ALMOND EYES

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Era una giornata piovosa e il freddo iniziava ad essere pungente, Hyunjin aveva congedato la servitù rimanendo solo nell'immenso appartamento del condominio di sua proprietà.

Estrasse dal frigo il latte, non avrebbe mangiato molto quella mattina visto che i lunghi viaggi non lo aiutavano con la digestione, sentiva ancora l'odore di colonia nell'aria che apparteneva a Changbin. Sorseggiando il latte freddo percorse il salotto per arrivare alla camera dove nel letto erano proni i suoi vestiti scelti dalla domestica, sempre di ottimo gusto.

Dopo averli indossati si guardò allo specchio per sistemare i piccoli dettagli. Passò una mano tra i capelli lunghi, aveva deciso di tenerli lunghi per una scommessa fatta con Min-ho, li avrebbe tagliati solo quando uno dei due avrebbe trovato l'anima gemella, che scommessa stupida pensò distogliendo lo sguardo. Quella mattina si sentiva radioso e pieno di energie, era rilassato e sapeva che tutto ciò derivava dalla serata passata con il moro e quando ci pensò sorrise, era spacciato dopo essersi promesso di non toccare nessuno in quel bar aveva fatto sesso con il titolare, bel passo Hyunjin.

Chiuse i bottoni della giacca e andò verso l'uscita, doveva cambiare aria prima di impazzire.

Bang Chan lo stava aspettando all'entrata dalla parte del passeggero dell'auto per aprire lo sportello, "Signor Hwang" lo salutò con un inchino, era alto e muscoloso oltre che un autista avrebbe successo anche come bodyguard.

"Smettila con le formalità Chan anche se sono il tuo capo" sorrise al moro che ricambiò prima di aprire lo sportello. Bang Chan era più grande di lui di qualche anno, frequentavano lo stesso istituto anche se a quel tempo il maggiore era spesso solo a causa del suo pessimo coreano, originario dell'Australia, dopo essersi trasferito i genitori di Chan avevano cercato un buon istituto dove farlo studiare così aveva incontrato Hyunjin. Da circa un anno faceva da autista per la famiglia Hwang per vivere indipendente, si era rivelato un ottimo ragazzo, gentile, disponibile e leale cosa che per Hyunjin era fondamentale ma ancora si ostinava a mantenere le formalità che il biondo iniziava a odiare.

Il maggiore accese l'auto ma prima di partire si voltò verso Hyunjin "Signore se le serve qualcosa o vuole fare una sosta mi avvisi visto che il viaggio sarà parecchio lungo" così annuì lasciando a Chan il pieno controllo della guida.

Hyunjin si limitò a guardare il paesaggio scivolare dal finestrino, l'unica cosa costante che vedeva era l'asfalto della strada, perché a metà strada le case fitte si diradavano lasciando spazio al verde degli alberi, ormai rari nelle città popolate, ma la tenuta dei Lee dove era diretto stava immersa nella natura.

Quando vide le pareti bianche e la grande fontana dell'entrata della villa sospirò, era arrivato e Chan gli diede la conferma. "Bang Chan ascolta, voglio che appena avrai scaricato le valige ti prenda il resto della giornata per rilassarti ok?" disse il biondo guardando la faccia sorridente del moro che prontamente rispose "Non si preoccupi, so quanto la prima giornata nella tenuta per lei sia pesante, le starò accanto come è giusto che faccia" detto ciò aprì lo sportello per raggiungere quello di Hyunjin.

Come da etichetta della famiglia Lee all'entrata v'era la figlia più giovane che lo salutò con un inchino che ricambiò per poi farlo accomodare. L'aria che si respirava lì era pulita, lontana dal forte odore di smog, ma regnava il verde padrone anche delle cose costruite dall'uomo e lì la virtù non mancava. I Lee erano la seconda famiglia più ricca dopo quella di Hyunjin e come accordo di pace tra le famiglie Hyunjin, erede delle ricchezze dei Hwang, doveva passare due settimane nella famiglia dei Lee come ospite d'onore. Ma non erano due settimane di vacanza, anzi era proprio in quelle due settimane che le famiglie accordavano per contratti e strategie di lavoro, si scambiavano opinioni e cosa più divertente restava con il figlio del signor Lee. Min-ho il suo migliore amico.

Si conoscevano da molti anni e avevano legato moltissimo da subito, lui sapeva tutto di Hyunjin e lui di Min-ho, ma una cosa era rimasta insabbiata ovvero l'omosessualità del biondo, che avrebbe o rovinato l'amicizia dei due o la sua immagine lavorativa.

