Anime rotte

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Zayn

Arrivato alla festa con Niall e Lou si era separato da loro per cercare Liam. Sapeva che era alla festa e voleva risolvere le cose con lui. Doveva spiegargli cosa era successo, doveva raccontare cosa suo padre gli aveva detto e doveva guardarlo negli occhi, magari per l'ultima volta, per l'ultima sera, prima di lasciarsi cadere in quel buio che sapeva l'avrebbe rinchiuso. Non sapeva come sarebbe riuscito a parlargli, non sapeva se le cose da dire erano giuste o sbagliate, non sapeva se Liam lo avrebbe accettato o se ne sarebbe andato come hanno fatto tutti. Non si voleva sposare, il suo cuore apparteneva a Liam ma sapeva cosa avrebbe fatto suo padre se non lo avesse fatto. Liam non aveva idea di che famiglia aveva, di come era suo padre, non ne aveva la minima idea e non sapeva se avrebbe avuto il coraggio di dirglielo ma gli doveva almeno una spiegazione. Gli doveva spiegare perché non si era fatto sentire, gli doveva spiegare perché non gli aveva dato il buongiorno e perché l'aveva sbattuto fuori di casa facendolo uscire dalla finestra, questo glielo doveva. Lo vide lì, davanti alle scale, con un bicchiere in mano, sempre bellissimo. Aveva una canotta bianca che lasciava in bella vista i tatuaggi, dei jeans neri skinny che facevano risaltare le sue gambe slanciate, il ciuffo tirato all'insù in modo semplicemente perfetto, lui era perfetto e Zayn non voleva vedere quella perfezione e quel bagliore nei suoi occhi spezzarsi per colpa sua, ma gli doveva spiegare.

"Hey" dice con voce calma e un po' tremante, aveva paura.

"Ciao" il suo tono era diverso e Zayn lo sapeva, questa consapevolezza lo distrusse e distrusse tutte le certezze e incertezze che pensava di avere.

"Senti...Liam, dobbiamo parlare. Anzi io ti devo parlare"

"Parla, ti ascolto", lo guardò negli occhi, uno sguardo che gli scavava dentro, quegli sguardi ai quali non si può mentire.

"Ieri" si schiarì la voce "ieri so che ti ho fatto uscire dalla finestra, mi dispiace lo so ma..ma la mia famiglia non è"

"Non è come?" lo interruppe.

"Non è bella", fece un respiro profondo e scappò da quegli occhi, rifugiandosi a guardare il pavimento.

"Andiamo fuori" disse il moro. Gli prese un braccio, una stretta decisa ma dolce, il suo Liam. Quello che non avrebbe voluto spezzare, quello che gli ha appiccato un fuoco dentro che era alimentato sempre di più dal suo sguardo, come se fosse della benzina. Si fece portare all'esterno e si sedettero su una panchina in giardino. Zayn guardava Liam, Liam guardava Zayn e quest'ultimo riprese: "Non è una bella famiglia perfetta. Mio padre è pakistano, è venuto in Inghilterra 30 anni fa, scappando dai trambusti e dalle guerre del suo paese. Lasciò tutto, amici, famiglia, tutto ciò che aveva. Arrivato qui si trovò un lavoro e un appartamento in affitto, finchè non conobbe mia madre. Mio padre aveva abbandonato tutto laggiù, ma non la sua religione, non le regole e non il suo modo di vivere". Gli occhi stavano iniziando a pizzicargli, non aveva raccontato questa storia quasi a nessuno se non ai suoi migliori amici, ma a Liam doveva per fargli capire il resto. Fece un altro respiro profondo e continuò. "Io e mia sorella più piccola siamo cresciuti con le sue regole ma pensavamo entrambi che non le avrebbe rispettate tutte. Nel paese in cui è nato mio padre sono i genitori a decidere" un singhiozzo "sono i genitori a decidere il tuo futuro. Lì non puoi essere gay, non puoi fare sesso prima del matrimonio, e ti devi sposare quando e con chi decidono loro. Ieri quando ho sentito le chiavi avevo paura, mio padre è molto violento, sia a parole che a fatti e se non fai o sei come dice lui. Beh, te la fa pagare. Ieri era entrato lui in casa con un suo amico e, mi ha praticamente organizzato il futuro". I suoi occhi erano stracolmi di lacrime, i singhiozzi gli avevano rubato le parole. Liam lo guarda con gli occhi lucidi. Aveva capito e Zayn lo sapeva, abbassò lo sguardo per non veder frantumare l'unica persona che, per una volta, lo aveva fatto sentire vivo. Sapeva che da lì a pochi attimi l'unica persona che gli aveva fatto battere il cuore se ne sarebbe andata, era una storia proibita, una relazione senza inizio né fine, un qualcosa di inspiegabilmente bello ma che da lì a pochi secondi si sarebbe frantumato come un vaso di vetro quando cade. E quel vaso si spezzò, Liam si alzò dalla panchina, non lo guardò negli occhi, i pugni lungo i fianchi. Non si girò, non parlò, solo se ne andò. Zayn non sapeva se era meglio così, forse non guardarsi negli occhi lo avrebbe aiutato a non cadere più in basso ma sapeva che più in basso non si poteva andare. Quelle parole avevano rotto lui e il suo Liam, forse per sempre. Non erano nulla, non si erano detti nulla, non avevano definito i dettagli di ciò che erano perché non ce n'era bisogno, lo sapevano, ne erano certi ma ora, come le loro anime, quelle certezze si erano spezzate, come i loro cuori. Le parole non dette, i gesti non fatti tutto gettato al vento. Zayn rimase lì, su quella panchina, fissandosi le mani che si stavano torturando a vicenda. Le lacrime gli stavano rigando le guance, aveva visto la sua persona andarsene, non l'aveva visto in faccia ma sapeva che era delusa, ferita proprio come lo era lui. Non sa quanto passò seduto su quella panchina, senza mai alzare gli occhi, che ora bruciavano ed erano arrossati. Non vedeva chi passava e lo guardava, non gli interessava. Era arrivato al momento in cui non riusciva a raccogliere i pezzi, sapeva che erano caduti lì, su quel prato, ci si poteva specchiare ma non aveva la forza per chinarsi e rialzarsi. Non si era spezzato per lui, si era spezzato perché aveva spezzato Liam. I loro pezzi erano lì, insieme, mischiati ma nessuno dei due aveva la forza per poterli raccogliere. Non ora.

More Than This (Larry-Ziam)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora