11. Chiavi-della-stanza gate

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"Com'è andata con Harry ieri sera?" Chiede mia madre mentre arrotolo i miei spaghetti.

"Harry chi?" Chiede mio padre subito.

"Quindi hai deciso di vederlo?" Chiede anche David.

"HARRY CHI?" Ribadisce papà.

"Harry Styles e non capisco perché vi facciate tutti questi problemi, è il figlio della donna per cui lavoro e voleva un autografo di mia madre, è tutto apposto." Non è ovviamente nulla apposto.

"Sono ottimi questi spaghetti Katie." Si complimenta David.

"Ha fatto tutto Venus, infatti." Ridacchia lei.

"Come vanno gli affari Mauro?" Chiede poi David a papà che per fortuna si è sciolto un po' e si sta godendo la cena.

"Tutto apposto come sempre, ogni tanto la casa è vuota senza Venus Giove che grida per avere Alfredo o per cercare la sua carta di credito. È strano tornare a casa e non trovarla." Risponde mio padre.

"A proposito mamma consigliami un parrucchiere dove aggiustare la frangetta." Mi ricordo di chiederle e lei annuisce.

"Beh senz'altro tu e Venus siete molto legati." Commenta poi mamma.

"Io ho sempre e solo avuto lui." E queste mie parole, anche involontariamente, feriscono la donna al mio fianco.

"Venus." Mi rimprovera papà.

"Si è fatto tardi e io non voglio tornare a Redditch di notte, in più Ada è da Chad questa sera, dal suo ragazzo. Papà, andiamo, che dici?" Cerco di evitare il discorso e lui mi regge il gioco congedandoci. Sull'uscio mamma mi richiama.

"Venus, vorrei chiederti scusa. Ho sempre e solo trovato giustificazioni al mio comportamento ma io dovrei solo e sinceramente scusarmi con te Venus perché di giustificazioni non ne ho. Quello che è successo tra me, tuo padre e David non avrebbe dovuto intaccare noi due e mi dispiace Venus. Scusa. Dal più profondo del mio cuore." La sua testa è per la prima volta forse in vita sua abbassata e io le sorrido.

"Non te ne ho mai fatta una colpa." Dico prima di raggiungere mio padre che è già seduto in macchina. Il viaggio di ritorno è silenzioso e amaro e io lo accompagno solamente nel suo albergo a Redditch salutandolo e dandogli appuntamento alla mattina dopo mentre, stanca, penso a quando sarò di nuovo nella 41b a mangiare gelato con un bel film romantico dato che oggi l'appartamento è tutto per me. Quando arrivo e inserisco le chiavi nella toppa noto che non ci sono mandate, segno che Ada forse non è ancora andata via.

"ADA!" Grido infatti per avvisarla del mio arrivo appena chiudo la porta alle mie spalle.

"Non hai idea di quanto poco ci voglia a corrompere la segreteria per avere le chiavi di una stanza." Il panico mi fa emettere un urlo ma per fortuna riesco a riconoscere la voce di Harry prima di svenire.

"HARRY! MA CHE DIAVOLO CI FAI QUI? MI HAI FATTO PRENDERE UN INFARTO!" Gli grido con una mano sul petto.

"Sembrava impossibile raggiungerti telefonicamente oggi e mi sono visto costretto a venire qui."

"Non vedo il motivo per il quale tu debba contattarmi."

"Forse perché ieri sera a quest'ora stavamo scopando?"

"Esatto, non vedo ancora il problema. Harry, abbiamo fatto sesso e siamo entrambe persone mature e con una visione delle relazioni molto poligama quindi non vedo ancora dov'è l'ostacolo."

"Devo ancora capire se sei troia o stronza." Mi guarda assottigliando gli occhi mentre io ruoto i miei al cielo.

"Nessuna delle due o forse entrambe ma non credo che tu sia meglio di me."

"No, sono forse il peggior uomo in queste situazioni, ma vorrei capire perché sei praticamente scappata dal mio letto questa mattina."

"Non mi andava di incontrarti."

"Ma che cazzo. Perché?"

"Perché sono molto orgogliosa Harry e non mi piace essere cacciata o intortata con orribili scuse, ti ho risparmiato la fatica e me ne sono andata."

"Non ti avrei cacciata Venus, solo un idiota lo avrebbe fatto questa mattina." Mi guarda con un cipiglio sul volto e i suoi occhi verdi sembrano più scuri. Dopo alcuni istanti sbuffa e passa una mano tra i suoi capelli scompigliandoli per poi poggiare le mani sui fianchi.

"Venus, perché sei venuta a letto con me ieri sera?" Mi chiede.

"Harry, mi andava e l'ho fatto, non ho una spiegazione per tutte le cazzate che faccio."

"Solo io non credevo tu avresti ceduto tanto presto." Scoppio a ridergli in faccia.

"Ceduto? Vabbè Harry mi dispiace di aver intaccato il tuo orgoglio maschile ma sono davvero stanca questa sera e-"

"Vieni a cena con me."

"Harry per favore, sei stanco e lo sono anche io. Non ci vedremo per mesi probabilmente quindi se la cosa ti crea problemi puoi anche fare finta che non sia successa, ovviamente non lo dirò a tua madre."

"Venus, voglio che tu venga a cena con me."

"Non posso Harry, tra tua madre, gli esami, mia madre, io non ho tempo per queste cose."

"Okay allora io vado, forse mi sono fatto un'idea sbagliata di te. Cancella il mio numero per favore e parto domani per Los Angeles, non mi vedrai per un bel po' di tempo per tua fortuna." Harry esce dalla 41b e io torno in solitudine. Guardo il suo numero nel telefono, tengo premuto per cancellarlo ma qualcosa mi blocca. Forza Venus, ne hai abbandonati tanti il giorno dopo, cancella il suo numero! Eppure non riesco proprio e così lo salvo. Harry. Solo il suo nome, solo un ragazzo come tanti altri e non il fenomeno di X-Factor. Harry nella sua schiettezza, nella sua genuinità, Harry che mi offre una cena da Fast Food nella sua casa da milionario. E poi io ed Harry, in quel letto, noi due, lui che geme il mio nome e mi manda fuori di testa come solo Tazio ha saputo fare prima.

Avrà provato ciò che ho provato io? Avrà sentito la paura dell'intensa empatia che c'era tra noi due ieri sera? Lui è Harry Styles, tanto bello quanto donnaiolo e provare qualcosa per lui è una missione suicida che non ho intenzione di affrontare. Ho solo fatto ciò che da sempre so fare al meglio quando ho paura, soprattutto di me stessa. Sono scappata.

My Aphrodite [h.s]Where stories live. Discover now