03 | Sono sempre sexy

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Il mio look di quel giorno, era troppo colorato, forse perché quella mattina mi ero svegliata bene. Dopo due lunghe settimane di lenta agonia, i miei finti genitori, si erano finalmente decisi ad andare via di casa per lavoro e a lasciarmi il campo libero. La villa era tutta vuota, ad eccezione di Molly, la governante, ed io potevo essere veramente me stessa per qualche giorno. Molly era l'unica persona che mi stava simpatica in quella casa. Era una donna che aveva sicuramente superato i settant'anni, con dei teneri capelli biondi, che portava sempre raccolti, a farle da aureola. Si, perché lei era una santa a sopportare quelli che per la legge erano i miei tutori legali. Molly mi ricordava nei modi di fare, la vecchia e gentile vicina della porta accanto dei film, apprensiva e sempre agitata. Non che io ne avessi mai avuta una che mi stesse simpatica, per intenderci. Quella mattina era stata proprio Molly a svegliarmi e non l'odiosa sveglia del cellulare, di sicuro il mio buon umore era dovuto a lei. Ecco perché avevo deciso di mettermi una maglia bianca. Non so come io abbia fatto a rimanere indenne fino alla sera, senza essere totalmente vestita di nero, ma ehi, se mi impegno posso fare progressi!

«Buongiorno Xeni!» Mi salutò calorosa Molly non appena entrai in cucina quella mattina.
«Buongiorno. Stamattina prendo la macchina di François, tanto lui non saprà niente, vero Molly?» Dissi alludendo a una delle auto del mio finto padre. Era di origini francesi ed io ero costretta ad ascoltare quell'odioso accento da stronzo saputello, ogni santo giorno. Lui e le sue baguette sotto le ascelle sudate e i suoi croissant francesi! L'auto che io amavo guidare, ma che il mio patrigno teneva sempre chiusa in garage come un brutto male, era niente di meno che una Chevrolet Camaro gialla, con le strisce da corsa in nero lucido. Amavo follemente quell'auto. Non era un Transformers come Bumblebee, ma mi andava bene lo stesso. L'unico vero problema era che aveva troppi cavalli per una tenera e indifesa ragazza della mia età. Quindi secondo la legge non potevo guidarla. Insomma, mai una gioia.
«Per questa volta non dirò niente, peste!» Disse Molly, versandomi nel bicchiere un po' di spremuta d'arancia, mentre io addentavo un muffin. Era al cioccolato ed io avevo sempre adorato il cioccolato. Era un'altra delle poche cose capaci di darmi il buon umore.
«Grazie mille Molly. Ci vediamo oggi pomeriggio allora.» Chiusi in quel modo l'argomento e finii anche il mio buonissimo muffin. Adoravo Molly quando stava al gioco. Mi alzai e andai a recuperare lo zaino con le mie cose e le chiavi dell'auto.
«A dopo e cerca, per l'amor del cielo, di rispettare i limiti di velocità!» Molly era apprensiva verso di me e anche in quel momento cercò di dare il suo contributo per rendermi meno scapestrata di quanto già non fossi di mio in realtà, cercando anche di rimanere seria. Però entrambe sapevamo che non era nella sua indole rimproverare e non era nella mia rispettare le regole. Non più.
«Certo...che no, Molly.» Le sorrisi di cuore, come non facevo da parecchio tempo, poi andai in garage a prendere il mio amore. La mia bambina.

«Ciao piccolina. La mamma ti porta a fare un giro?» Ero troppo felice per i miei stessi parametri, mentre lasciavo vagare il mio sguardo su quel ben di Dio. Era una vera gioia per gli occhi. Salii in auto, aprii il garage e sgommai verso il plesso scolastico, cercando, almeno mentalmente, di rispettare i limiti di velocità. Era più forte di me, mi impegnavo e cercavo di essere buona, di essere brava e gentile almeno in qualcosa, ma non ci riuscivo. Quando si è abituati al peggio è difficile tornare ad abituarsi al meglio. Arrivai davanti a scuola in perfetto orario, la campanella era appena suonata. Parcheggiai come al solito, occupando due posti, non potevo rischiare che quell'auto venisse ammaccata o il paparino mi avrebbe scoperta e sicuramente punita, con assurde limitazioni che mi sarei volentieri risparmiata. Mancava poco e io sarei stata indipendente. Spensi il motore, facendo piombare l'abitacolo in un silenzio assordante. Ero abituata ad ascoltare qualsiasi genere di musica a volumi molto alti, non mi importava quale, ascoltavo persino la musica classica all'occorrenza. In quel momento però stavo ascoltando In Between dei Beartooth, una canzone decisamente molto rock. Scesi dall'auto e notai con piacere, ma anche fastidio, che tutti mi stavano fissando. Persino le cheerleader super tirate a lucido, che non vedevano l'ora di infilare la loro zozza lingua nella bocca di qualche giocatore di football o basket e forse, non solo quella. Non vedevo lei però. Dov'era la mia nuova amica? Dov'era labbra da canotto? Ah pazienza, l'avrei cercata dopo.

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