#83

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La luce della luna che penetrava dalla finestra illuminava impercettibilmente la stanza, lasciandoti scorgere a malapena il viso del biondo.

Gli occhi serrati e la bocca socchiusa conferivano al volto un senso di pace e armonia. Le sue mani intrecciate con le tue provocavano piccoli brividi lungo la tua spina dorsale e i vostri corpi, l'uno accanto all'altro, condividevano il calore fornito dalla coperta facendoti sentire in parte connessa a lui.

"Dormi."

La sua voce ti svegliò dai tuoi pensieri, facendoti sobbalzare.

"Credevo stessi dormendo."

Ammettesti. Il biondo aprì di scatto gli occhi, come se volesse darti la prova che fosse veramente sveglio. L'immagine pacifica del ragazzo addormentato al tuo fianco dissipò, venendo rimpiazzata dai suoi occhi, che non facevano altro che attirare la tua attenzione.

Separò le tue dita dalle sue e appoggiò una mano dietro la tua schiena e ti portò vicino a se, facendo adagiare il suo corpo al tuo. Portasti le mani davanti al tuo petto, per paura del contatto con al sua pelle. Entrambi indossavate solo l'intimo, fatta eccezione per il reggiseno, che giaceva a terra.

Con un gesto della mano scostò i capelli dal tuo viso e ti baciò delicatamente sulla fronte. Un bacio casto e innocente, che riusciva a trasmetterti tutti l'affetto che sentiva per te. Allontanasti le braccia dal petto e ne appoggiasti una sul viso del ragazzo, cogliendolo di sorpresa. Accarezzasti la sua guancia gentilmente, facendo piccoli cerchi col pollice.

Tirasti indietro il viso, permettendogli di fissare i suoi occhi nei tuoi. Erano di un intenso rosso, quasi cremisi, e intenso era lo sguardo che ti stava rivolgendo, quasi intimidatorio. Sembrava volesse dire qualcosa, ma non apriva bocca, come se fosse bloccato.

"Cosa c'è?"

Sussurrasti, così che solo lui potesse sentirlo, come se fosse un segreto.

"Ti amo."

Sgranasti gli occhi. Non ti aspettavi lo dicesse, non in quel modo. Nella sua voce non c'era segno di incertezza, tantomeno di pentimento. Restò lì, fermo, i suoi occhi nei tuoi, scrutandoti, in attesa della tua risposta. Non sapevi che cosa dire né cosa fare. Eri terrorizzata, incapace di funzionare; avevi smesso di respirare, come se ti fossi distaccata dal tuo corpo, in cerca delle parole giuste da dire.

"Non devi dire nulla se non te la senti. Volevo solo che lo sapessi."

Disse, per poi nascondere il tuo viso nel suo petto chiudendoti in un abbraccio, forse per mascherare il suo imbarazzo, la sua delusione o la sua paura. Le sue parole ti rimbombavano in testa, riecheggiavano nelle pareti e si ripetevano all'infinito. Sembravano così aliene ed esterne, che non eri capace di comprenderle.

Cosa significa amare qualcuno? Ti chiedesti, e come quella altre mille domande. Non ti era mai successo. La sola possibilità che qualcuno tenesse a te tanto da amarti e riuscire a dirtelo, che confidasse in te per custodire quel rapporto sembrava una fantasia da bambina, un sogno irrealizzabile.

Se nemmeno coloro che mi hanno messo al mondo ne sono capaci, perché dovrebbe esserne lui?

Era qualcosa che ti eri sempre portata dentro, un sentimento che sapevi un giorno sarebbe emerso, quello di cui avevi sempre avuto paura; fidarti di qualcuno abbastanza da lasciarlo entrare; fargli conoscere i tuoi sentimenti verso di lui poteva equivalere a dargli abbastanza potere per farti del male.

Lui però lo aveva già questo "potere", da tanto tempo; solo non sapevi se eri pronta ad ammetterlo. Sapeva cose di te che nessun altro conosceva, era il tuo primo ragazzo, le tue prime esperienze e la tua prima volta. Quindi perché non dirgli che lo amavi? Bastavano le esperienze che avevate avuto per definire i tuoi sentimenti come amore?

Bora~bakugokatsukixreaderWhere stories live. Discover now