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EROS: (ρως) è, nella religione greca, il dio dell'amore fisico e del desiderio(in latino conosciuto come Cupido) .
Nella cultura greca ρως (eros, l'amore) è ciò che fa muovere verso qualcosa, un principio divino che spinge verso la bellezza. In ambito greco, quindi, non vi era una precisa distinzione tra «la passione d'amore e il dio che la simboleggiava»

Sin da quando siamo piccoli, sentiamo di storie, fiabe, in cui ci sono un cattivo, un eroe e una dama in pericolo. Il cattivo cerca di fare del male all'eroe, rapisce la dama e la rinchiude da qualche parte. Alla fine, però, l'eroe riesce sempre a sconfiggere il cattivo e a salvare la dama in pericolo.

Ma cosa succederebbe se il cattivo non fosse realmente il cattivo? Cosa accadrebbe se l'eroe non fosse realmente così buono? E se la dama in pericolo stesse semplicemente vivendo la sua vita e lui l'avesse portata via da quelli che amava? Cosa succederebbe se le fiabe non avessero un lieto fine, ma terminassero in una guerra?

In realtà Amaris non si era mai posta queste domande. Le uniche storie che le venivano lette da piccola erano Miti e Leggende provenienti da tutto il mondo. Mentre i genitori delle sue amiche raccontavano loro la fiaba di Biancaneve, o di Raperonzolo. suo padre le raccontava della "mela della discordia", o della favola di "Amore e Psiche".

In quei miti non c'erano realmente un cattivo e un eroe, una principessa in pericolo o una strega cattiva. Lì tutti erano cattivi, tutti potevano diventare eroi, generalmente, le dame si salvavano da sole e spesso si trasformavano loro stesse in streghe, ma non necessariamente cattive. Quindi Amaris non si era mai chiesta cosa sarebbe successo se il ruolo del cattivo e dell'eroe, un giorno si fossero invertiti. Almeno non ancora.

-Ma perché negli Stati Uniti deve fare così freddo! -Si lamentò Amaris precipitandosi fuori dagli alloggi del campus.

Aveva acceso il riscaldamento al massimo quella notte, rischiando di mandare in fiamme l'intera stanza per quanto faceva caldo e, adesso, lo sbalzo di temperatura fra dentro e fuori era terribile. -Dannazione! -Imprecò cercando di sbrogliare uno dei suoi ricci che si era appena attorcigliato attorno alla maniglia della porta. -Giuro che prima o poi vi taglio tutti! -Borbottò legandosi i capelli in una lunga treccia che le arrivava appena sopra i fianchi. -Vediamo se adesso vi incastrate da qualche altra parte! Allora? Devi uscire? -Domandò rivolgendosi al gatto fermo sull'uscio della porta. In realtà nel dormitorio non erano ammessi animali, ma quel gatto nero non era suo, in teoria.

Un giorno, rientrando in stanza dalle lezioni, Amaris ce lo aveva trovato lí, seduto sul suo letto a leccarsi le zampe e pulirsi la testolina. Non poteva certo mandarlo via! Dal momento che suo padre non le aveva mai permesso di tenere un animale a casa, Amaris aveva colto l'occasione al volo. E poi quel gatto non restava sempre nella sua stanza. Erano più le volte in cui spariva per poi ritornare dopo giorni che quelle in cui restava effettivamente lì dentro.

Ragion per cui non era nemmeno troppo rumoroso.

Il gatto miagolò per poi uscire dalla porta con un balzo e sparire prima che Amaris potesse voltarsi per vedere dove si fosse diretto.

-Era ora! -Esclamò Victoria non appena la vide uscire dalla sua stanza -Che fai, parli da sola adesso? Siamo a metà dell'anno accademico e già dai di matto? -La prese in giro. Lei di certo non aveva problemi con i suoi lunghi capelli perfettamente lisci. A vederle erano l'una l'esatto opposto dell'altra. Victoria altissima, magra come un chiodo con una pelle e dei capelli chiarissimi, sembrava una modella, Amaris di media altezza, con lunghi capelli neri e pelle leggermente abbronzata, anche se in confronto all'amica, anche un Norvegese sarebbe risultato abbronzato. L'unica cosa che avevano in comune erano gli occhi che entrambe avevano castani.

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