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Non so esattamente quanto rimasi rinchiusa in quella stanza, so soltanto che ci rimasi per un po, sentendo anche la fame farsi strada dentro il mio stomaco. Stavo morendo di fame e avevo paura che Jimin mi abbandonasse lì per sempre, o che chiamasse veramente qualcuno, o peggio ancora che mi buttasse in strada...

Rabbrividí ricordando com'era vivere per strada, nel giorno in cui Jimin mi accolse in casa avevo fatto chilometri su chilometri ferendomi le zampe mentre stavo morendo di fame.

Il suono di una porta che si apre mi risvegliò dai miei pensieri, e non appena sentí dei passi e poi la chiave della camera da letto girare, mi misi a sedere davanti ad essa aspettando che Jimin facesse il suo ritorno.
Ed è così, Jimin fece sbucare la testa dalla porta, ancora impaurito da me, e distolse lo sguardo ancora arrossendo.

Jimin- Dovresti metterti qualcosa.

Tu- Non so come indossarla.... Potresti aiutarmi?

Chiesi leccandomi una mano e passandola dietro il mio orecchio. La mia lingua era molto più grande e bagnava molto di più rispetto a quella di prima.

Jimin entrò in camera passando vicino al muro, lontano da me e andando a raccogliere il maglione lasciato per terra, poi si mise a sedere sul letto e guardò davanti a sé.

Cosa ti sta passando per la testa padroncino?

Mi avvicinai gattonando, e non appena fui alle sue gambe gli diedi una testata, in segno di affetto, ma lui si allontanò.

Jimin- Devo capire... Tu saresti veramente la mia gattina?

Annuì mettendomi a sedere davanti a lui, ma lui continuava a non guardarmi.

Perché non mi guardi più come prima? Con occhi dolci e teneri e con quel sorriso che spaccava le pietre e che mi riscaldata ogni volta che lo vedevo? Perché?

Tu- Perché non mi guardi?

Jimin- Beh, ecco... Perché tu... Sei... Completamente nuda... E di solito gli umani si coprono se non sono così tanto in confidenza con qualcuno.

Disse indicando il maglione nella sua mano. Mi guardai addosso e continuai a non capire, io mi sentivo a mio agio e non stavo capendo quale fosse il problema.

Tu- Mi hai sempre vista senza quelli.

Jimin- Avevi il pelo ed eri più piccola, e non eri umana...

Tu- Non mi piace non essere guardata dal mio padrone...

Jimin- Non sono il tuo-

Si fermò e sospirò.

Jimin- Okay, ti aiuto a mettere questa e questi.

Mi avvicinai a lui, mi insinuai tra le sue gambe e misi le mani hai lati delle sue cosce, aspettando che mi mettesse quella strana stoffa calorosa.

Jimin divenne ancor di più rosso e mi prese le mani togliendole da sopra le sue cosce e mi fece alzare le braccia e provò ad infilarmi il maglione. Mi dimenai un pochino, sentendomi in trappola.

Jimin- Ferma.

Disse con voce stranamente dolce, e io eseguì l'ordine. Mi mancava sentire quel tono di voce...

Jimin- Ecco fatto. Ora mettiamo queste.

Disse prendendo da sopra il letto dei boxer suoi.

Jimin- Mettiti in piedi.

Mi prese le mani e si alzò, cercai di stare in equilibrio ma caddi per terra miagolando. Lui rise e mi sentii di nuovo a casa, forse stava già capendo la nuova me. Forse si stava già rassegnando del fatto che fossi umana adesso.

sᴇʀᴇɴᴅɪᴘɪᴛʏ- ᴘᴀʀᴋ ᴊɪᴍɪɴWhere stories live. Discover now