viii. Stazione del panico

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Exo


«Che cavolo di nome è, "Tesla"?»

«L'ho visto da uno schermo pubblicitario. Mi è sembrato carino, in alternativa c'era il nome di tuo nonno: Trinculo. No, non è una parolaccia.»

Sahara guardò Beatriss con l'espressione di chi non aveva capito una barzelletta. «Sei consapevole di essere strana, ma'?»

«A me piace! Tu che dici, piccolo Tess?» Mŏdis diede manforte alla neomamma, cullando fra le braccia color oliva una creaturina dal cranio ancora allungato.

Prevedibilmente il neonato - fin troppo sveglio dopo solo una settimana dalla nascita - allungò una manina e acchiappò una delle orecchie membranose e tripuntute dell'ittioide. La tirò fino a innervosirlo, così il mutante rispedì il cucciolo d'uomo a Bea, mentre il padrone di casa camminava da una parte all'altra della casa. Ivon trafficava con barattoli e stock di provette piene, e nel frattempo annunciava: «Ora che ho estratto le staminali dalla placenta posso ritenermi soddisfatto! Mŏdis, bello di papà, stai in mezzo come gli alberelli dell'orto botanico. Togliti dai piedi.»

Sahara ridacchiò in faccia al poco istinto paterno del professore, sentendosi fortunata. Lo scienziato aveva trasformato casa sua in un campo d'accoglienza, praticamente. Tutto si rifaceva anche agli interessi del Dottor Idra, naturalmente, ma oggettivamente Ivon era stato un "buon samaritano".

Il suo atteggiamento nei confronti di Mŏdis era cambiato dal giorno alla notte; l'ittioide non era più trattato come un oggetto sessuale e aveva tutta l'aria di voler instaurare un vero rapporto padre-figlio con Ivon, almeno finché non ricordava per cosa lo teneva lì. La missione di Mŏdis come infiltrato nella Piramide era stata rimandata, per via del nuovo nato, ma a tempo determinato. Ben presto, sarebbe arrivato il momento di fare quello per cui era stato adottato. L'idea lo terrorizzava ma non si sarebbe opposto, abituato com'era a sottomettersi e ubbidire.

La studentessa, dal canto suo, non credeva ancora possibile l'effettiva realizzazione del folle progetto di Ivon, che comunque era passato in secondo piano dopo gli eventi dell'ultima settimana.

Il parto di sua madre era filato liscio solo grazie ad Arlo. Tuttavia, quel sollievo era sfasciato dal ricordo di quel giorno: il suo delirio a occhi aperti. Sahara non aveva più ricevuto notizie da SET, sembrava essere sparito nel nulla e il suo IP risultava irraggiungibile. Gli sarà successo qualcosa? Si chiedeva, in ansia. Se davvero sto rischiando di rimanere senza i risultati delle sue analisi, dovrò assolutamente chiedere aiuto a qualcun altro...

"Ascolta la voce del senza volto". Quella frase le rimbalzava in ogni angolo conscio e inconscio del cervello, ogni volta era in grado di annientarle i pensieri correnti. Non so da dove iniziare... Sahara fremeva, costantemente nervosa e sovrappensiero.

Da qualche giorno aveva finalmente iniziato il suo tirocinio retribuito presso il CP - Centro Puericolturale di Exo, affiancata dal suo relatore di tesi: l'immancabile professor Idra. Ciò, unito alla novità del neonato era un insieme di cose che potevano mantenere la sua mente occupata, ma non abbastanza. Doveva agire, Sahara non poteva permettersi di nuovo episodi di delirio mentale.

Come un fulmine a ciel sereno, una mezza idea si fece strada in lei. Si appartò nell'angolo meno "affollato" di casa Idra e digitò una chiamata senza cam e vivavoce. Attese quattro o cinque squilli.

-Qui Zeno Mōra! Lasciate un messaggio dopo il "bip". Biii-

«Zeno, fai meno l'imbecille. Lo so che ci sei.» Sahara si lasciò scappare un sorriso divertito.

Sindrome di LazzaroWhere stories live. Discover now