11 | 18 anni

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Di solito per i compleanni si regalano dolci, pupazzi, vestiti, oggetti personali, soldi o viaggi. Beh, io per il mio compleanno avevo chiesto solo una cosa. Andarmene dalla villa schifosa in cui avevo vissuto nell'ultimo periodo con gli ennesimi finti genitori patetici e così fu. Nel giro di due giorni ero andata via da quella casa e mi ero trasferita nella villa cosmica di Toni. L'unica persona che mi sarebbe mancata era Molly, l'unica persona che in quel poco tempo che avevo passato un quella famiglia, era riuscita davvero e in modo genuino a conquistarsi la mia stima. Gli altri due finti genitori potevano anche darsi fuoco che per me non sarebbe cambiato assolutamente nulla: un francese con infinite manie di grandezza e un'americana che sottostava agli ordini di un pivello con i soliti due neuroni scarsi, di certo non arricchivano il mondo. Ma come al solito, non spettava a me decidere.

Ricevetti anche altri regali per il mio compleanno, ma quello più bello fu quello di Toni. Lui, che mi conosceva meglio di tutti, che mi conosceva davvero, mi aveva regalato una divisa da combattimento. Non una normale divisa super attillata, stile Vedova Nera, certo che no. Mi aveva regalato una divisa munita di tutto il necessario, una di quelle che utilizzavano le forze speciali degli Stati Uniti. Se ci si può innamorare di un oggetto, beh io mi ero decisamente innamorata di quella divisa. La indossai, per vedere come mi stava, poi uscì dalla mia stanza alla disperata ricerca di Toni. Volevo mostrargli come mi stava bene il suo regalo, perché ovviamente su di me stava benissimo. Ero decisamente una ragazza modesta tra le altre cose. Ero arrivata, senza essere vista da nessuno, davanti alla porta dello studio privato di Toni. Stavo per aprire la porta quando qualcuno mi appoggiò una mano sulla spalla.
«Chi diamine sei tu?» La voce innocente di Jason mi fece sorridere. Quel ragazzo era veramente troppo ingenuo, nonostante cercasse di fare il duro. Mi girai lentamente, assaporandomi con gli occhi la sua espressione sbigottita, non appena capì chi fossi in realtà.
«Ciao Jason.» Trattenni a stento le risate. La sua mascella toccava quasi terra. Era letteralmente senza parole. Stavo così bene?
«Questa...Cosa...tu stai...perché tu hai..» L'espressione di Jason era esilarante. Non capivo però se era dovuta al fatto che mi stesse male o bene quella divisa.
«Questa è la divisa da combattimento che Toni mi ha regalato per il mio compleanno. Mi sta bene vero?» Feci euforica un giro su me stessa e, se possibile, l'espressione di Jason divenne ancora più basita. Ma che problemi aveva ora?
«Jason tutto okay? Che hai?» Non ero preoccupata, per niente in realtà. Cercavo solo di capire sinceramente la sua reazione, se mi stava male di certo non l'avrei messa. Stavo per domandare a Jason un'altra cosa, quando la porta dietro di me si aprì e Toni fece la sua comparsa.
«Porca miseria! Xeni sei tu? Devo dire che il mio regalo ti sta decisamente d'incanto!» Per la prima volta in vita mia vidi Toni in difficoltà. E cos'era quello? Sul suo viso c'era anche una goccia di sudore, dovuta alla sua espressione di imbarazzo. Possibile che quella divisa mi stesse così male?
«Si può sapere che diavolo avete tutti e due? Mi state guardando come io guarderei un barattolo di Nutella o un uomo da uccidere! Se mi sta male ditemelo!» Stavo per sbiellare. Odiavo quando le persone mi fissavano e non mi dicevano la verità.

«Xeni... tesoro mio. Sei decisamente molto, ecco come dire... sei decisamente molto-» Toni era senza parole. Non era mai successo, in vita mia non l'avevo mai visto in difficoltà. Per la miseria, affrontava boss mafiosi ogni giorno e non riusciva a dirmi come stavo con quella divisa?
«Sei decisamente sexy e provocante vestita così. Ogni tua forma è palese, ti sta come una seconda pelle. Prima per poco non ho preso un infarto!» Ecco il Jason che conosco! Quello che dice ciò che pensa senza giri di parole, nonostante la timidezza. Grazie alla sua sincerità ora potevo capire davvero la situazione.
«Mi state dicendo che con questa divisa sono sexy?» Non sapevo se essere più allibita per la notizia in se o se per il fatto che entrambi sembravano essere diventati muti, dopo avermi visto. Allora facevo un certo effetto anche a loro.
«Ti stiamo dicendo che sarebbe meglio se non ti vedessero in molti conciata così. Sembra più una seconda pelle non una divisa.» Toni aveva incrociato le braccia al petto e aveva concentrato la sua attenzione sui miei occhi. Qualcosa mi diceva che non voleva proprio dirmi ciò che gli passava per la testa.
«Quindi dovrei togliermela?» Avevano iniziato loro a provocarmi e io, povera donna innocente, non potevo non restituire la moneta, giusto? Dopotutto si sa che il fascino predatore appartiene alle donne.
«Direi proprio di sì.» Intervenne Jason, quasi accaldato. Li fissai per qualche secondo, poi feci ciò che mi avevano chiesto, mi tolsi la divisa. Proprio lì, proprio davanti a loro due. Non mi fermai e loro non mi fermarono. Rimasi in intimo davanti ai loro occhi e mi gustai le loro espressioni traumatizzate. Non avevano mai visto una donna in intimo? Non ci credevo per niente, soprattutto per quanto riguarda Toni, lo scapolo d'oro. Tuttavia, se dovevo essere sincera, sapevo perché mi stavano guardando così. Entrambi, e forse non solo loro, mi credevano ancora una bambina, innocente e senza macchia. Peccato che avessi smesso di esserlo tanto tempo fa.

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