xv. Ti appartengo

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La silenziosa Jul vide sorgere il TæT all'orizzonte, una mastodontica struttura simile a una piramide rovesciata.

La colonia era fuori dagli schemi di ricezioni di Madre, rivelatosi un sistema talmente fallimentare da non riuscire a valicare i confini di una copertura in rame. Tale metallo isolante componeva la maglia aderente di TæT, lo strato più esterno, rendendolo invisibile a tutti i sistemi di localizzazione elettronica. Tuttavia, grazie alla trasmissione alternata, TæT poteva inviare e ricevere informazioni dallo spazio prossimo e profondo.

L'attracco fu preceduto dall'apertura di uno spicchio parietale. Il titanio vestito di rame lasciò penetrare la Jul insieme ad altre due navicelle, anch'esse a segnale criptato. Approdarono su delle piattaforme sospese, connesse alla parete interna del TæT tramite delle banchine lunghe e larghe quanto bastava per far passare carrelli merci e rover spaziali. I viaggiatori abusivi si accorsero dell'arrivo grazie ai sussulti di aggancio alla pista circolare. Fecero tutti un respiro di sollievo: su TæT non erano più fuorilegge, bensì rifugiati politici.

Non trovarono alcun "comitato di benvenuto". Arlo e Den l'avevano quasi dato per scontato, ma Tres spiegò sbrigativo che, su TæT, era esattamente come in un formicaio: il singolo lavorava per la collettività, ma in silenzio e le informazioni scambiate a voce erano solo quelle essenziali.

Si resero conto che la Jul era solo una delle decine di navi manipolate in modo tale da percorrere la tratta Folgar-TæT in una sicurezza relativa, sì, ma il rischio sussisteva da centinaia di anni e Madre non aveva mai dato cenno di accorgimento.

Le sentinelle di smistamento diressero i passeggeri verso i punti di utilità. Per il ferito c'era ancora speranza.




Due ore dopo




Ivon e SET erano entrati in coma. Due stati dell'esistenza completamente diversi, ma entrambi assenti e in bilico.

Il gruppo era stato accolto su TæT in modo pratico ed efficace grazie alle conoscenze di Tres, assiduo frequentatore. L'uomo d'affari aveva provveduto alle urgenze, spedendo Ivon in una sala operatoria e Beatriss al reparto maternità, dove avrebbe trovato materiale per nutrire e cambiare Tesla. Sahara era sgusciata in un'infermeria dei piani bassi per farsi medicare la ferita al braccio, che minacciava un'infezione. Zeno accompagnò l'amica, mentre Meccanjca e Dente si diedero a una cauta esplorazione delle vicinanze, trovandole monotone e dispersive.

Il virus che aveva infettato tutto il personale sanitario di TæT aveva portato alla rottamazione di centinaia di droidi infermieri. Il risultato fu che Arlo, appena arrivato, si catapultò in sala operatoria con zero competenze e in compagnia dell'unico droide chirurgo rimasto in circolazione.

«Chiusura e fusione dei dotti biliari troncati: in corso» il vecchio robot istruiva Arlo, che sentiva la fronte imperlarsi di sudore e non poteva asciugarsi.

Lo spettro non aveva mai visto gli organi interni di un uomo, ma la cosa non era particolarmente impressionante; erano riusciti ad aprire un varco nella carne di Ivon non più lungo di sette centimetri. Era stato dilatato e l'organello danneggiato sotto al fegato fatto accuratamente a pezzi, estratto e gettato nel cestino. Avrebbe potuto condurre una vita normale senza cistifellea, gli sarebbe bastato eliminare l'alcool e tenere costantemente d'occhio la dieta. Il fatto che il professore fosse costituzionalmente vegano era un vantaggio.

Sindrome di LazzaroWhere stories live. Discover now