19. Quando partiremo?

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Harry's POV

'Le cose sembrano sempre più serie tra Venus Giove e il giocatore di baseball Arthur Sullivan! Lei lo porta a casa di sua madre! Le foto esclusive!'

Sbuffo stringendo il ponte del mio naso e chiudendo gli occhi, sento Stella che cammina a piedi nudi su parquet e metto a posto la rivista.

"Harry? Cosa fai già sveglio?" Mi chiede. Ha una mia felpa addosso e sono sicuro non abbia niente sotto di essa. Stropiccia i suoi occhi e io le sorrido mentre lei mi guarda con un cipiglio sul volto e tutti i capelli scompigliati.

"Devo passare in studio, mi sono svegliato prima. Tu hai impegni oggi?"

"Voglio tornare in Nuova Zelanda, lì almeno non mi si gela il culo come qui." Rido di lei e del suo modo di fare molto schietto che mi ricorda una frangetta castana sempre scomposta.

"È dicembre inoltrato Stella, fa freddo anche qui a Los Angeles." Le dico.

"A proposito. Tu che fai per Natale? Manca poco."

"Tornerò a Redditch da mamma, lo farà anche Gemma, passiamo il Natale in famiglia."

"Gemma porta anche il suo fidanzato?" Chiede e io annuisco. Torna silenziosa mentre mangiucchia dei biscotti.

"Stella." La richiamo ed alza la testa.

"Vuoi accompagnarmi a Redditch? Vuoi conoscere mia madre?" Le chiedo in un sospiro. Lei sgrana gli occhi fissandomi e facendo cadere il suo biscotto.

"Harry, vuoi presentarmi a tua madre?"

"Credo che le coppie serie facciano questo. Non vuoi?"

"Scherzi? Certo che voglio! Oddio Harry! Assolutamente sì! Devo cercare un regalo per lei allora! Quando partiamo?" Rido del suo entusiasmo e la stringo forte a me.

A Stella sono particolarmente legato, provo per lei un affetto quasi fraterno. È senz'altro la mia relazione più lunga in più è davvero una brava ragazza, tanto che vive con me a Los Angeles da due mesi ormai. La verità però è che le ho chiesto di accompagnarmi solo perché spero che Venus sia lì e ci veda, e si senta come mi sento io quando vedo le sue foto in prima pagina con quel rosso da strapazzo. Perché io sento la gelosia che mi corrode ogni volta che la vedo sorridergli e vorrei che la sua cotta per me non le fosse mai passata. Ma sono ben consapevole che qui l'unico pazzo sono io, che se Venus mi vedesse con Stella probabilmente sarebbe genuinamente felice per me, lei non è gelosa, io non le piaccio.

La mia gamba inizia a tremare dal nervoso ed io strofino i palmi delle mie mani sul mio viso.

È inutile negare che Venus mi sia rimasta in testa e il fatto che abbia reso il suo profilo Instagram pubblico e che sia entrata nella Hall of Fame delle star, la fa comparire davanti ai miei occhi ogni due per tre, portando costantemente la mia mente a quella notte in cui io e lei ci siamo uniti.

Sorrido al pensiero di averla conosciuta come una semplice ragazzina che lavorava per mia madre, una ragazzina di cui i paparazzi non conoscevano neanche l'esistenza più o meno, e in cuor mio spero che lei sia rimasta sempre quella e che non mi ritroverò una di quelle dive incallite semmai avrò il piacere di parlare di nuovo con lei.

"Quando partiremo?" Chiede poi Stella tornando nel soggiorno con degli abiti in mano.

"Se ti va bene anche domani pomeriggio, tra tre giorni è Natale ed io vorrei riprendermi dal jet lag in pace." La informo e lei annuendo continua a scansionare i suoi vestitini decidendo quali mettere in valigia, la mia è pronta da tempo poiché non vedevo l'ora di tornare da mia madre e rilassarmi a Redditch.

***

"Redditch è davvero pittoresca!" Stella si guarda incantata mentre il taxista scarica i nostri bagagli dalla sua auto dopo che io ho saldato il conto. Nel vialetto la cinquecento di Venus non è parcheggiata e spero che sia arrivata qui in pullman. Trascino le valigie dalle ruote e maledico la bionda accanto a me per averne portate tre.

"Cedar! Va ad aiutare Harry!" Mia madre grida e il manico di scopa si precipita da noi.

"Harry! Caro!" Si precipita da me stringendomi in un forte abbraccio che ricambio mentre lei inizia a lasciarmi baci sulla guancia appiccicosi per via del suo gloss.

"Mamma, lei è Stella. La mia fidanzata." Si gira verso di lei che è un po' imbarazzata e tiene le mani incrociate.

"Oh, Harry mi ha parlato tanto di te. Come sei bella, ma venite, entrate pure, sarete di sicuro stanchi."

"C'è qualcuno in casa? Gemma? Venus?" Chiedo e Stella mi guarda furba, ovviamente sa la verità sulla mia storia con la ragazzetta.

"No Gemma arriverà domani e Venus non lavora più per me." Inutile descrivere la delusione che traspare sul mio volto.

"Come mai?"

"Adesso è troppo presa tra Università, sfilate e quel gesso del suo fidanzato. In più sta organizzando il suo ritorno a Roma e poverina non sa più come uscirne. Le ho fatto solo un favore mandandola via, non riuscivo più a vederla in giro per casa come uno zombie, se si sedeva si addormentava. Viene ogni tanto a farmi visita però, se vuoi posso avvisarla del tuo arrivo. Così conosce anche Stella."

"No, non preoccuparti non ci siamo mai stati così simpatici." Mento e la bionda accanto a me ridacchia per l'ennesima volta.

"Harry, Venus mi ha detto cosa è successo fra voi." La mia bocca si asciuga e io sono mentalmente pronto al suo giudizio sul mio usare e gettare le ragazze anche se questa volta non sono io ad avere la colpa, con Venus ci avrei provato seriamente se me lo avesse concesso. A quanto pare però a lei interessano più degli sportivi nonostante anche Stella non ci trova nulla meglio di me in quello lì. La cosa che mi fa rosicare infatti è che con me si fosse giustificata sul non volere relazioni mentre tre settimane dopo tutti i paparazzi parlano di lei e di Arthur, avrei preferito fosse stata sincera con me dicendomi che fossi io a non piacerle.

"È stato davvero carino da parte tua portarla a cena per scusarti. Avresti potuto dirmelo però." Un sospiro di sollievo lascia le mie labbra e il mio battito cardiaco torna regolare.

"Oh beh sai, mi imbarazza fare questi gesti."

"Sono tua madre Harry, lo so che sei un galantuomo in fondo."

"E tu Stella, parlami di te dai." Mia madre rivolge tutte le sue attenzioni a Stella e le due iniziano a parlottare del più e del meno mentre io giro per la casa per schiarirmi le idee, le gambe mi portano alla camera degli ospiti dove Venus dormì la notte del temporale e l'immagine di lei che canticchia in italiano mi fa sorridere. Poi mi vengono in mente anche le parole che mi ha riservato quella notte e l'amarezza mi travolge ricordando il suo rifiuto ben esplicito. Credo che questo alla fine sia solo karma, un po' la vendetta di tutte le ragazze che ho tradito, che ho cacciato la mattina dopo o dal quale sono scappato. Per una volta ci sono io al loro posto.

My Aphrodite [h.s]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora