24 | Da che parte stai?

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Forse...
Forse...

Forse avevo fatto una scelta di pancia, non adeguatamente ragionata, ponderata come diavolo si diceva, diversamente tutto quel caos lo reputavo solo e unicamente come una punizione divina per i miei innumerevoli peccati terreni.

«Mi stai facendo male!» Petulante e terribilmente nauseabondo. Ecco come si presentava Toni in quel momento. Aveva decisamente bisogno di una doccia e anche di darsi una maledetta calmata. Dannazione faceva saltare i miei nervi!
«Eh smettila Toni di lamentarti come un bambino! Vuoi che ti riporti indietro da dove ti ho salvato il culo? Basta chiedere!» Avevo avuto proprio una pessima giornata e, se non fosse stato per Kang-Li e il suo geniale piano di salvataggio, mi ritroverei ancora bloccata nella villa del Mancino senza un piano per la fuga.
«Va bene, va bene, sto zitto.» Acconsentì alla fine il mio padrino, quando sentì la punta della canna della pistola premere sulla sua schiena. Non avevo tempo per le chiacchiere inutili come quelle.
«Ti sento ancora parlare, lo sai?!» Kang, a cui niente passava inosservato e che non a caso era stato anche il custode delle mie bambine, aveva messo un localizzatore nella tasca del mio rapitore al Poseidon, dopo che gli uomini del Mancino ci avevano allontanati dividendoci.

Dopo aver fatto spedire il Mancino e il mio migliore amico Christopher in un bunker segreto della mia organizzazione, sparso da qualche parte a New York, mi ero presa la briga di recuperare anche quel traditore di Toni. Dopotutto lui mi aveva cresciuta, anche se per un suo tornaconto lo aveva fatto e io non potevo proprio dimenticarmi di tutto quello che aveva fatto per me. Mi aveva tradito sì, avrebbe sicuramente anche pagato per questo, ma non potevo davvero lasciarlo nelle mani del nemico in quel modo. La maggior parte delle volte ero apatica e senza cuore, ma non ero un mostro. Sapevo ancora commuovermi quando era il momento e sapevo riconoscere un uomo sconfitto dalla vita quando lo avevo di fronte. Toni era un uomo così. Sconfitto dalla vita, dalla sua organizzazione, dai suoi uomini di fiducia e dalla ragazzina che aveva deciso di crescere come se fosse sua.
«Non per essere ripetitivo, ma mi stai davvero facendo male Xeni.» Strinsi maggiormente la presa su di lui. Mi indisponeva con il suo continuo lamentarsi. Lo avevano torturato per giorni e ora veniva a rompere a me per una presa troppo salda? Risi.
«Forse è ciò che voglio?» Mi sentivo sadica in quel momento e un po', nel profondo del mio cuore, me ne dispiacqui. Ma solo un po'.
«Mmh... Che caratterino! Sei decisamente peggiorata.» Toni sapeva toccare le corde giuste al momento giusto con me. Mi aveva visto crescere, mi aveva insegnato a crescere, era normale che sapesse così tante cose su di me. Normale e dannatamente odioso allo stesso tempo. Non potevo più fingere. Lui mi conosceva fin troppo bene.
«Fidati, neanche tu sei tutto questo granché.» L'unica arma che rimaneva in mio possesso era l'ironia e l'avrei usata sempre, fino al mio ultimo respiro se necessario.

•••

Eravamo arrivati a casa da poco, quando una busta bianca, su carta intestata dell'organizzazione, lasciata anonimamente sul pavimento della sala accanto all'ingresso, catturò la mi completa attenzione. Mmh... qualcosa iniziava a puzzarmi parecchio. La raccolsi da terra e andai a sedermi al bancone della penisola in cucina, vicino all'alcol in caso di emergenza, data la situazione oltremodo imbarazzante. Sospirai, poi presi coraggio e mi convinsi ad aprire la busta per scoprire cosa si celava al suo interno. Estrassi il cartoncino nero con il cuore in gola. La scritta era bianca e il suo significato più che esaustivo.

Il tuo tempo è esaurito Principessa. Stiamo arrivando a prendere ciò che è nostro. Quello che pensi sia tuo territorio appartiene al passato. New York tornerà all'antica gloria.

Gli Autori - The Authors

Arricciai le labbra in un sorriso sadico, prima di posare sulla penisola il biglietto. Stavano sfidando la ragazzina sbagliata. Gli Autori erano i grandi capi all'interno dell'organizzazione dì New York e dell'intera America, si erano a sempre fatti chiamare così e alla fine avevano anche ottenuto ciò che avevano sempre voluto: il rispetto. Peccato per loro perché Toni non mi aveva mai insegnato ad essere rispettosa verso chi non lo meritava. Dei passi leggeri attirarono la mia attenzione, distraendomi dai miei pensieri intricati. La mia mente aveva già elaborato un piano e ben presto lo avrei anche messo in atto.

DownWhere stories live. Discover now