09 | Tutto grazie a Toni

495 24 7
                                    

Due giorni dopo Toni mi aveva chiamato durante l'orario scolastico e se lo aveva fatto era perché aveva davvero bisogno di me. Corsi tra le strade, diretta alla palestra alla velocità della luce, senza badare ai limiti di velocità. Era successo qualcosa e sicuramente non era niente di buono. Scesi dall'auto sbattendo la portiera, entrai come un uragano nella palestra, facendo girare diverse facce verso di me, ma non mi curai di loro, dovevo trovare Toni.
«Dov'è  Toni?» Chiesi a Jason che mi stava fissando come se avesse qualcosa da nascondere. Non mi rispose, ma la sua espressione era stata sufficiente. Entrai senza ulteriori indugi nell'ufficio di Toni e quello che vidi mi fece gelare il sangue nelle vene. Centinaia di fotografie erano sparse sulla sua scrivania e ritraevano solo ed unicamente me. Chiusi la porta alle mie spalle. Quella era un'intimidazione bella e buona, con i fiocchi per aggiunta!
«Quando?» Fu l'unica cosa che chiesi, perché in quel momento ero così arrabbiata che avrei potuto spaccare tutto in quella stanza.
«Due ore fa. Erano sul cofano della mia auto. Nessuno ha visto o sentito niente.» Toni mi disse proprio quello che volevo sentirmi dire, peggiorando solo la mia rabbia. Qualcuno voleva morire, non c'era altra spiegazione. E quel qualcuno io sapevo chi era.
«Allora so già chi è stato.» Ero già pronta per andare a spaccare quella faccia da lurido pezzente che Lucius si ritrovava, quando la voce del mio mentore mi costringe a fermarmi sul posto. Avevo ancora molto da imparare in fondo e Toni non mollava, non lo aveva mai fatto con me.
«Xeni non puoi. Non funziona così. Devi smettere di agire d'impulso, non puoi sempre permettertelo. Quando prenderai il mio posto gli errori non potrai farli, né in azienda, né nel nostro giro.» La sua voce era così stanca che mi fece pentire di essere stata così impulsiva. Solo che era più forte di me. Io gli stronzi li pestavo a sangue senza troppi giri di parole.

«Tra due giorni ci sarà un incontro al club dei Rodriguez. Fai in modo di essere tu a gestire le carte in tavola e fatti notare. Mi fido di te.» Quelle semplici parole mi fecero salire il livello di autostima e al contempo mi agitarono parecchio. Dovevo dimostrare a Toni e a tutti i suoi ragazzi, di essere all'altezza del ruolo che in poco tempo avrei ricoperto.
«Va bene.» Non sapevo cos'altro dire, la mia gola era diventata improvvisamente secca e le parole faticavano ad uscire. Ancora una volta Toni mi aveva salvato da me stessa. Questo discorso era chiuso, ma non avrei sottovalutato ancora una volta Lucius. Per un secondo ripensai a Christopher e al modo in cui mi aveva trattata in questi giorni. Se lui fosse stato una talpa di qualche altra famiglia mafiosa, io non me ne sarei accorta, perché ero troppo impegnata a baciarlo e a farmi baciare. Che incosciente che sono stata! Questa era un'altra cosa da aggiungere alla lista dei miei obiettivi. Dovevo tenerlo d'occhio. Per l'incontro che avrei avuto tra due giorni dovevo essere decisamente troppe cose insieme. Dovevo essere perfetta o quanto meno, dovevo rasentare la perfezione in tutto. Dovevo essere sveglia, furba, reattiva, combattiva, resistente e attenta. In parte lo ero già, ma dovevo ancora migliorare. Soprattutto dovevo essere sexy e femminile, caratteristiche che avevo sempre tralasciato di me stessa.

«Xeni. Per caso, dobbiamo parlare di qualche ragazzo che fa troppo il furbo con te? Lo sai vero che lo posso sistemare.» Toni mi stava facendo una scenata di gelosia? Non credevo alle mie orecchie! Era insolito.
«Nulla che non possa controllare da sola. Sono sufficientemente stronza da saper trattare come di deve un ragazzo in preda agli ormoni.» Gli risposi sorridendo. Toni a sua volta fece un sorriso sghembo, come se la sapesse lunga e probabilmente era anche così, perché Toni era proprio un bell'uomo.
«E se questo teppista ti dovesse venire a piacere? Non sono tuo padre e non ho la presunzione di esserlo mai stato, ma se hai bisogno io sono qui, per te. Posso fargli ingoiare le palle se fa il furbo con l'unica persona che fa parte davvero della mia famiglia.» Mi si strinse il cuore. Anche se ero stata più volte definita apatica, per Toni il mio cuore avrebbe sempre battuto.
«Tu sei la figura più vicina a un padre che io abbia. Il ragazzo mi serve per portare a termine un patto all'interno della scuola e al momento non sono del tutto sicura che sia pulito. Non è niente di serio e se anche lo fosse, credo di poterlo gestire.» Liquidai la faccenda cercando di nascondere il tremolio delle mani. Ero emozionata, non ero abituata a quella dolcezza nei miei confronti. Non avevo più avuto una figura paterna da anni.
«Pensi sia della famiglia di Lucius?» Mi chiese Toni e io in risposta annuì.

DownWhere stories live. Discover now