#16

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Era probabilmente mezzogiorno, quando ti squillò il telefono. Riconoscesti il contatto quasi subito. Sbadigliasti e rispondesti.

"Katsuki?"

"Da me alle 15:30, ho bisogno di aiuto in materia preferita."

Sorridesti. Era raro sentirlo dire qualcosa come "ho bisogno di aiuto".

Annuisti e attaccasti. Andasti a farti un panino, pensando a cosa indossare.

Ci sono momenti nei quali, nonostante tu abbia tutti i vestiti del mondo, non sei capace di decidere cosa indossare.

Ripensasti mentalmente a tutti i completi che avevi, alle tute e alle magliette. Era primavera, forse una maglietta a maniche corte sarebbe stata troppo fredda, d'altro canto una felpa sarebbe stata troppo calda.

Indossasti la tua camicetta colore preferito, e il tuo paio preferito di jeans strappati blu (o neri se preferite).

Eri indecisa sul trucco. Di solito non ti truccavi molto, quindi decidesti di mettere un filo di mascara e burro cacao.

Ti arricciasti (o lisciasti) i capelli e ti spruzzasti un profumo che ti fece tossire, probabilmente rubato a tua madre.

Ti sembrò stupido pensare a certe cose, sei sempre stata il tipo di persona che si veste al buio la mattina per paura di arrivare in ritardo, e adesso eccoti qua, pronta con un'ora d'anticipo.

Ti sedesti sul divano tamburellando le dita sulle coscie. Tuo fratello ti si sedette accanto.

"Appuntamento galante?"

Sorridesti.

"Vado da un amico a studiare, veramente romantico."

"Un ragazzo e una ragazza, da soli in una stanza, tutto può succedere."

"Come vuoi."

Dicesti sbuffando.

Giocasti col telefonino, assicurandoti di non scaricarlo troppo.

Passò circa mezz'ora.

Andasti in camera tua a preparare una borsa. Sì abbinava alle scarpe, dentro ci mettesti di tutto di più: disinfettante, burrocacao, specchietto, cerotti, kit di pronto soccorso, caricabatterie e carta e penna. Tanto valeva metterci dentro anche tuo fratello.

Arrivarono le tre e mezza. Ti sentivi un po' in ansia, ma ci ridesti sopra.

Ti rimbombano le parole di tuo fratello.

"Un ragazzo e una ragazza, da soli in una stanza, tutto può succedere."

Arrossisti di colpo, ma decidesti di non darci preso, dopotutto l'aveva detto solo per prenderti in giro.

Camminasti fino ad arrivare a casa sua, era una fortuna che abitasse qualche casa più avanti.

Suonasti il campanello, stringendo con le mani la borsa a tracolla.

Una signora sui quarant'anni aprì la porta.

Sembrava gentile, anche se la sua presenza ti metteva a disagio.

"Lei deve essere la signora Bakugo, dico bene? Sono t/n t/c, un'amica di vostro figlio, sono qui per studiare."

Dicesti inchinandoti.

"Eh? Allora mio figlio ha davvero amici! E io che credevo che col carattere che si ritrova sarebbe finito solo."

Tentasti di soffocare una risata.

"Mitsuki, comunque."

Ti fece gesto di entrare.

Ti si gelò il sangue nelle vene. Se sua madre era una donna buona come il pane, allora il figlio deve aver preso il carattere dal padre. Iniziasti a sudare freddo, immaginando che razza di mostro sarebbe potuto spuntare.

Un uomo di corporatura media, dai capelli marroni uscì dalla cucina.

La tua anima aveva abbandonato il tuo corpo, eri pronta a essere traumatizzata a vita.

"Buongiorno, Katsuki è il camera sua, al secondo piano, prima porta a destra. Se vuoi ti accompagno."

Disse l'uomo sorridendo.

Non sapevi se ridere, piangere di sollievo o abbracciarlo.

"G-grazie. Non si scomodi, posso andare tranquillamente da sola."

Dicesti inchinandoti e salendo le scale.

Arrivasti davanti alla sua porta e bussasti.

Si sentì un urlo, qualcosa tipo "Vattene vecchia strega."

"Sono felice anch'io di vederti."

Dicesti sarcastica.

La porta si aprì di scatto.

"Pensavo fossi mia madre."

Sorridesti.

"Dove vuoi studiare?"

Dicesti, con i libri in mano.

"Entra."

"Un ragazzo e una ragazza, da soli in una stanza, tutto può succedere."

Arrossisti. Il biondo deve averlo notato, perché ti chiese se andasse tutto bene.

Annuisti velocemente, poi ti sedesti intorno a un tavolino, tirando fuori gli appunti.

"Cos'è che non ti è chiaro?"

Farneticò qualcosa, sembrava molto confuso, quindi decidesti di ripetere mezzo libro.

Dopo circa mezz'ora sua madre irruppe con degli spuntini. Angelo.

"Vi ho preparato da mangiare."

Sorrise, tu facesti lo stesso, accettando in modo gentile il cibo. Il ragazzo accanto a te sì limitò a guardarla in cagnesco, lei fece lo stesso.

Gli tirò un orecchio, dicendo: "Vedi di impegnarti o te lo stacco."

Tutto chiaro. Il demone non era il padre, ma la donna travestita da angelo.

Ridesti piano. Forse se ne accorsero, perché smisero di litigare e tornarono come prima.

La donna se ne andò e tu e il biondo continuaste a studiare.

Spazio autrice

oggi stranamente non ho niente da dirvi, spero passiate un buon fine settimana 💕

Bora~bakugokatsukixreaderDove le storie prendono vita. Scoprilo ora