Capitolo 30

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Qualche giorno dopo diventai partecipe a quello che sarebbe potuto diventare benissimo lo shock più grande della mia vita. Successe quando, non appena svoltai l'angolo del corridoio alla ricerca di un angolino appartato in cui stare in santa pace (Akira aveva il tema, per cui non potevamo passare quella ricreazione insieme) andai quasi a sbattere contro due figure che si stavano baciando con tale impeto da farmi sentire un sempliciotto alle prime armi.

Solo che la figura più bassa sembrava di averla già vista da qualche parte, e i capelli di quello più alto...

Oh...porca miseria!

Erano Roberto e Capelli Tinti!

I due si staccarono all'improvviso, interrotti dal mio arrivo.

Il volto di Roberto arrossì mentre Capelli si limitò a rivolgermi un'occhiata di sufficienza come a sfidarmi a dire qualcosa. Forse sperava in qualcosa di sconveniente in modo da avere una scusa per attaccare briga.

Invece si limitò a rivolgere qualche parola a Roberto, un debole sussurro che mi parve suonare come qualcosa del tipo: "Ci vediamo in classe" prima di allontanarsi, lasciandoci da soli.

Roberto rimase con lo sguardo basso, come se sperasse che si aprisse una voragine sotto i suoi piedi per toglierlo dall'imbarazzo. E lo stesso speravo anch'io.

I segnali c'erano tutti ma avere la conferma dei propri sospetti in quel modo era tutt'altra cosa. La sua eccessiva premura, il fatto che tirasse fuori gli artigli ogni volta che lo trovava in difficolta erano segnali lampanti. Era quello che avrei fatto anch'io per Akira.
Roberto era sempre stato del Trio di Nerd quello che si era dimostrato più gentile nei miei confronti (Anonimo non si poteva contare perchè era come se non ci fosse), e cercava sempre un modo per togliermi da situazioni di disagio. Ora toccava a me alleggerire il momento.

«Non sapevo che ti frequentassi Cap...ehm Simone».

Roberto, sempre evitando il mio sguardo, fece spallucce, come se stesse cercando di apparire sicuro di sè.

«Non è una vera e propria...insomma io e lui...ecco...» cominciò andando poi a concludere il suo discoro con parole appena borbottate.

«Lo vedo cone ti guarda» dissi comprensivo. Cos'era, da quando mi ero innamoraro di Akira mi ero trasformato magicamente in Cupido? Ero diventato un autentico dio dell'amore. Psicologi scansateve, fate largo al Re delle questioni amorose.

Finalmente Roberto alzò lo sguardo, in cui lessi un certo smarrimento.

«Stiamo provando a vedere come ci troviamo insieme. È piacevole stare in sua compagnia ma a volte si comporta in modo troppo apprensivo e questo mi provoca un la sensazione...di soffocamento». Mise poi le mani avanti. «Non mi fraintendere. Simone è un bravo ragazzo ma a volte mi sembra che possa...tarparmi le ali».

«Lo si nota. Dev'essere il suo modo per mostrarti che tiene a te, che io condivida o meno».

Roberto annuì. «Non lo metto in discussione, solo che dovrebbe lasciarmi un po' di spazio».

«E perchè non glielo dici? Sono certo che capirebbe» dissi senza crederci più di tanto. Se Capelli Tinti era cocciuto tanto quanto il sottoscritto sarebbe stato difficile fargli cambiare idea.

Con Agnese ero sempre stato uno che le lasciava i suoi spazi, insomma stavamo insieme senza però condannarla alla reclusione in una gabbia dorata.

«Non so se...»

«Dovrà farsene una ragione. Deve imparare a starsene al suo posto».

Roberto sorrise.

«Come mai ti trovo così ispirato?»

È Tutta Una Questione di ChimicaWhere stories live. Discover now