i. Preludio

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«...hara... Sahara?»

Temette di avere un principio d'infarto.

Annaspò tra le lenzuola, col cuore che sembrava pomparle argento vivo nelle vene.

Aprì gli occhi, e il volto neutrale di Aba occupò il suo campo visivo. «È pronta la colazione.»

Si tirò a sedere sul materasso, mentre un rumore di fondo le rimbombava nei timpani, remoto. Era in preda al panico, le sembrava di vedere ancora quell'orrendo neonato strisciare lentamente lì, sul pavimento della sua camera, lasciandosi dietro una scia di grumi sanguinolenti.

«Ho percepito degli schemi di tachicardia» s'intromise l'androide, con un tono vocale gelido e impersonale.

«N-non mi seccare, vai di là.»

Mentre il domestico lasciava la stanza, la ragazza si premette una mano tremante contro la bocca. Strinse gli occhi, in preda allo sconforto si tirò in piedi dalla capsula del sonno, al centro di una camera ampia e minimalista.

Ancora schiava del suo flusso di coscienza, la giovane infilò lentamente la divisa universitaria: una muta in silicone opaco e traspirante, che aderì al corpo snello come una seconda pelle.

Dovrò farmi vedere da uno strizzacervelli, prima o poi. Pensò, angosciata. Iniziamo bene la giornata, dannazione...

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"S.S. Mayura", Università della Capitale


«Seduti, piegate quelle zampe di gallina.» Era il professore e il suo modo di dare loro il buongiorno.

Gli studenti lo salutarono in coro, per poi riaccomodarsi dietro agli spalti vitrei dell'aula universitaria, curva a mo' di anfiteatro.

L'insegnante camminò fino alla sua postazione, una lunga cattedra di nero marmo sintetico, posta alla base dell'auditorio. Era apparentemente impassibile sotto agli sguardi pesanti dei ragazzi, ben poco abituati a interagire con professori in carne e ossa.

Ivon Idra, docente di Genetica razziale*, era un organismo modificato - allo stadio prefetale, e quindi pianificato - decisamente bene.

Tutti sapevano che i suoi genitori aristocratici erano banchieri di Pneusta, opulenta metropoli dell'ovest. La famiglia Idra aveva selezionato solo i caratteri migliori per la fecondazione in vitro: viso geometrico, labbra curve e nessun gene della calvizie. Erano in molti ad augurargli almeno una pesante miopia, ma niente.

Sahara non aveva mai mentito a sé stessa, perché avrebbe dovuto? Nella sua mente, aveva fatto sesso con lui un numero spropositato di volte.

Come potrebbe essere il corpo costoso di Ivon, sotto i suoi eleganti completini da ufficio? Liscio? O magari è anche un po' peloso? Alla giovane studentessa piaceva fantasticare, cedendo ai suoi ampi sbalzi ormonali.

«...cursione della settimana prossima.»

Sahara batté le palpebre, avendo captato solo l'ultima parte del discorso.

Nel frattempo, il professor Idra si era seduto scomposto sul piano della cattedra, il suo solito modo di "espandersi" su qualunque superficie si accomodasse. «Pronto pronto? Ci siete?» e ogni riferimento alla faccia lessa di Sahara era puramente casuale, quindi ripeté: «Usciremo da Exo e guideremo i Rover fino alla pozza di Sporta. Spiegone, prelievo campioni e poi ritirata» dando l'aria di percepire gli sguardi delle studentesse fermi lì, in mezzo alle sue gambe.

Sindrome di LazzaroWhere stories live. Discover now