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Quando fummo di ritorno a casa, Jimin mi tenne in braccio, come se fossi stata una bambina piccola. Tra le sue braccia calorose mi sentí cosi bene che riuscì ad addormentarmi nuovamente.

Non mi svegliò neppure quando eravamo arrivati, mi portò in casa, mi spogliò dei miei vestiti e mi mise, insieme a lui, sotto le coperte.

Jimin- Buonanotte, Micetta.

Mi rivolsi verso di lui, con gli occhi assonnati e il corpo completamente addormentato.
Non mi ero scordata della sua erezione, nenache delle mie mutandine fradice. Sentivo la voglia di fare sesso con lui, ma allo stesso tempo non riuscivo a muovermi.

Tu- Ti voglio...

Dissi sussurrando piano, avvicinando il mio viso sul suo collo.
Jimin si irrigidí, lo sentí grugnire non appena morsi un lembo della pelle del collo.

Jimin- Dio...Micetta....

Sorrisi, ma non mi mossi.

Tu- Non riesco a muovermi, perciò mi lascio nelle tue mani e nelle tue fantasie più profonde.

Jimin- Micetta, se sei stanca non ti tocco.

Tu- Ma io voglio che tu lo faccia, ho aspettato ore interminabili prima di riaverti qui nel letto con me, e ora che ci sei voglio che tu mi scopi come non hai mai fatto prima d'ora.

Jimin grugní, si mise sopra di me, mi tolse gli ultimi due indumenti che coprivano le parti più importanti per lui, e non aspettò un secondo di più. Si levò i boxer, si passò una mano sull'asta per inumidirla con il suo seme, e prima che potesse entrare, si mise un preservativo, mentre con una mano palpava una mia tetta, e passava un dito attorno al mio capezzolo dolente.

Tu- T-ti....prego...

Dissi sfinita per quell'attesa così lunga e straziante.
Jimin passo una mano tra le mie grandi labbra e non appena sentí i miei umori inpregnarle le dita, perse la testa.

Tu- Scopami...

Jimin- Sarà fatto.

Inserì con un colpo secco la sua intimità dentro di me, mi fece urlare dal piacere e dal dolore. Mi riempí completamente tutta, mi accarezzò ovunque, mi baciò, mi marchiò, mi desiderò sempre di più...

Mi baciò intensamente con i suoi boccioli, non lasciandomi un minuto di tregua, entrava e usciva in me come se fosse perso nell'intensità del sesso che stavamo facendo. Io gli sgraffiavo la schiena, portai le gambe sul suo sedere per attirarlo ancor più dentro di me, volevo sentirlo tutto...

Tu- Ah....Jim-

Mi smorzò le parole dalla bocca, portando la sua bocca verso i miei capezzoli e succhiandoli avidamente, strinsi i suoi capelli in pugni serrati.
Il piacere che mi stava dando era immenso, qualcosa di spettacolare, così divino e succulento, non ne avrei mai avuto abbastanza.

Jimin- Si....Micetta....

Affondò in me sempre di più, bramando ogni spinta con selvaggità, gemendo insieme a me. Inarcai molte volte la schiena, strinsi le coperte in pugni, mentre lui continuava a baciami ovunque a mordermi ovunque e a spingere sempre di più.

Non appena fu quasi al culmine, Jimin riprese a baciarmi le labbra con delicatezza. Stava andando sempre veloce, ma il sesso selvaggio era diventato qualcosa di più calmo.
Spinse sempre di più, però con leggerezza, e infine esplose insieme a me gridando al piacere.

Si accasciò di lato, mi prese tra le braccia e mi lasciò un bacio sulla fronte pregna di sudore e mi diede la buonanotte.

Durante la notte la luminosità di qualcosa mi fece svegliare impaurita, davanti a me si stagliava Ernesto, il gatto con cui avevo fatto il patto.

Che cosa voleva?

Ernesto- Sono venuto soltanto a controllare come stavi, niente paura.

Era curioso, il suo sorriso enorme e i baffi anch'essi delle solite misure, erano inquietante, non si era mai fatto vedere da quando abbiamo stretto quel patto, il che mi fece venire tanti dubbi.

Tu- Perché sei qui?

Ernesto- Te l'ho detto, sono venuto a controllarti. Niente di speciale, soltanto una piccola visita.

Tu- Mi fa strano, c'è qualcosa che mi volevi dire?

Ernesto- No. Vedo che ti sei ambientata bene e in fretta in questi mesi.

Tu- Mmh...si. Con il mio padrone è tutto perfetto...

Lo guardo scrutandolo dalla testa hai piedi nel tentativo di scoprire ciò che veramente voleva controllare o dire.

Ernesto- Smettila di fissarmi un questo modo, non ho niente da dirti. Sono passato a controllare la tua situazione, e vedere in che condizioni era il tuo corpo.

Inarco un sopracciglio.

Tu- Che ha il mio corpo?

Ernesto- Niente, è ancora perfetto...

Tu- Che vuoi dire?

Ernesto- Niente, buona continuazione.

Tu- Asp-

Stavo per allungare la mano, quando davanti ai miei occhi appare una semplice nuvoletta luminosa.

Voleva controllare qualcosa...il mio corpo? Che ha? Sono in forma, è tutto perfetto, tutto è al suo posto, non capisco.

Guardo Jimin dormire beatamente accanto a me, il suo profilo rimarrà sempre il migliore tra quelli che ho visto fino ad adesso. La sua bellezza è inestimabile, è mio e nessuno potrà averlo.
Il suo destino è legato al mio dito, e il suo al mio.
Siamo destinati a stare insieme per l'eternità.

Gli tolgo una ciocca di capelli dalla fronte e mi rimetto sotto le coperte e lo ammiro, per tutta la notte.

<Cosa vorrà dire quest'improvvisa apparizione di Ernesto? Avete delle teorie?>

<Cosa vorrà dire quest'improvvisa apparizione di Ernesto? Avete delle teorie?>

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sᴇʀᴇɴᴅɪᴘɪᴛʏ- ᴘᴀʀᴋ ᴊɪᴍɪɴWhere stories live. Discover now