8. Dicono tutte così

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"Hai già deciso cosa indossare?"

"Sì Leen, non dovrei preoccuparmi così tanto. Ha detto che è un'uscita informale, solo per conoscermi."

"Questo lo decidiamo noi." Ribatte Ada.

"Allora cosa indosserai?"

"Una semplice t-shirt bianca con una stampa nera, una gonna bianca a pois neri arricciata e aderente, giacca di pelle e scarpe nere aperte con tacco basso." Rispondo neutrale.

"È inutile tutto questo interrogatorio, sarebbe bellissima anche con un sacco dell'immondizia addosso." Dice Bev fissandomi e continuando a mangiare i biscotti.

"Dovrei iscrivermi in palestra." Continua.

"Siamo universitarie baby, non abbiamo tempo per la palestra." Rispondo io.

"Tu non ne avresti bisogno comunque."

"Sono umana. A proposito! Non ci credo che ho dovuto chiedere a mia madre di fargli un autografo."

"Io gli avrei risposto con un bel vaffanculo, altro che autografo." Ruota gli occhi al cielo Ada.

"Non avevo motivo di offendermi, gli ho fatto questa cortesia."

"Beh se state flirtando non è carino chiederti un autografo di tua madre."

"BEVERLY NON STAVAMO FLIRTANDO! MA COME TE LO DEVO DIRE?"

"A che ora passa a prenderti?" Svia l'argomento.

"Alle otto e trenta di questa sera, si fa trovare nel parcheggio interno del campus."

"Sono le otto Venus, forse è il caso tu ti inizi a preparare."

"MERDA SONO IN RITARDO!" Esclamo in panico. Per fortuna ho già fatto la doccia e la piega ai capelli questa mattina, mi resta da pregare tutti i santi di non avere l'eyeliner contro e posso iniziare a truccarmi. Sono una vera e propria psicopatica esaurita mentre corro da una parte all'altra della 41b sotto lo sguardo divertito del trio che continua a mangiarsi i biscotti adesso accompagnati anche dal gelato. Alle otto e trentacinque il mio cellulare squilla con il numero dell'assistente di Harry.

"Signorina Venus, mr. Styles mi ha detto di dirle che la sta aspettando nel parcheggio."

"Lo chiami e gli dica che sono da lui tra cinque minuti." E riattacco senza aspettare una risposta.

"Ma non può darti il tuo numero? Sembra scomodo parlare attraverso quello dell'assistente, soprattutto per flirtare."

"Bev, non può darmi il suo numero privato è Harry fottuto Styles E POI VA AL DIAVOLO! NOI DUE NON FLIRTIAMO! È UNA SEMPLICE SERATA DI CONOSCENZA!"

"Dicono tutte così." Commenta Earleen. Io continuo a correre e indosso la giacca e gli orecchini scendendo le scale velocemente fino a quando arrivo nel parcheggio e cerco la Range Rover nera che Harry mi ha detto di avere. Quando la trovo tra tutte le macchine del parcheggio, mi infilo al posto accanto a quello del guidatore dove si trova lui, allacciando la cintura di sicurezza.

"Venti minuti di ritardo. Solo?" Mi rimprovera subito.

"Scusi Mr. Styles, ho iniziato a prepararmi in ritardo."

"Non mi piace che le persone siano in ritardo."

"Ad una ragazza si concede sempre il ritardo. Mi può perdonare?" Ridacchio.

"Solo se la smetti di darmi del lei. Venus, lavori per mia madre."

"Il nostro rimane comunque un incontro professionale Mr. Styles, non vedo perché dovrei prendermi confidenza." Lui scuote la testa sorridendo.

"Hai davvero un bel caratterino Venus." Estraggo la foto di mamma dalla borsetta nera e gliela poggio sul cruscotto.

"Che cos'è?" Chiede.

"L'autografo di mia madre."

"Oh Dio glielo hai chiesto davvero?" Sorride raggiante facendo comparire le sue famose fossette.

"Sì, non mi è stato complicato, le ha fatto anche una piccola dedica."

"Grazie Venus."

"Sa anche dire grazie?" Ribatto pungente.

"Andiamo Venus, cerchiamo di passare una bella serata, non sentirti minacciata da me, a quanto pare non c'è modo di cacciarti."

"Non mi è piaciuto il suo giudizio Mr. Styles, affatto."

"Neanche a me è piaciuto farlo sentendo le parole di mia madre ma devo farlo, devo difendermi." Alza le spalle e anche io un po' lo capisco ripensando a tutte le ragazzine che volevano essermi amiche solo per vantarsi di esserlo e non perché erano davvero affezionate a me.

"Dove mi porta questa sera di bello?"

"A casa mia, è il posto che conosco più lontano dai riflettori, ordiniamo qualcosa d'asporto e stiamo lì."

"Okay, sa non vorrei ritrovarmi su qualche copertina, l'ho sempre odiato."

"Sì in effetti non ti ho mai vista su qualche rivista se non quando eri piccola e uscivi con tua madre."

"La fama per gossip non mi è mai piaciuta, vorrei fare qualcosa di importante, capisce? Vorrei essere famosa di mio e non perché ho qualche relazione con un ragazzetto famoso o sono la figlia di Katie Leroy e Mauro Giove."

"Ammirevole, davvero. So che tuo padre è un colosso nell'impresa edile italiana." Annuisco.

"Quindi il ragazzetto è fuori dalle fotocamere o è inesistente?" Mi chiede poi.

"Non vedo come possa interessarle."

"Vorrei capire se qualcuno proverà a spaccarmi il naso visto che ti sto portando a casa mia."

"Nessuno lo farà Mr. Styles, non mi capita di incontrare ragazzi tanto interessanti da convincermi a legarmi a loro."

"Sei uno spirito libero?"

"In fatto di amore sì, ma solo perché non credo di aver ancora incontrato la persona giusta."

"Hai solo diciott'anni Venus, è giusto tu sia estranea alla materia."

"Non sono mica una Santa." Ribatto sicura e lui volta per un attimo il suo viso su di me facendomi bruciare il suo sguardo addosso.

"Sì lo immaginavo Venus, in qualche modo me lo sentivo." Sorride sghembo. Ferma la macchina e tira il freno a mano. Quando slaccio la cintura e scendo dall'auto non posso fare a meno di spalancare la bocca: Harry Styles vive in una casa da sogno. Non che costi molto più di quanto io mi possa permettere ma c'è da riconoscere che il ragazzo ha stile e buon gusto.

"Vieni c'è il selciato e non so quanto ti possa essere comodo camminarci con quei tacchi, appoggiati a me." Mi porge il suo gomito al quale mi appendo senza troppe storie dandogli ragione mentalmente. Quando entriamo poggia la sua giacca sull'appendiabiti a sinistra e invita me ad imitarlo.

"Cinese? Giapponese? Messicano? Indiano? Fast Food? Non ti propongo italiano per paura di offenderti." Mi chiede.

"Fast Food, McDonald's se possibile."

"Okay, adeso chiamo, cosa vuoi?"

"Un McChicken e le patatine, una coca cola large anche."

"Prendo Chicken McNuggets per entrambi? Le mangi?"

"Sì, grazie." Estrae il suo telefono di ultima generazione e prenota il cibo ma poi rimaniamo in un silenzio imbarazzante per un po'.

"Venus, vieni pure accomodati." Mi dondolo su una gamba ma poi lo seguo verso il salotto sorridendogli.

My Aphrodite [h.s]Where stories live. Discover now