere. Jimin mi tenne stretta la mano e mi sorrise tutto il tempo, era felice. Felice di rivedermi, felice di riavermi accanto, felice perché ero io al suo fianco.

Jimin- Stasera ci entri a sedere.

Disse facendomi ricordare la prima serata fuori, dove Taehyung mi aveva fatto bere un bicchiere di troppo.
Risi al ricordo, e mi sedetti accanto a lui, mi ordinò qualcosa di leggero e mentre tutti conversavano io mi guardai in giro, notando diverse cose particolari, stasera mancavano due membri, a questo piano non c'erano persone che ballavano tutte riunite e c'era un solo barman che ci portava anche i bicchieri invece di andarli a prendere. Era tutto diverso, tutto più tranquillo, onestamente preferivo vedere la gente ballare, ma a quanto pare non era possibile, quel giorno era già tanto che non ci avessero scattato delle foto.

Jimin mise un braccio dietro di me e mi accarezzò la spalla. Mi fece rabbrividire, e sospirai istintivamente, e portai una mano sulla sua coscia. Non lo nego, avevo voglia di stuzzicarlo, avevo voglia di vedere di nuovo che si eccitava per me, ma avrei dovuto aspettare. Jimin mi prese la mano e se la mise più giù, tenendola nella sua.
Si avvicinò al mio orecchio e mi sussurrò:

Jimin- Ora non è il momento, ma dopo potrai farmi tutto quello che vuoi.

La sua frase mi fece scattare qualcosa al basso ventre, sentire la sua voce roca al mio orecchio era qualcosa di eccitante.

Tu- Interessante...ti farò eccitare...

Dissi al suo orecchio, per poi darci una piccola leccatina.
I ragazzi davanti a noi erano un po imbarazzati, Jimin se ne accorse e si ricompose e ricominciò a parlare con loro, mentre io bevevo il mio cocktail.

L'effetto dell'alcool arrivò subito alla testa e infine alle gambe, ero un po brilla ma non come l'ultima volta.
Jimin se ne accorse e mi chiese più volte di andare via, ma io dissi ripetutamente di no.

Jin stava ridendo come un matto, Namjoon osservava il suo bicchiere pieno ancora del cocktail e Jungkook se ne stava tranquillo ad ascoltare le battutine del più grande, mentre Jhope come sempre esagerava con le sue risate e faceva sorridere tutti.

Jimin- Sei sicura che non vuoi tornare in hotel?

Scossi la testa in segno di negazione, mentre giravo la cannuccia nel bicchiere, e lo osservavo con una mano poggiata sulla guancia, in realtà lo stavo ammirando da più di 40 minuti, non potevo fare a meno di osservarlo mentre rideva e scherzava, non potevo non guardarlo mentre era felice.

Poggiai nuovamente la mano sulla sua coscia, lui tenne le gambe aperte e con mia grande sorpresa stette al gioco, tutti erano brilli e non destavano attenzioni a noi, quindi passai all'azione. Posai delicatamente la mia manina sul cavallo dei suoi pantaloni, lui portò il viso tra i miei capelli e sospirò, prima di baciarmi il collo e incominciare a dire parole eccitanti.

Jimin- Voglio farti mia adesso.

Continuai a massaggiare la sua evidente erezione, facendo scappare a Jimin un piccolo gemito che sussurrò al mio orecchio. Quel piccolo gesto aveva scattato in me qualcosa di più potente, lo volevo e in fretta. Mi alzai dal divanetto, presi la sua mano e salutai gli altri.

Tu- Andiamo via.

Jimin- Hai suoi ordini, Micetta.

Mi seguì di volata, salimmo in macchina, dove Jimin non aspettò un secondo e attaccò le nostre labbra in un bacio intenso, bagnato e voglioso. Mi toccò da pertutto, mi strinse a sé, e sussurrò più volte di quanto mi volesse.

Jimin- Voglio sprofondare in te come non ho mai fatto prima.

Tu- E io voglio che tu lo faccia in fretta.

Ci lanciavamo queste frecciatine per tutto il viaggio, e non appena fummo all'Hotel Jimin mi prese a mo di sacco di patate e mi portò alla nostra suite.
Cristo avremmo fatto faville in quel letto stanotte, ne sono sicura.

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sᴇʀᴇɴᴅɪᴘɪᴛʏ- ᴘᴀʀᴋ ᴊɪᴍɪɴWhere stories live. Discover now