13-bis

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Hun Batz e Hun Chouen: figli di Hun Hunahpu, amanti del canto e della danza. Erano i fratellastri di Hunahpu e Xbalanqué e, dopo averli maltrattati per tutto il corso dell'infanzia, vennero tramutati in scimmie.

Nel corso dei giorni che Amaris aveva passato chiusa nella sua camera, Loki era andato a bussare un paio di volte alla sua porta per assicurarsi che fosse ancora viva, ma ogni volta lei lo aveva scacciato in malo modo, riservandogli tutti i turpiloqui che Amaris aveva da offrigli.

Non c'era che dire, la mancanza di sonno la rendeva ancora più irritabile.

Era vero, sarebbe potuta uscire dalla camera e andare in cucina, ma conosceva gli effetti della mancanza di sonno, e ormai lei erano due notti di fila che non chiudeva occhio.

Se avesse provato a fare mezzo metro in più oltre a quello che la distanziava dalla porta della stanza, probabilmente sarebbe collassata e di certo l'alimentazione pessima che aveva avuto non l'avrebbe aiutata a reggersi in piedi.
Così decise che nemmeno quella notte si sarebbe mossa da dove si trovava.

Era talmente stanca che si era persino dimenticata che avrebbe dovuto controllare il libro di sua madre, per leggere qualcosa sui Maya. I diluvi sembravano averla appassionata particolarmente.

Immediatamente afferrò il cellulare e aprì la mail, quasi come se quell'idea potesse scappare via da un momento all'altro.

La ragazza aprì il file che le aveva mandato suo padre, che aveva già precedentemente stampato per poi lasciarlo nella sua stanza, con un sonoro sbadiglio e iniziò a sfogliare freneticamente le pagine, ma prima di trovare quello che stavo cercando, la sua attenzione fu colta da un'immagine in particolare:

In alto, sulla destra, era rappresentata una specie di rettangolo tagliato esattamente a metà dal foglio, come se l'altra parte fosse rappresentata su un'altra pagina, che però era stata tagliata.

Il disegno era riportato soltanto nei suoi contorni, era come se il colore si fosse seccato col tempo e avesse assunto una sfumatura diversa dall'originale.

Il resto della pagina era vuoto, eppure Amaris sentiva che avrebbe dovuto esserci rappresentato qualcos'altro.

La ragazza continuò ad osservare l'immagine riportata sul suo telefono, cercando di comprenderne il significato e, dopo alcuni minuti si rese conto che i tratti di quel disegno erano decisamente più recenti rispetto al resto del libro, più nitidi e marcati.

Infatti le scritte e i disegni presenti sul file, nonostante si fossero conservati perfettamente nel corso del tempo, si erano leggermente sbiaditi, ma quel mezzo rettangolo, invece, sembrava decisamente troppo marcato per poter avere la stessa età del resto del manoscritto.

Amaris andò alla pagina seguente, incuriosita da quella stranezza e, anche lì, sembrava esserci qualcosa fuori luogo.

Una specie di labirinto senza via d'uscita, anche questo tagliato a metà, riempiva l'intera pagina. Rimase ad osservarlo per qualche minuto, alla ricerca di qualche indizio che potesse indicarle cosa significassero quei disegni apparentemente insensati e anomali, ma quando capì di non poter giungere ad una soluzione, almeno non senza l'altra metà dei disegni, decise di lasciar perdere e tornare a sfogliare il file, fino a quando non trovò quello che stava cercando fin dall'inizio.

Il titolo era: Un gioco sacro.

In alto a sinistra era raffigurata un campo a forma di I orizzontale, alle cui estremità si trovavano rispettivamente due individui con dei vestiti molto colorati e pieni di piume. Al centro due cerchi, uno rosso e uno nero che dovevano simboleggiare delle palle.

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