❀̥─8─❀̥

692 39 5
                                    

La mattina seguente Jimin non si alzò come tutte le mattine per andare a lavoro, il che mi fece curioso.

Alzai la testa dal cuscino e mi voltai con il corpo verso di lui, stava dormendo beatamente, e avrei voluto svegliarlo strusciandomi a lui facendo le fusa, ma scommetto che gli umano non lo fanno. Ma lo feci lo stesso, andai sotto le coperte e misi tutto il mio corpo su di lui, iniziando a strusciare la mia testa sul suo petto.

Lui mugolò e infine vidi un piccolo sorriso spuntargli sulle labbra. Quelle labbra carnose a me sempre piaciute, che ora avevo voglia di toccare. Con le dita percorsi il suo viso facendole poi fermare hai lati e strusciare il pollice su quelle labbra invitanti.

Jimin- Buongiorno, Micetta.

Istintivamente miagolai causandogli una risatina roca. Il suo petto si abbassava e si rialzava facendomi vibrare la cassa toracica, dalle sue vibrazioni.

Jimin mi accarezzò i capelli e rimasi a guardarmi per un piccolo momento.

Jimin- Sono sparite, le orecchie.

Toccai con la mia mano la mia testa e non senti niente, Jimin mi scosse o capelli dai lati della testa e sorrise.

Jimin- Ora sei umana al 100%. Insomma dobbiamo lavorarci su, ma ce la farai.

Tu- Non dovevi essere a lavoro?

Jimin- Domani ci ritorno, ci hanno dato un giorno di riposo.

Annuì, per poi alzarmi con il busto e stiracchiarmi. Jimin se ne stava disteso davanti a me con le braccia sotto la testa e mi osservava, con occhi brillanti, tutto era tornato come prima, appare la mia parte umana.
Dopo aver finito di stiracchiarmi misi le mani sulla sua pancia e lui rabbrividí al mio tocco, cosa che non scappo hai miei occhi.

Tu- Hai freddo?

Jimin- No, è che stai toccando troppo vicino laggiù.

Tu- Oh, ti da fastidio?

Jimin- No, ansi mi piace, ma sai bene cosa può causare.

Tu- Oh, ingrossamento ovvero l'eccitazione del pene.

Dissi spontanea senza vergognarmi, ma a quanto pare lui si vergognò.

Tu- Perché ti vergogni?

Jimin- Perché non mi è mai capitato una ragazza così spontanea come te.

Disse mettendo le mani sulle mie cosce, e sussultai anche io, ma non mi vergognai per quel tocco, poiché lui aveva toccato parti di me, quando ero un gatto, molto intime. Come le mie sei mammelle o addirittura quando mi puliva dopo che ero stata in bagno, mi sembrava tutto così caldo quando lo faceva.

Tu- Sono contenta di averti come padrone...

Jimin- Detto così è un po buffo, non sei più la mia gattina.

Tu- E ora che sono per te?

Jimin- Un'amica. Una dolce e cara amica.

Tu- Che vuol dire?

Jimin- Avere amici è qualcosa di fondamentale per un umano, per averli devi parlarci e sapere più cose possibili l'uno dell'altra. Così che tu possa contare sempre su di lui o lei.

Tu- Hai tanti amici?

Jimin- Non mi mancano.

Tu- Io ho solo te.

Jimin- Ti prometto di farti conoscere dei miei amici, ma prima devi imparare tante altre cose.

Annuì e lui si alzò con il busto, facendosi sempre più vicino a me.
Il mio cuore batteva ancor più veloce di prima, e una sensazione di calore pervase il mio basso ventre.

sᴇʀᴇɴᴅɪᴘɪᴛʏ- ᴘᴀʀᴋ ᴊɪᴍɪɴOnde as histórias ganham vida. Descobre agora