08 | La vendetta è femmina

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Scesi dall'auto baldanzosa e mi diressi da Chuck a prendere la mia vincita.
«Bel lavoro baby. Quando vuoi venire la prossima volta dimmelo, così ti trovo un valido avversario.» Sorrise abbracciandomi e consegnandomi la mia vincita. Respirai per un secondo io suo odore e un flash del mio passato mi inondò la mente. Lo scacciai però in fretta, la nuova Xeni non pensava mai al passato.
«Certo, così ti faccio fare il doppio dei soldi!» Gli sorrisi ironica, mentre gli restituivo parte della vincita. Tra noi funzionava così da sempre e il passato non si può cambiare. Lo sapeva anche lui che stavo scherzando in fondo, a Chuck dovevo tanto. Non feci in tempo a girarmi che una mano avvolse il mio polso e mi tirò indietro strattonandomi. Il mio sguardo gelò immediatamente.

«Dimmi come hai fatto?» Era rabbia quella che percepivo dal suo tono di voce. Solo ed unicamente rabbia.
«A fare che?» Il sorriso che avevo sulle labbra, scomparve immediatamente osservando il viso contratto in una smorfia di pura rabbia e astio. Christopher...
«Dimmi come hai fatto a vincere.» Mi strinse di più il polso e mi avvicinò a sé ancora di più. Sentivo il suo fiato pizzicarmi il collo. Una scia di brividi mi arrivò nelle ossa, ma finsi come sempre. Ero brava in quello.
«Guidi come una femminuccia, senza contare che usi il nos come se fosse aria!» Strattonai il mio polso per liberarmi dalla sua presa. La gente stava osservando già troppo curiosa la scena, volevano proprio farsi gli affari nostri e io lo detestavo.
«Quel tono non lo devi usare con me, baby.» A quella affermazione lo linciai con lo sguardo. Il tono che stava usando lui per rivolgersi a me, mi stava facendo innervosire parecchio, in più mi osservava sottocchio, come per studiare la mia reazione a quella sua più che voluta provocazione. Evidentemente non era ancora chiaro a tutti che io non dovevo essere presa in giro né quel giorno, né mai.
«E tu invece devi smetterla di trattarmi come una delle cheerleader che ti sbatti quando sei annoiato. Io non sono né una cheerleader, né una con cui ti diverti, quindi evita di prenderti delle libertà che non puoi permetterti, perché ti avviso che oggi non è giornata.» Strinsi le mani a pugni e cercai di mantenere la calma. Avevo tanta voglia di prenderlo a pugni. Chuck si avvicinò a me e mi posò una mano sulla spalla con fare estremamente protettivo.
«Xeni, sta calma. Non ha senso prendersela con uno così.» Disse il mio ex lasciandomi l'amaro in bocca. Nonostante tutto, pensavo che Christopher fosse diverso dagli altri, invece si era rivelato essere l'ennesimo stronzo che mi capitava tra le mani. Lo osservai con un'innata calma e mi presi ogni secondo di tempo per analizzarlo. Il sorrisetto che minacciava di spuntare sulle sue labbra, non mi convinceva del tutto. Lui non mi stava sfidando perché era arrabbiato, il suo intento era quello di farmi arrabbiare, ma perché? Chi era in realtà Christopher? Cosa voleva da me? Di una cosa ero certa ora. Lui lo aveva fatto apposta, aveva instaurato tutto quel teatrino pietoso per provocarmi di proposto.

«Hai ragione, ma lo sai come sono fatta.» La mia voce era lapidaria e vagamente irritata. Chuck capì cosa intendevo, eccome se lo capì, me lo aveva insegnato lui quel giochetto. Se Christopher mi nascondeva qualcosa, l'unico modo per scoprirlo era rispettare quel patto.
«Ci vediamo domani baby?» Dissi ripetendo le sue parole e facendolo sorridere. Anche Taylor e Lukas stavano sorridendo ora, ma era un sorriso diverso da quello di Christopher, era un sorriso sincero.
«Ma certo.» Il diretto interessato mi squadrò da cima a fondo, poi fece per tornare alla sua macchina, quando mi tornò in mente l'idea di poco prima. Se dovevo farmelo amico, la prima cosa da fare per convincerlo era dimostrargli che ero interessata a lui. Ingoiai un groppo amaro che minacciava di bloccarmi il respiro e tirai fuori la parte peggiore di me, quella che era nata quando avevo perso tutto, quando avevo perso i miei genitori.

Mi incamminai verso di lui e lo fermai toccandogli una spalla, costringendolo quindi a girarsi verso di me. Gli presi il viso tra le mani e gli diedi un veloce bacio a stampo, che però lui mi costrinse inaspettatamente ad approfondire, prendendomi in braccio per le cosce e facendo combaciare i nostri bacini. I fischi e le urla che si sentirono furono musica per le mie orecchie. Taylor e Lukas guardarono Christopher con il classico sorriso di un uomo che è in preda agli ormoni, del tipo grande amico, ti sei appena limonato una bella ragazza. Proprio così, continuate a ripetervelo.
«Rispetta il patto.» Dissi solo prima di girarmi e tornarmene alla mia auto. Era ora di ritornare a casa e portare a Kang-Li la metà di quello che avevo vinto. Chuck mi abbracciò e mi disse che mi avrebbe rivisto volentieri, magari non dopo un anno. Senza ulteriori indugi partii diretta all'officina di Kang. Quella serata era giunta al termine.

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