7. Le tre dell'Ave Maria

45 4 0
                                    

"E quindi Mr. Treat-people-with-kindness in realtà è uno stronzo di prima categoria."

"Beh dai le ha inviato un messaggio, io lo capisco."

"Pronto? È la figlia di Katie Leroy! Secondo te ha bisogno di farsi assumere da sua madre per avvicinarsi a lui." Io rido in quanto nonostante la protagonista della storia sia io, il battibecco ormai è tra Leen e Ada. Beverly invece continua a cercare di capire come far riprendere il suo telefono a volte addirittura lanciandolo contro il muro.

"Bev così lo distruggi ancora di più."

"Sta zitta Venus, questo IPhone deve capire che comando io." Le mie risate si intensificano fino a quando non sentiamo bussare alla porta e sono io a precipitarmi per aprire scendendo dallo sgabello. Quando spalanco la porta è David a fare capolino.

"Posso o c'è una riunione tra ragazze in corso?"

"Mr. Jenkins, oddio!" Le tre studentesse vanno in visibilio alla vista del rettore ed io alzo gli occhi al cielo ridendo della scena mentre Earleen controlla i suoi capelli.

"Signorine Mendez, Aston, Thompson, scusate l'intromissione ma dovrei parlare con Venus." Si introduce lui e loro annuiscono frenetiche.

"Ragazze, conoscete mia madre ormai, non mi sembra carino sbattere le ciglia a David." Loro arrossiscono in un lampo mentre io e l'uomo riprendiamo a ridere.

"Qual buon vento ti porta qui David, capricci di mamma?" Chiedo.

"No, solo che lei questa mattina è occupata e ho colto l'occasione per portarti io le notizie." Prende a camminare nell'appartamento e ruba un biscotto che io e Ada abbiamo fatto ieri pomeriggio.

"Buoni i biscotti." Commenta dopo infatti.

"Grazie, quindi? Quali e quante sono queste notizie?" Chiedo subito curiosa.

"Sono due. La prima è che questo fine settimana ti raggiunge Mauro-"

"Arriva papà?" Incrocio le dita delle mani tra loro, allargo il mio sorriso e i miei occhi sono sicura che abbiano iniziato a brillare.

"Sì, in realtà voleva farti una sorpresa, ma ho voluto avvisarti per aiutarti ad organizzare i tuoi impegni. Dovrebbe arrivare sabato pomeriggio e riparte martedì mattina. Fingi di non saperlo quando arriverà insomma." Mi fa un occhiolino e mentalmente lo ringrazio perché effettivamente devo incastrare un po' di cose.

"La seconda?"

"Vorrei sapere perché l'assistente di Harry Styles mi ha chiamato chiedendomi di te e un modo per arrivare nel dormitorio senza essere assalito." Ada sputa il te che si era preparata.

"Harry è il figlio della donna per cui lavoro." So dire semplicemente, scioccata come le mie tre amiche.

"E questo lo so, Katie mi ha detto anche che il vostro incontro non è andato nel migliore dei modi, se c'è solo questo..."

"Sì David, solo questo e anche se fosse dovresti farti gli affari tuoi." Mi chiudo a riccio istantaneamente.

"Venus, non sono qui per giudicarti, non è affar mio quello che decidi di fare con i ragazzi, solo voglio capire se effettivamente tu vuoi che lui ti raggiunga, per proteggerti." È strano sentire questa parola dalla bocca di David.

Sono qui a Redditch da due sole settimane, prima di adesso solo qualche saluto di circostanza tra me e lui o tra me e mia madre e ora che il nostro rapporto si sta stringendo non so se mi abituerò presto a stare bene con loro. Senz'altro mi piace l'idea di sapere che mia madre non è orribile come credevo e che neanche David lo sia ma poi mi viene da pensare a papà. Mio padre. L'uomo abbandonato con una figlia di undici anni e che la ha tirata su da solo facendo anche un ottimo lavoro. È lui a meritare la mia totale fiducia, non loro. Loro non hanno fatto nulla per ottenerla, solo mio padre ne è degno.

"David, passami il numero del suo assistente, ci parlo io con Mr. Rompiamo-il-cazzo-a-David-perché-forse-non-ho-rotto-il-cazzo-abbastanza-a-lei." Lui ridacchia e prende il suo telefono inoltrandomi su Whatsapp il contatto.

"Il mio lavoro qui è finito, signorine, ci si vede. E mi raccomando studiate. Thompson, tu hai un esame tra una settimana, forza a studiare." Sorride David congedandosi ed io ammiro la dedizione che ha per il suo lavoro, l'attenzione per i suoi studenti, la capacità di istaurare un rapporto affettuoso e quella di farsi comunque rispettare e temere quando necessario.

"Certo Mr. Jenkins, buona serata." Salutano loro.

"Ciao David." Saluto invece io.

"Venus, quando vuoi, fai un salto a Birmingham, tua madre è sempre felice di vederti." Mi ricorda ed io annuisco chiudendo la porta e pensando al mio frigo vuoto e alla tavola imbandita la sera che ho dormito da loro. Appena il tonfo della porta si espande nell'appartamento le tre dell'Ave Maria mi assaltano.

"CHIAMALO! ORA!" Grida Beverly ed io l'accontento sfamando la mia solita curiosità. È molto ricorrente, ormai l'avrete capito. Dopo tre squilli, l'assistente mi risponde ed io metto in vivavoce.

"Pronto?"

"Pronto, sono Venus Giove, parlo con l'assistente di Harry Styles?"

"Sì signorina, parla con me. Vuole che riferisca qualche messaggio?"

"Voglio parlare con lui."

"Al momento Mr. Styles è occupato."

"Non chiamerò un'altra volta quindi riferisca a Mr. Styles. Ora o mai più." L'assistente borbotta qualcosa e si sente una voce rispondere, attendo e dopo un fruscio, finalmente sento la voce per cui ho chiamato.

"Pronto."

"Mr. Styles, cos'è questa pagliacciata. Non può disturbare Mr. Jenkins quando vuole."

"Eppure l'ho fatto Venus." Risponde lui arrogante e Bev alza gli occhi al cielo mimando di volerlo strangolare.

"Mi interessano ben poco i suoi pruriti."

"E cosa le interessa invece?"

"Il perché vuole intrufolarsi nel mio dormitorio."

"Avrei potuto discutere di questo solo con Mr. Jenkins, è lui il rettore. È per questo che ho chiamato lui e non te."

"Non mi ha chiamata perché non aveva il mio numero, quello del college invece è su Internet."

"Avrei potuto chiederlo a mia madre."

"Insomma, perché ha chiamato!"

"Volevo chiederti un appuntamento, Venus." Le mie amiche sgranano gli occhi mentre il mio cuore perde un battito e la me quattordicenne è già praticamente venuta.

"Come mai Mr. Styles?"

"Mia madre non vuole assolutamente perderti e io voglio conoscerti per provare a capire il perché."

"Quello che fa sua madre non le riguarda, è grande e vaccinata." Lui semplicemente ridacchia.

"Sei libera venerdì sera?"

"Dovrei."

"Passo a prenderti, cerca di non farlo sapere a nessuno se vuoi arrivare in qualche posto e non essere fermata dai paparazzi."

"Dove andiamo? Come mi vesto?"

"Informale."

"Okay, a venerdì allora."

"Ah e Venus!" Mi richiama.

"Mi dica Mr. Styles."

"Portami un autografo di tua madre se puoi." E io gli riattacco in faccia.

My Aphrodite [h.s]Wo Geschichten leben. Entdecke jetzt