Sempre con te

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Niall

"Dai Zayn, sono in stra ansia, non so come comportarmi o cosa devo fare. Andiamo da sua nonna quindi devo presentarmi o devo stare zitto? Devo chiederle se ha bisogno di qualcosa o aspettare che me le chieda lei? Quando ce ne andiamo la devo prendere per meno oppure no? E se la prendo per mano lei si sporterà o me la terrà? Se me la terrà gli dirò che sono felice? Però se le dico che sono felice può intendere che è come se le abbia detto ti amo, e se capisce che le ho detto ti amo mi dirà di non affrettare le cose e quando me lo dirà mi sentirò un'idiota, lei non mi bacerà e non vorrà più vedermi e"

"Niall smettila" dice Zayn quasi urlando per interrompere il suo amico logorroico. Niall non lo è, sia chiaro, ma quando è nervoso non riesce a stare zitto "Smettila ok? È solo Virginia, devi solo essere te stesso, a lei piaci per questo"

"E se io non le piaccio? Cioè come posso piacerle, lei è una dea e io non la merito"

"Smettila testa di cazzo, tu le piaci se no non ti avrebbe chiesto di uscire"

"E se l'ha fatto..."

"E BASTA!" urla Zayn sbattendo le mani sul tavolo innervosito da quel ragazzo biondo che continuava a farsi fisse mentali. Parla talmente veloce che non capisce nulla. Sono le 18:30 e Virginia finisce il turno. Si avvicina al tavolo dei due ragazzi: "Vado solo a cambiarmi e sono tutta tua" dice per poi andarsene sculettando come per tirarsela ma anche per attirare la sua attenzione, anche se non serviva. Zayn guarda il suo amico: "Sei completamente pazzo, e chiudi la bocca che non credo vorrebbe uscire con uno che sbava" dice ridendo. Niall lo guarda e gli fa una smorfia.

"Senti biondino, io vado, divertiti e, mi raccomando sii te stesso. Ci vediamo domani"

"Ok. Aiuto. Ho. Ansia. Ciao"

"Dai che ce la fai" e Zayn esce prendendo lo zaino. Niall rimane da solo per poco, Virginia arriva: "Eccomi, andiamo?"

"Ciao Virginia, si andiamo"

"Per favore chiamami Virgo" ed escono, Niall fa un cenno con la testa per farle capire che la chiamerà così.

"Allora....ehm...come è andata al...al lavoro?" chiede lui visibilmente nervoso. Virgo si accorge del suo tono nervoso e incerto, così gli pende la mano. Niall guarda prima lei, sta sorridendo, poi guarda la mano, e poi di nuovo lei. Sorride con un sorriso a trentadue denti.

"Tutto bene. Vorrei chiederti scusa se non sono venuta alla partita ma la nonna è stata male e non ho potuto lasciarla da sola. Mi sarebbe piaciuto tanto vederti giocare ma davvero sabato era un casino"

"Stai tranquilla, capisco. Sono felice che tu mi abbia chiesto di uscire" poi ci pensa e capisce che doveva stare zitto: 'Bravo Niall, adesso può pensare chestai andando troppo di fretta e non ti vorrà più parlare, è possibile che non riesci mai a stare zitto?!' ma la voce di Virgo interrompe i suoi pensieri: "Anche io sono felice che tu abbia accettato" dice sorridendo. Niall la guarda, è ammaliato e allo stesso tempo non capisce come una ragazza così bella come lei possa volere un ragazzo brutto come lui, o come si anche solo possibile che gli abbia chiesto di uscire. Ancora mano nella mano, lui e Virgo arrivano davanti ad un condominio un po' invecchiato dal tempo. Virgo prende le chiavi dalla borsa senza, però, togliere la mano. Apre la porta e si dirigono in ascensore. Il condominio avrà si e no 15 piani.
"Mia nonna sta all'ultimo". Virgo schiaccia il pulsante numero 16. Non smettono di guardarsi negli occhi, Niall si avvicina piano piano, finchè non suona la campanellina d'avviso dell'apertura delle porte, che si aprono davanti a loro. Lei suona il campanello ma ad aprire non è sua nonna. C'è una donna giovane e molto bella, avrà 40 anni. Gli occhi accecati dalle lacrime e un fazzoletto visibilmente usato in mano.

