Capitolo 32 parte 1

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Tornai a scuola dopo neanche due giorni di ozio quasi completo. Akira si era premurato, da bravo secchione, che non rimanessi indietro con lo studio e con i compiti assegnati, addentrandosi, addirittura, nel territorio ostile della mia classe, vista la rivalità che regnava da sempre tra i due percorsi di studio.
Manco da malato avevo vita semplice!

Non ebbi quasi neanche il tempo di metabolizzare dove mi trovavo e cosa dovevo fare della mia vita durante quella lunghissima mattinata di scuola, che mi ritrovai di fronte Quattrocchi, perché Rotturadipalle oltre che essere poco carino era troppo lungo anche solo da pensare.

«Si fa da te o da me?» mi domandò con voce carica di speranza.

Il primo pensiero fu abbastanza sconcio, ma subito dopo capì a cosa si stesse riferendo.

Alzai distrattamente il volto dal banco su cui avevo cominciato a disegnare, con tutte le mie abilità artistiche pressochè nulle, dei palloni da calcio, incrociando gli occhi pieni di speranza del mio carissimo compagno. Non aveva ancora capito che non doveva respirare la mia stessa aria?

Non capivo perchè tale restietudine nei suoi confronti, forse la sua aria saccente da secchione oppure che volesse attaccare bottone con me anche se non gradito.

«Da nessuna parte» fu tutto ciò che ebbi da dire. Non aveva senso perdersi in inutili discorsi con lui, sarebbe stata solo una perdita di ossigeno ed energia e nient'altro.

Lui si aggiustò gli occhiali con fare nervoso. «Ma la professoressa ha specificato che...»

«Non me ne frega in cazzo, se devo essere sincero. Ognuno prepara la sua parte, se la studia e alla fine mettiamo insieme le due cose il giorno della presentazione. Che c'è di tanto difficile?»

Lui non demorse. Dovevo dargli atto che era piuttosto fermo sulle sue posizioni, ma aveva trovato la persona sbagliata contro cui scontrarsi.

All'ennesima lamentela sboccai. «Non mi piace che qualcuno venga a ficcanasare a casa mia e la cosa è reciproca con altri posti. Preferisco lavorare da solo».

«Però con quel tale dell'altra classe ci lavori no?»

A quelle parole mi irrigidì. «Che cazzo hai detto?»

«Sai a chi mi sto riferendo. Il ragazzo asiatico di BA*. Passate un sacco di tempo insieme e molti vi hanno visto andare via in compagnia».

«Cazzo c'entra? Ti rammento che mi ha fatto da tutor per recuperare le materie prima del mio rientro».

Sterilizzare in quelle parole il mio rapporto con Akira mi fece male ma se volevo difendere ciò che c'era tra noi avrei dovuto sottostare a quel sacrificio. Solo che Quattrocchi mi stava mettendo all'angolo, e questo non andava bene per niente. Maledetto stronzo.

«Le vostre lezioni sono finite. Perchè continuare a frequentarvi?»

«Coltivo semplicemente le amicizie che per me contano sul serio» ribattei, stringendo le mani sui braccioli della sedia a rotelle.

«Dovrai concedermi parte del tuo tempo. Non posso permettermi un'insufficienza solo perchè non sei stato in grado di collaborare».

Ah, quindi sarebbe stata colpa mia? Non pensavo che a Quattrocchi interessasse così tanto la sua carriera scolastica. Che fosse un secchione era risaputo ma non a questo livello.

Feci per ribattere quando entrò la professoressa.

«Prof, è vero che la presentazione va svolta a coppie e non singolarmente?» domandò lui con sguardo angelico, non appena fu tornato al suo posto.

Maledetto stronzo parte due.

«Esattamente Casale. Mi sembra doveroso ricordarvi anche che entrambi i membri della coppia dovranno conoscere l'intero argomento che porteranno e non solo la loro parte principale. Per cui collaborare è fondamentale per la buona riuscita della presentazione».

È Tutta Una Questione di ChimicaWhere stories live. Discover now