ATTENTA

23.6K 947 1.2K
                                    

Dopo quella sceneggiata avevo le mie risposte:

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Dopo quella sceneggiata avevo le mie risposte:

Piaccio a Draco Malfoy.
Percepisco la sua gelosia, in tutto, nelle domande che mi pone, nella risposte, nel suo modo di guardarmi e di stare attento a come e a chi guardo io.

Il ragazzo più amato dalla scuola, che per anni mi ha umiliata, mi desiderava; i suoi occhi e il suo corpo parlano chiaro.

Ma non potrei mai fidarmi di lui, per tale motivo devo fare di tutto per allontanarlo.
O forse..
Potrei prendermi la mia rivincita.

"Non andare da Cedric?"
Con quale voce in capitolo per l'esattezza?
Perché non dovrei?

Nel profondo, voglio farlo arrabbiare?
Si, certo, quindi..
Andrò.

Non sapendo la parola d'ordine, bussai.
Mi aprii Newt e chiesi di Cedric.
Mentre aspettavo che uscisse, vidi Draco dirigersi in sala comune serpeverde, situata accanto a quella dei tassorosso; stava insieme a Tom e Pansy e sapevo che non poteva dire e fare nulla in loro presenza.

Lo guardai dritto negli occhi e gli feci uno di quei sorrisi che lui era solito fare a me.

Voglio proprio vedere se ti arrabbierai davvero.

-"Ehi, sei venuta." sentii la voce di Cedric provenire dall'ingresso, così smisi di guardare Draco per voltarmi verso di lui -"Certo!" dissi con entusiasmo.
-"Beh allor-" fummo interrotti da qualcuno che sbatté la porta della sala comune serpeverde -"Ma che è successo?" chiese Cedric.
-"Mmm chissà, sarà stato il vento." feci spallucce -"Dicevi?"
Mi prese per mano -"Entra con me."

La sala comune tassorosso era molto diversa dalla nostra; colori accesi sul tono del giallo, piante sparse qua e là, molto illuminata, più calorosa e accogliente.

Cedric mi portò dritto nella sua stanza per evitare i chiacchiericci degli altri alunni e così diedi uno sguardo per ammirarla; era molto ordinata, anch'essa sul tono del giallo e sulla finestra teneva dei fiori bellissimi -"Come si chiamano?" chiesi.
-"Sono gigli." mise al posto la sua cartella che era poggiata sul letto.

Vicino la sua scrivania vi erano delle candele che profumavano di vaniglia, ne presi una in mano e la odorai.
-"Non pensare male, le ho accese solo per metterti a tuo agio.." sorrise.
-"Ah ma io non ho detto nulla." la riposai.
-"Siediti se vuoi..." mi fece cenno di avvicinarmi sul suo letto.
-"Ok.." mentre aspettò che mi sdraiassi, lui stava già disteso sul letto con la testa poggiata sulla sua stessa mano e io poi feci lo stesso; adesso eravamo uno di fronte all'altro.

-"Helena.. volevo dirti che, ti ho invitata qui per un motivo." abbassò lo sguardo -"Penso che tu sia una ragazza molto forte, quanto fragile, per questa ragione oggi sono rimasto in silenzio per tutta la lezione.. Credo che ogni parola possa essere superflua.." sospirò -"Ma se tu volessi parlarmi di qualcosa, qualsiasi cosa, io sono qui.."
Iniziai a fare dei disegni con l'indice sulle lenzuola -"Mh-mh."

TOXICDove le storie prendono vita. Scoprilo ora