vi. Supremazia

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«Voglio conoscerti,
meglio di quanto conosca me stesso,
voglio sentire la fine
e godermi le conseguenze...»

Com'era finita in mezzo a quell'orgia? Se l'era momentaneamente dimenticato.

Al centro del palco la musica Tec martellava le tempie con una sensualità disarmante, il corpo del DJ era quasi seppellito da un'orda di corpi: uomini e donne seminude che sfregavano le loro pelli l'una contro l'altra. I più fortunati riuscivano ad essere accarezzati direttamente da SET, la cui voce a tratti distorta rimaneva chiara e limpida allo stesso tempo, invadeva le orecchie e abbracciava le sinapsi rendendo impossibile chiarire il confine tra sogno e realtà.

Sahara maledisse mentalmente SETte e i suoi movimenti languidi; naturalmente non l'avrebbe degnata di uno sguardo se non a performance finita, ma lei non voleva rimanere in quella gabbia dorata neanche un minuto di più.

«Muovo il gioco
mi condurrà alla fine,
attendo la pioggia,
laverà quello che sono...»

Qualcuna delle ballerine pretendeva d'intraprendere un rapporto completo con lui proprio in mezzo a tutti, ma l'amplificatore Tesla dell'androide era orientato verso la nuova arrivata. SET aveva altro per la testa. Percepiva le speciali onde sinaptiche di Sahara Merak in fondo alla sala gremita, la figura di una ragazza minuta e apparentemente insignificante si stagliava scura contro il plexivetro rosso del ZiMa, Aristocratico locale nel Centro Ricreativo di Assica. Si trovava nella metropoli più prossima a Exo, a solo un'ora di autostrada.

Tramite l'indirizzo IP la celebrità aveva fornito a Sahara il pass d'ingresso gratuito; le sarebbe infatti costato un occhio anche solo parcheggiare la sua navetta sgangherata fuori da quel lussuoso strip-club.

SETte si trattava bene: più che esibirsi pubblicamente in mezzo ai "comuni mortali", preferiva farlo in feste private, con un pubblico di nicchia. Ecclesiastici, uomini d'affari, politici. Ogni uomo e donna di successo nascondeva una smodata tendenza all'intrattenimento robotico e di qualità, esattamente quello che un Sequenziatore di Emozioni Transumane offriva, a caro prezzo.

Sahara sbuffò avvicinandosi al suo reclutatore, in parte ipnotizzata dal suo fascino che rasentava il divino.

Non c'era un solo spettatore seduto: tutti erano schizzati dai tavoli riunendosi alla base del podio di SET, prendendo parte all'orgia collettiva. Sgomitò, anche abbastanza rudemente. Ogm provenienti da chissà dove e culi flaccidi di senatori e capitalisti! Che schifo! Considerava fra sé e sé.

Sapeva che il deejay era intento a captare ed elaborare le onde sinaptiche dei presenti, così Sahara provò a fare l'esperimento di forzare la sua attenzione in pensieri urgenti. Straordinariamente, SETte abbassò il mento nella sua direzione, e alcuni dei compagni d'orgia ne furono talmente infastiditi che si voltarono a guardare la ragazza, l'unica persona vestita - male, per il dresscode della serata - e dall'aria tutt'altro che allupata.

Un braccio di SET le arrivò nel campo visivo, si ritrovò una mano articolata e liscia a tirarla su, dritto verso di lui. Sahara trasalì quando si ritrovò letteralmente attaccata al corpo duro e vellutato dell'androide, che l'invitò a imitare gli stessi movimenti sensuali: le stava chiedendo di ballare.

«Ma veramente sono qui per- oh, e sia!» Sahara rise, arrostita come un peperone entrò in modalità festaiola e si concesse molto volentieri di abbracciare quel miracolo dell'Intelligenza Artificiale. SET sorrideva e cantava, apparentemente era il ritratto della spensieratezza e della bellezza ultra-simmetrica, ma la verità era che lui non lasciava niente al caso.

Una seconda voce esalò dal suo corpo potente, dritto nelle orecchie della nuova arrivata. «Signora Merak, grazie per avermi raggiunto qui. Ultimamente sono a corto di risorse temporali, questo è l'unico momento per parlare

Sindrome di LazzaroHikayelerin yaşadığı yer. Şimdi keşfedin