"Mamma che ci fai qui? Perché piangi? Dov'è la nonna?" dice Virgo con la voce spezzata, le lacrime che cominciano a spuntargli sugli occhi. Aveva capito tutto. Stacca la mano da Niall e corre dentro. La mamma guarda quel ragazzo biondo sull'uscio e con un semplice cenno gli dice di entrare, poi raggiunge la figlia. Niall chiude la porta, non sa come comportarsi, non è mei stato in questa situazione. Si dirige verso una stanza matrimoniale passando per un piccolo corridoio pieno di foto in bianco e nero incorniciate e appese sul muro. Arrivato sulla soglia vede un'infermiera, probabilmente ingaggiata per stare con la nonna, che le sta togliendo il respiratore e la flebo. Virginia è piegata sul letto, stringendosi al corpo freddo e immobile della nonna e piangendo come non ha mai fatto. Niall passa davanti alla madre, anche lei distrutta. Si mette dietro Virginia le mette le mani sulle spalle. Lei si alza di scatto. Si gira e lo abbraccia, lo stringe forte come se avesse bisogno di una spalla su cui piangere. Niall le circonda un braccio intorno al bacino e una mano sui capelli, che accarezza per tranquillizzarla. All'orecchio, tra un singhiozzo e l'altro gli sussurra frasi confortanti anche se sa che servono a poco. Dopo 10 minuti stretta a Niall si stacca da quell'abbraccio così caldo ma allo stesso tempo così inutile. Si strofina gli occhi ancora umidi e incredibilmente rossi e si avvicina al letto. Prende in mano il lenzuolo ai piedi del corpo e lo tira su, coprendolo fino alla testa. Poi cerca di nuovo quelle braccia forti e quel conforto che Niall le stava dando. Lui è lì, immobile, senza sapere cosa fare. L'unica cosa che sa è che lei ha bisogno di lui e lui non la lascia. La accoglie di nuovo tra le braccia. La mamma, ancora ferma sulla porta, li guarda e con la voce rotta dice: "Non...non mi sono presentata, piacere Michela. Non è il modo migliore per conoscerci" dice con gli occhi più rossi di sua figlia.

"Piacere Niall, mi dispiace esere qui in una situazione così" dice con ancora Virgo stretta tra le braccia.

"Non scherzare, mia figlia ha bisogno di te. Volete un tè?"

"Io si mamma" dice Virgo con una vocina sottile e piena di dolore mentre stringe sempre più forte Niall.

"Anche per me grazie mille" dice lui quasi in silenzio, come se non volesse disturbare il dolore presente in quella casa. Tutti e tre si dirigono in cucina. Virgo si gira ancora una volta verso il corpo della nonna e le manda un bacio, poi si gira e, con Niall, raggiunge la mamma. Per tutto il tempo nella casa non riecheggiava nessun rumore se non l'infermiera che metteva apposto i macchinari e le medicine. Michela, Virginia e Niall si siedono al tavolo rotondo in mezzo alla cucina. Una cucina molto grande per un appartamento, di un arancione scuro. I mobili bianchi e il ripiano di marmo. Le tazze con all'interno il tè sono tutte e tre nere con delle stelle oro. Virgo fissa la sua e con quel filo di voce che gli è rimasta dice: "Era la sua preferita" e una lacrima le scende dall'occhio, percorrendo tutta la guancia e cadendo sulla mano di Niall che sta tenendo la sua.

"Forse è meglio che vada, tu e tua mamma avete bisogno di stare tra di voi" dice Niall sussurrando. Virgo si gira di scatto e con uno sguardo supplicante apre la bocca: "Per favore, non te ne andare, ho bisogno di te". La sua mano stringe sempre di più quella di Niall che le risponde: "Tranquilla, io sono qui, non ti lascio". E dice la verità. Stanno per quasi un'ora seduti lì, su quel tavolo rotondo in legno massiccio ricoperto da una tovaglia gialla. Virgo non ha mai lasciato la sua mano e Niall non aveva intenzione di fargliela lasciare. Lì, tra un pianto e un abbraccio dietro l'altro, si erano fatte le 20. Michela guarda sua figlia, che aveva la testa appoggiata sulla spalla dell'amico, e chiede: "Volete cenare?"

"Non lo so mamma" dice lei senza staccare la testa da quella spalla larga.

Poi si rivolge a Niall: "Tu ti fermi qui?". Niall gira un po' la testa e guarda Virginia come per chiederle il consenso. Lei fa si con la testa: "Va bene signora, resto qui con sua figlia se non è un problema"

"Certo che non lo è". Apre il frigo e tira fuori due contenitori: uno con all'interno la carne e l'altro con le patate, probabilmente cotte in padella. Poi inizia a preparare il tavolo. Niall vuole aiutare ma Virgo non ha la forza di staccarsi e lui le ha fatto una promessa e non se ne andrà. Anche la cena si svolge in assoluto silenzio. Non c'era neanche più il rumore dell'infermiera che riordinava. Se n'era andata poco prima. La casa era di un silenzio dolorante e da far uscire pazzi. Niall era lì, vicino a Virgo che aveva ancora gli occhi rossi e mano nella mano.

More Than This (Larry-Ziam)Where stories live. Discover now