I just want explanations

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6 ore prima

Harry

Si sentiva una merda, una vera merda. Lo aveva visto, aveva visto in quel blu le tracce degli squarci che lui e le sue parole gli avevano provocato. L'aveva fatto di nuovo, aveva fatto soffrire l'unica persona che, dopo lei lo amava. E anche lui amava Lou, ma non voleva. Non voleva far soffrire un'altra persona. Non voleva che succedesse ancora ma una parte di lui sapeva che non poteva essere diversamente, perché, come ha ripetuto anche a Liam, ogni cosa che lui toccava marciva, moriva, soffriva. E fu esattamente lì che capì di aver fatto un enorme stronzata. Tirò un pugno contro la porta di camera sua, gettò a terra le cose che erano poste sulla sua scrivania, ogni foglio di carta, ogni foto, ogni penna gettata sul pavimento. Poi passò alle mensole e all'armadio, gettando i vestiti tutti per terra in un modo così brutale che si faceva paura da solo, ma questo non lo fermò. Passò al letto, lo disfò, prese i cuscini e li ruppe, trovandosi la stanza interamente coperta di piume. Intanto urlava, urlava fortissimo, urlava da non sentire più la voce, la gola, le corde vocali. Non esistevano più. Dopo la camera passò di nuovo al muro. Diede pugni talmente forti da tagliarsi le nocche, e così, oltre a non sentire più le corde vocali, non sentiva nemmeno più le mani. Conoscete Harry e sapete che piuttosto che sentire il dolore interiore preferiva farsi del male fisico. Ma non bastò. Perché l'amore verso Lou e la consapevolezza di avergli fatto del male lo stavano logorando dentro. Era in una prigione fatta di rabbia e disperazione, coperto da lividi sulle mani e infiammazione alle corde vocali. Si sentiva morire e, in un certo senso, voleva farlo.

Andò in bagno e si guardò allo specchio. Oltre alla rabbia chiaramente visibile ora iniziavano anche a scendere le lacrime. Si odiava, odiava tutto ciò che era diventato, tutto ciò che aveva fatto. Il suo riflesso non gli piaceva per niente così, invece di affrontare quel riflesso, decise di gettarlo via, tirando un pugno al vetro, che si frantumò a contatto con le sue nocche. Si tagliò con il vetro ma non gli interessava. Non sentiva nulla. Da quando Lou aveva chiuso quella porta. E le sue parole tornarono:

"Non ti preoccupare di questo, non lo avrei fatto comunque"

Non sarebbe più entrato in casa sua, non avrebbe più rivisto il blu dei suoi occhi, il tuo sorriso, i suoi capelli. Non avrebbe più assaporato le sue labbra sottili ma morbide, non avrebbe più toccato quegli addominali, quei tatuaggi, quelle braccia, quelle spalle. Non avrebbero più fatto l'amore, non si sarebbe più salvato. E fu lì, pensando a quelle cose che aprì l'anta del bagno e cercò qualsiasi cosa. Già si sentiva morire, senza Lou non poteva andare avanti. Non con la consapevolezza di avergli fatto del male, non con il senso di colpa di aver fatto soffrire di nuovo l'unica persona che lo ha amato e ha amato dopo lei. Voleva essere diverso, e sperava fosse così, ma la paura dopo che Louis aveva pronunciato quelle due paroline aveva preso il sopravvento. Aveva voluto rispondergli 'anche io', avrebbe voluto dirgli la verità ma doveva allontanarlo prima che si facesse troppo male. Sapeva che gli aveva fatto male comportandosi così ma sapeva che d'ora in poi non avrebbe più fatto del male a nessuno: avrebbe accontentato suo padre, sua madre, non avrebbe più fatto del male a Lou, il suo amore, non sarebbe più stato un peso per i suoi amici. Aveva deciso.

Prese la boccetta di antidolorifici che teneva sempre per quando faceva risse o si faceva male. La boccetta era piena. Uscì dal bagno cercando di schivare i vetri dello specchio che aveva appena rotto. Andò in salotto e si sedette su quel divano che fino a poco prima aveva ospitato il suo corpo nudo, unito a quello, altrettanto nudo, di Lou. Fissava la boccetta e intanto pensava al suo lui. Non era mai stato suo e non lo sarebbe mai stato. Ma ci pensava.

"Oops, scusa non ti avevo visto per..."

Era stata la prima volta che sentiva la sua voce, così calma e profonda. Dispiaciuta per avergli quasi tirato la porta in faccia. E lui l'aveva trattato di merda. Se le ricordava a memoria le parole che gli aveva rivolto dopo che lui era dispiaciuto. Gli aveva detto: "Ma sei stupido? Stai attento la prossima volta". Non avrebbe voluto essere scontroso, ma lui era Harry Edward Styles, come poteva non esserlo.

More Than This (Larry-Ziam)Where stories live. Discover now