27 | Non ho tutto il giorno

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La chiacchierata con Hector Rodriguez era stata più proficua di quanto avrei mai potuto immaginare e, come avevo programmato, nessuno aveva osato sfiorarmi. Il nome che tanto cercavo lo avevo ottenuto, ma a che prezzo dannazione. Sapevo chi si celava dietro a tutti quei nomi insulsi e insipidi che avevano tentato di minacciarmi. Sapevo fin troppo, di troppe cose per mia sfortuna. Il problema dunque era un altro.

Christopher. Così angelico e così bravo a mentire.

Era sempre stato lui. La mente malata che aveva architettato tutto era la sua. I miei genitori erano morti sul serio, il Mancino aveva semplicemente mentito per rendermi debole. E ci era riuscito, dannazione. Christopher aveva architettato il suo piano con un'astuzia superba. Aveva recitato la sua parte con maestria, ingannando pure me. Avevo capito troppo tardi che qualcosa in lui non andava, finendo per ferirmi da sola. Toni ed Hector avevano accennato a qualcosa durante la nostra chiacchierata che mi aveva fatto diventare di pietra. Christopher era il figlio del capo supremo dell'organizzazione criminale di New York City. Come diavolo avevo fatto a non capirlo prima? Come cazzo?

«Per me la situazione non è così grave come dici.» Kang-Li, seduto accanto a me sul divano ad L, continuava a muovere la sua mano su e giù sulla mia coscia nuda, facendomi venire la pelle d'oca ogni singolo istante. Sapeva bene qual era il suo ascendente su di me e qualche volta, come in quel momento, se ne approfittava un po' troppo.
«Non credo proprio. Sono stata una stupida.» Ammisi contro voglia, passando una mano tra i suoi capelli. Con Kang ero stata sincera fin dall'inizio e per fortuna lui era sempre stato sulla mia stessa lunghezza d'onda. Con lui non servivano troppe parole, troppe spiegazioni o altro. Con lui era sempre stato tutto semplice.
«Ti piaceva. Quando qualcuno ci piace si fanno cose stupide. In amore e in guerra tutto è lecito, si dice così no?» Kang mi sorrise di cuore, cercando di alleviare il mio malumore e farmi sentire meno in colpa con me stessa. In quel momento pensai a quanto fossi fortunata ad averlo con me. Nonostante continuassi a commettere errori su errori, su di lui avrei potuto contare sempre, era con me dal giorno zero ed ero fermamente convinta che sarebbe sempre stato dalla mia parte.

Non mi passò affatto inosservato l'uso del suo tempo verbale. Aveva usato il passato, conscio del fatto che Christopher non era ormai più nelle mie grazie da un po' di tempo. Eppure Kang non si era esposto troppo parlando di sé e di ciò che stava accadendo tra noi negli ultimi mesi.
«Già. Ma ora ho tutte le intenzioni di ripagarlo con la giusta moneta.» Avevo riflettuto a lungo, dopo la chiacchierata con Hector Rodriguez, su come rimettere al suo posto quello che fino a qualche mese fa era stato il ragazzo per cui credevo di aver perso la testa e forse anche il cuore. Alla fine però avevo deciso di ignorarlo del tutto, gesto che lo avrebbe solo fatto infuriare di più. Ma io, Xeni McAdams, non avevo tempo da perdere con chi non contava davvero. Avevo intenzione di parlare con chi aveva davvero il potrete in tutto quell'immenso casino e riportare la situazione a mio favore.
«Non avevo dubbi a riguardo.» Ammiccò Kang, trattenendo a stento una risata. Si vedeva lontano un miglio che era preso da me e io non ero così stupida da ferirlo inutilmente. Mi piaceva Kang e per ora andava bene così, tutto alla luce del sole e senza alcuna etichetta ad identificarci.
«Devo solo fare due chiacchiere con il suo paparino.» Sorrisi maliziosa, avvicinandomi a Kang-Li per lasciargli un bacio a fior di labbra. Nessuno pensava che io mi sarei vendicata a modo mio, nessuno pensava che io ne fossi all'altezza, nessuno pensava che una donna avrebbe potuto fare il culo a un uomo come Christopher.
«Di chi?» L'espressione sinceramente confusa di Kang, mi fece addolcire un poco lo sguardo, convincendomi a svelare a lui ciò che avevo scoperto parlando con Hector Rodriguez. Nemmeno Toni lo sapeva, il che forse era un bene per quella volta.
«Di Christopher ovviamente.» Mi sistemai sulle gambe di Kang, con il busto rivolto verso di lui, poi allacciai le braccia intorno al suo collo con fare civettuolo. Ero molto brava anche io a nascondere i miei sentimenti.
«Ha osato mettere in discussione il mio potere per un mero capriccio da bambino viziato, ho dovuto prendere misure drastiche e decidere di parlare con chi è sopra di lui.» Sorrisi a quell'ultima frase, strusciandomi appena un po' su Kang, il quale emise un gemito di frustrazione a quella mia mossa meschina. Ero davvero cattiva.
«Hai veramente molto coraggio per fare sul serio ciò che stai dicendo. Lo sai vero?» Leggevo un po' di preoccupazione per me in quello sguardo a mandorla estremamente seducente e incredibilmente espressivo. Eppure Kang non doveva preoccuparsi affatto per me, mi ero presa cura di me stessa da sola per tutto quel tempo e lo avevo fatto abbastanza bene, tutto sommato.
«Certo.» Annuì ovvia, sporgendomi verso di lui, per mordergli il labbro.
«Dio quanto mi piaci!» Sentì le sue braccia stringermi la vita in una presa d'acciaio, facendomi sentire davvero bene per la prima volta dopo tanto tempo.

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