Nel salotto c'era il resto della famiglia che rideva e scherzava come erano soliti fare per l'ora di pranzo, quando Hyunjin era ospite alla tenuta la famiglia era sempre al completo. Min-ho fu il primo ad alzarsi per salutare l'amico, il padre si limitò come al solito a fargli un cenno con la testa, mentre le ragazze fecero un inchino. "Spero che il viaggio non ti abbia stancato troppo" disse il signor Lee invitandolo poi ad accomodarsi sul divanetto difronte a lui. "Non vi preoccupate non è mai stancante venire qui da voi" disse accomodandosi assieme all'amico. "Sai l'altro giorno ho parlato con tuo padre" nel volto del vecchio trapelò della serietà "Mi ha detto che stai lavorando duramente per l'azienda di famiglia, e molto presto ne prenderai le redini" stava cercando delle risposte forse per accertare le voci.

"Vede signor Lee ormai ho raggiunto l'età giusta per adempiere alle mie responsabilità, mio padre ha sempre desiderato di farmi socio effettivo della società, ed ho studiato al massimo per essere preparato a quel giorno, e confermo di esserlo." Concluse il biondo mentre il vecchio ascoltava attento. "Tuo padre sarà sicuramente fiero di aver un figlio così in gamba" guardò negli occhi Min-ho quasi a rimproverarlo.

"Avanti padre sapete che ne sono in grado anche io, ma siete ancora molto energico e non voglio privarvi del lavoro" fece spallucce il moro che spinse con una spalla il biondo che rise sotto i baffi. Una delle cameriere avvisò che il pranzo sarebbe stato servito a breve nella sala principale. quando si accomodarono tutti, compreso Chan che affiancò il biondo, si accorse che un posto rimase vuoto. Per queste cose la famiglia Lee era perfezionista non sbagliava mai, e stranamente Hyunjin si sentì irrequieto, mentre i camerieri versavano il vino nei calici, Min-ho notò i nervi tesi del biondo. Sussurrò un rilassati sorridendogli come solo Min-ho sapeva fare.

La porta della sala si aprì e un ragazzo con i capelli biondi fece ingresso, era magro e teneva il volto chino, si inchinò scusandosi per il ritardo, la sua voce era bassa rispetto a quella di Min-ho o di suo padre, era diverso anche nell'aspetto. "Lui è Lee Felix mio nipote, figlio del fratello che vive in Australia, lui ha studiato lì per tutta la sua vita e ora è ospite qui da noi finché non troverà un posto a Seoul" disse il signor Lee congedando il ragazzo che si accomodò vicino a Chan.

Ora che lo guardava di profilo Hyunjin ne rimase incantato. La forma del suo viso era perfetta, lineare e morbida, il leggero rossore delle guance accentuava le piccole lentiggini sparse sulle gotte e il naso, piccolo all'insù. Le labbra carnose erano rosse e invitanti, di tanto in tanto ne mordeva l'interno forse per il disagio, ma la cosa che più aveva colpito il biondo era la linea perfetta degli occhi a mandorla, espressivi di un marrone nocciola inconfondibile. Per un secondo i loro sguardi si incrociarono lasciando Hyunjin a bocca asciutta, lo trovava davvero bello.

A riportarlo alla realtà fu un calcetto di Chan da sotto il tavolo che lo fece voltare verso il lato opposto della tavola dove si trovava il capo famiglia. "Hyunjin scusa il poco preavviso, ma vorrei farti una richiesta, ovvero aiutare mio nipote in questa impresa" il biondo annuì facendo sorridere il vecchio che alzò il calice per brindare.

finito il pranzo Hyunjin si recò alla stanza dove solitamente alloggiava, ma quando ignaro di ogni cosa, spalancò la porta vi trovo Felix che si stava sbottonando la camicia indossata nel pranzo, seduto sul bordo del letto. I loro sguardi si incrociarono e rimasero uniti per qualche secondo prima che Hyunjin abbassò lo sguardo sul petto nudo dell'Australiano e improvvisamente avvampò. Non era solito farlo, anzi spesso era indifferente a queste cose ma fu colto alla sprovvista. Felix sorrise riabbottonando la camicia.

"Mi spiace per l'intrusione nella stanza, solitamente questa è mia, ora vado" sussurrò le ultime parole ma quando la mano, che aveva quasi richiuso la porta, venne fermata da una più piccola il sangue gli si gelò. "Sono stato scortese a non presentarmi, sono Lee Felix" fece un piccolo inchino scrutato dal biondo immobilizzato "Ora farò pulire la stanza e sposterò le mie cose così potrete stare a vostro agio, mi trasferirò nella stanza accanto" disse poi guardandolo negli occhi, Hyunjin non aveva mai visto occhi così belli, ne era incantato tanto da trovarsi senza parole.

"Non importa" sussurrò aveva la voce spezzata e il piccolo lo aveva notato, così schiarì la voce prima di riprendere a parlare, per riacquistare il tono naturale "Non scomodarti, non mi fa alcuna differenza cambiare stanza." Detto ciò Hyunjin si costrinse ad uscire per evitare di arrossire ancora e camminò lungo il corridoio trattenendo il fiato.

Stay with me // hyunlixWhere stories live. Discover now