30 | Il tempo aiuta

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Tre mesi e qualche giorno dopo

Avere in pugno più del sessanta percento dello stato di New York non era tra i miei piani, ma di certo non mi ero mai tirata indietro di fronte a una sfida e quella che mi era capitata lo era sul serio. Il libro paga, di quella che era ormai diventata la mia organizzazione, era aumentato a dismisura negli ultimi mesi, così come erano aumentate le persone che chiedevano la mia protezione e il mio aiuto. Il mio nome aveva un valore e provocava timore. Anche alcune vecchie conoscenze erano tornate a bussare alla mia porta dopo la morte di Toni e l'arresto di De Rossi, tra cui Lucius, Hector Rodriguez e il Mancino. Tutti coloro che Christopher aveva cercato di mettermi contro, erano tornati da me, perché alla fine quella che era uscita vincitrice dalla battaglia finale ero io. Benché fossi costantemente impegnata con gli affari, di tanto in tanto mi concedevo il lusso di chiedere a Rupert come stava il mio ex. Ogni volta, la risposta che mi dava il Rosso era quanto di più soddisfacente potessi aspettarmi. Tuttavia non potevo dire la stessa cosa per quanto riguardava Mike De Rossi. L'ex capomafia era sì in prigione, ma sembrava che ultimamente i miei regali non fossero più così efficaci come avevo preventivato. Urgeva dunque un'imminente visita al dipartimento di polizia per scoprire cosa diavolo stava andando storto nel mio piano di vendetta. Una visita che avevo programmato per quel pomeriggio stesso.

Il tempo passato mi aveva aiutato a rimarginare un poco la ferita che avrei portato a vita e che riguardava la morte di Toni. Non era facile, ma ci avrei dovuto convivere. Il mio braccio destro e amante, era quanto di meglio potessi chiedere in quel momento della mia vita: leale, devoto, furbo, spietato quanto bastava e tremendamente sexy.
«Kang dai, non ora.» Scrollai la spalla sulla quale Kang-Li stava lasciando dei baci umidi e voluttuosi, capaci di deconcentrarmi con molta facilità dai miei assidui doveri.
«Lasciati andare...» Sospirò sul mio collo, prima di tornare a torturare la zona tra il collo e la spalla. Una scia di brividi mi cosparse la schiena, facendomi fremere da cima a fondo.
«Ti sembra il momento di scopare? Ho una riunione tra mezz'ora!» Alterata per la facilità con la quale mi facevo distrarre, riportai scocciata gli occhi sul computer davanti a me.
«Abbiamo tutto il tempo necessario.» Mi sorrise lui, attraverso li monitor del portatile. Strinsi gli occhi e decisi di concentrarmi per altri pochi minuti sul file sul quale stavo lavorando.
«Per una sveltina?» Commentai acida, prima di salvare il file nell'apposita cartella sul desktop, per poi chiudere lo schermo del computer.
«Stasera mi prenderò cura di te come si deve, promesso.» Scrutai il suo sguardo a lungo prima di decidere di assecondarlo, forse per quella volta potevo lasciarmi andare. Sollevai la cornetta del telefono fisso del mio studio, rivolgendomi direttamente ai miei uomini fuori dalla porta.
«Non voglio essere disturbata per i prossimi trenta minuti.» Senza attendere una risposta posai la cornetta e rivolsi tutta la mia attenzione all'uomo dietro le mie spalle.

Le mani avide di Kang erano già sui miei fianchi, mentre la sua bocca, sulla quale svettava fiero quel sorriso malizioso che gli avrei tolto a suon di sberle, si stava avvicinando per baciarmi, finalmente aggiungerei.
«Vedo che è molto devoto al suo capo.» Sogghignai tra un bacio e l'altro mentre cercavo di aprire la camicia bianca di Kang. Sentivo le sue mani ovunque su di me, facendomi ribollire il sangue nelle vene.
«Non immagina quanto...» Sospirò lui, non appena le mie mani furono sulla sua pelle nuda e bollente. Era come una droga lui, più ne avevo e più ne volevo, senza sosta. Il che per me e per il mio ruolo non era un bene.
«Mi illustri la sua devozione allora.» Gli morsi il collo, più precisamente la zona confinante con la spalla che sapevo essere il suo punto debole.
«Ha avuto un'ottima idea...» In un impeto di coraggio o passione, che non era di certo da Kang, mi sollevò, prendendomi dalle cosce e mi posò sulla scrivania, andando poi a aprire la cerniera del mio abito. Da quel momento in poi persi completamente il lume della ragione, lasciandomi andare alle attenzioni che solo Kang-Li mi rivolgeva in quel modo così pudico e allo stesso tempo passionale.

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