Capitolo 11 parte 1

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Cominciai a darmi una spinta, dato che non volevo correre il rischio di essere segnato assente ma a meno che il prof non fosse stato sottoposto a un lavaggio del cervello era impensabile che fosse già in classe con Ippolito che pareva voler staccare il volto della mia ex a furia di baci. Non avevo molta voglia di intavolare una conversazione con loro, sopratutto dopo il fatto che mi avevano lasciato completamente solo. Begli amici di infanzia che erano!

Avvicinandomi, riuscì a distinguere i loro tratti. Ippolito era la brutta copia di Ed Sheeran, con il naso troppo grande e schiacciato stile Shrek e gli occhi piccoli castani infossati, mentre Agnese era sempre stata bella con i suoi capelli neri come la notte e gli occhi castano chiaro da cerbiatta. I due erano come il giorno e la notte, sia di aspetto che di carattere. Anche se Ippolito aveva perso peso da quando aveva cominciato a giocare a calcio si intravvedeva ancora un qualcosa che ricordava il suo lato da sfigato e preso in giro, mentre Agnese aveva sempre avuto un corpo sottile e leggiadro, delicato come una piccola farfalla. E per il carattere manco parlarne.

Scossi la testa, non dovevo continuare a pensare a quei traditori, e continuai ad avanzare, architettando nella mente un piano a prova di bomba. Sarei sgattaiolato di soppiatto in classe senza lasciare loro il tempo di rendersi conto di chi era passato loro di fianco. Sarei stato più veloce di Bolt, anche se con la sedia a rotelle sarebbe stato di certo in problema. Ma dovevo farcela altrimenti sarei caduto vittima di una situazione talmente imbarazzante che mi avrebbe fatto venire una voglia matta di defenestrarmi.

Mi avvicinai sempre di più e ancora non si erano accorti della mia presenza. Forse la fortuna aveva deciso di girare dalla mia parte dopo mesi di latitanza.

Quando fui a pochissimi metri andò tutto a puttane.

I due si staccarono dall'effusione a luci rosse che si erano scambiati fino a quel momento, e oltre che trovarmi il brutto volto da rospo di Ippolito ebbi la possibilità di vedere la mia ormai ex ragazza con le guance arrossate che cercava di riprendersi da quella piccola parentesi di finto erotismo. Agnese si staccò da Ippolito e abbassò lo sguardo cercando di nascondere, malamente, l'imbarazzo.

Imbarazzo di cosa effettivamente? Il strusciarsi contro il corpo di uno che avrebbe rotto gli specchi al suo passaggio, oltre che avermi tradito con lui? Oppure l'imbarazzo che provava nel vedermi nelle mie condizioni?
Effettivamente io e lei non avevamo ufficialmente rotto ma sembrava palese dal suo comportamento, oltre che rapporto, con Faccia da rospo.

Per quanto riguardava invece il mio essere poteva benissimo voltarsi dall'altra parte se le dava fastidio quello che vedeva. Non avevo bisogno della sua pietà né di nessun'altra cosa da parte sua. Era da tempo che era nell'aria ma oggi avevo avuto la prova che fosse effettivamente chiusa tra noi.

Non sprecai neanche una mole di ossigeno per rivolgere loro la parola e ignorandoli mi spinsi con la sedia a rotelle all'interno della classe. Era la stessa dell'anno scorso, con le pareti un tempo bianche, ora piene di scritte e disegnini oltre che dei segni neri lasciati dai banchi che strusciavano contro la superficie, i tre caloriferi appostati sotto le finestre, il luogo peggiore dove sedersi sopratutto d'inverno, e per finire i banchi da due postazioni rettangolari e in legno chiaro.

Non appena entrai avvertì subito tutti gli sguardi dei presenti sul sottoscritto, e li odiai uno ad uno. Prima gli sguardi ardevano di adorazione, ora di pietà. Per quel che mi riguardava potevano benissimo cavarsi gli occhi. O se non  volevano lo avrei fatto io. Chissà quanti anni di carcere mi sarei beccato per una cosa del gener...

«Molto bene ragazzi. Prendete posto» gracchiò la voce della prof di biochimica alle mie spalle, interrompendo bruscamente i miei pensieri criminali. Mi voltai parzialmente e me la trovai a pochi metri di distanza. Non è che stessi nella pelle a vederla dato che era ormai constatato che mi odiava ma ora con quelle sopracciglia folte e sgraziate arcuate sprizzava una certa dose di fastidio, come se il mio ritorno significasse solo rogne.

È Tutta Una Questione di ChimicaWhere stories live. Discover now