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BASTET: Il suo nome può anche essere tradotto come Baast, Ubaste e Baset. Nella mitologia greca era anche nota come Ailuros (dal greco áilouros, gatto). Era una delle più importanti e venerate divinità dell'Antico Egitto, dea della casa, dei gatti, delle donne, della fertilità e delle nascite.

Quando Amaris arrivò all'Amentis fu sorpresa di non trovare ancora nessuno in fila davanti la porta d'ingresso, soprattutto perché l'interno del locale era pieno di ragazzi tanto quanto lo era stato il fine settimana precedente.

"Probabilmente gli altri inizieranno ad arrivare più tardi", pensò.

La ragazza cercava delle risposte, ma non sapeva esattamente come e dove le avrebbe trovate o cosa avrebbe dovuto fare per ottenerle. Avanzò nella pista da ballo, circondata da ragazzi che ballavano facendo dei movimenti a caso, mentre con una mano stringevano le loro bevande. Sembravano tutti su di giri, alcuni più di altri.

Amaris riconobbe quasi subito il liquido contenuto all'interno di uno dei calici stretti fra le mani dei presenti, così ebbe un'idea.

Una pessima idea.

Si diresse al piano bar sul quale erano presenti una quantità esagerata di grappoli d'uva lucidi, assieme ad altri tipi di frutta che nessuno toccava e ordinò da bere la stessa cosa, indicando al ragazzo dai folti ricci scuri e guance rosee dietro al bancone che l'avrebbe servita, una donna alla sua sinistra con in mano quel liquido.

Il ragazzo le sorrise mentre un luccichio gli illuminava gli occhietti scuri. Amaris era quasi certa che nemmeno lui fosse del tutto sobrio.

Per non parlare dei vestiti, alcuni dei presenti sembravano appena usciti da un film sull'antico Egitto, altri sembrava dovessero andare ad una cena di gala e la parte restante sembrava avesse scambiato quella sera per Halloween.

C'era una donna in particolare: lucenti capelli biondo cenere, raccolti in uno chignon dal quale spuntavano dei raggi dorati, quasi fosse un sole, mentre due ciocche le incorniciavano il viso.

La donna indossava un abito che definire appariscente sarebbe stato riduttivo. Il corpetto era tempestato di pietre color argento, oro, verdi e bordeaux. Ogni volta che la luce si rifletteva su di lei, il corpetto della donna si illuminava come un arcobaleno.

La parte inferiore dell'abito invece era interamente bordeaux, formata da una specie di tubino aderente mentre dai fianchi scendeva dell'altro tessuto dello stesso colore che andava a coprire parte del tubino ricadendo in un lunghissimo strascico che stranamente te nessuno calpestava. Amaris rimase incantata ad osservare quella donna quando improvvisamente sentì qualcosa di peloso muoversi contro la sua gamba.

Colta alla sprovvista, fece un balzo indietro spaventata, finendo addosso a qualcuno e calpestandogli i piedi senza volerlo.

-Ehi! Guarda dove metti i piedi! -Si lamentò una voce maschile decisamente troppo infastidita. Quando Amaris si voltò, la prima cosa che notò fu la strana fascia fluorescente che il ragazzo indossava, sulla quale, in corrispondenza delle tempie, erano cucite sue piccole ali bianche.

Il suo abbigliamento sportivo non aveva nulla a che fare con l'abito elegante della donna che Amaris aveva ammirato poco prima, anzi, questo sembrava fosse appena scappato da una maratona per come era conciato.

In particolare i pantaloncini aderenti blu elettrico che indossava lasciavano ben poco all'immaginazione. -Che c'è? Che hai da guardare? -Domandò lui squadrandola dalla testa ai piedi quasi schifato.

Quella piacevole conversazione, però, venne interrotta da un miagolio deciso. Entrambi abbassarono lo sguardo e, mentre Amaris si domandava cosa diavolo ci facesse Gatto dentro ad un locale alle nove di sera, il ragazzo davanti a lei aveva cacciato un urlo facendo un salto talmente alto da ritrovarsi in piedi sulla sedia accanto a lui mentre fissava il gatto nero con uno sguardo terrorizzato.

GODSWhere stories live. Discover now