#41

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Amo Lewis Capaldi.

Entratasti piano in camera tua, chiudendoti lentamente la porta alle spalle. Sentisti un rumore sinistro provenire dal fondo della stanza. Terrorizzata, ti lanciasti sull'interruttore della luce, che non riuscivi a trovare. Come il rumore si faceva più forte, provasti ad aprire disperatamente la porta. Tirasti avanti e indietro la maniglia con tutta la forza che avevi provocando molto rumore, ma non ti riusciva aprirla. Si sentiva un forte picchiettio provenire dal fondo della stanza. La porta non si apriva e non sapevi cosa fare. Accendere la luce era fuori questione, visto che non riuscivi a trovare l'interruttore. Ti lanciasti sul comodino per accendere la lampada ma la corrente sembrava essere saltata. Eri terrorizzata. Prendesti velocemente il telefono e accendesti la torcia. Trovasti velocemente l'interruttore e accendesti la luce. La corrente non sembrava essere saltata. Guardasti la serratura della porta e ti ricordasti di averla chiusa a chiave.

Il picchiettio non sembrava voler cessare, così ti dirigesti verso la finestra, stringendo i pugni e prendendo in mano il compasso posato sulla scrivania, come se fosse un'arma letale. Ti avvicinasti cautamente, preparandoti a colpire un possibile aggressore nascosto nell'ombra. Tendesti tutti i muscoli e stringesti il compasso. Ogni tuo passo sembrava incredibilmente rumoroso e ti faceva sobbalzare. Ti avvicinasti alla fonte del rumore spengendo la torcia del telefono, diventata inutile dopo aver acceso la luce.

Un piccione stava picchiando col becco contro il vetro.

Gettasti il compasso a terra e rilassasti i muscoli, cadendo a sedere mentre ridevi rumorosamente.

"Razza di gallina sottosviluppata."

Dicesti aprendo la finestra e lanciandoti in terrazzo. Il piccione si spaventò provvisamente e indietreggiò aprendo le ali, pronto a volare.

"Se ti prendo ti faccio a stufato."

Dicesti iniziando a correre nella sua direzione, ma l'uccello decise di volare via, probabilmente avendo a cuore la sua vita. Rientrasti chiudendo la finestra dietro di te e lanciando il telefono sul letto.

Ti avvicinasti al comodino per controllare se la lampada fosse rotta, ma era stata stupidamente staccata. Ti ricordasti di aver usato quella presa per caricare il telefono, e ti tirasti mentalmente uno schiaffo da sola.

"Niente più horror prima di andare a dormire."

Dicesti riattaccando la lampada. Spostasti il cuscino per prendere il pigiama ma improvvisamente una pila di libri cascò senza motivo dalla scrivania, provocando un rumore secco, che rimbombò nella stanza.

Come sentisti lo schianto, con i nervi a fior di pelle, decidesti di fare la cosa più saggia. Prendesti le chiavi, il telefono e il carica batterie, schizzando fuori dalla stanza, senza nemmeno spengere la luce. Con tutta la forza che avevi, corresti velocemente verso la stanza dell'unica persona con la quale avevi già dormito. Potevi chiedere di dormire con le ragazze, ma non volevi ammettere di aver visto un horror con Katsuki.

Bussasti alla porta, ancora col fiatone. La porta si aprì, rivelando il biondo in canottiera e pantaloni del pigiama. Aveva uno sguardo interrogativo, ma prima che potesse dire qualcosa lo interrompesti.

"Hai posto per me?"

Chiedesti alzando le sopracciglia e curvando le labbra in un sorriso cercando di sembrare il più convincente possibile.

"Come mai il fiatone?"

Chiese, spostandosi a lato della porta, facendoti entrare.

"Perché sono corsa da te, mi mancavi."

Dicesti sorridendo.

"Quindi questo non ha niente a che fare con gli strani rumori che provenivano dalla tua stanza, giusto?"

Bora~bakugokatsukixreaderWhere stories live. Discover now