16-bis

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-Fortuna che non volevi toccarla. -Fu la voce di Lucifero a rompere il silenzio.

Amaris premette istintivamente le mani contro il petto di Loki allontandolo bruscamente per poi voltarsi verso il diavolo. Immediatamente si sentì avvampare. Contrariamente a quanto credeva, quel ragazzo era ancora in grado di muovere qualcosa dentro di lei, nonostante Amaris avesse sempre cercato di sopprimere quella sensazione.

-E tu da dove arrivi? -Domandò con voce stridula.

-Dalla tua stanza. -Replicò l'altro palesemente irritato.

-Che cosa ci facevi nella mia stanza?! -Per tutta risposta Lucifero s'infilò una mano in tasca per poi tirarne fuori un piccolo oggetto.. Il diavolo alzò leggermente il braccio in modo tale che i presenti potessero osservare con più attenzione la moneta d'argento che stringeva saldamente fra l'indice e il pollice.

Loki fissò la mano del diavolo con uno sguardo a metà fra il sorpreso e l'irritato.

-Non vorrai dire che quella è...

-GPS paradisiaco. -Lo interruppe Lucifero.

-Non credevo che ne avessero una anche loro...

-E io non credevo che tu fossi così stupido! Hai messo in pericolo la vita di Amaris a causa della tua incapacità! -Ringhiò mentre le sue iridi assumevano delle sfumature arancioni. Per un attimo Amaris credette di aver visto delle vere e proprie fiamme all'intento dei suoi occhi. -Credevi davvero che i miei fratelli vi avessero lasciato andare presi da un moto di pietà? -Proseguì Lucifero scoppiando in una risata volutamente provocatoria. -Ogni volta che Amaris pronunciava il nome di mio padre, era come se avesse sparato in aria un lancia razzi luminoso!

-Qualcuno vuole spiegarmi di cosa state parlando?! -Intervenne Amaris stufa di essere estromessa dalla conversazione. Lucifero si voltò di scatto e Amaris, per qualche secondo, temette che stesse per lanciarle contro una fiammata da come la guardava. Lucifero però, resosi conto di averla spaventata, cambiò immediatamente atteggiamento. Il diavolo si avvicinò alla ragazza mostrandole la moneta.

-Su questa moneta c'è inciso un nome. -Spiegò con tono tranquillo. -Chiunque ne sia in possesso e pronunci il nome presente su di essa, informerà la persona in questione della sua posizione.

-È così che ci hai trovati quando eravamo a casa tua... -Osservò Amaris. -Ecco perché ti rifiutavi di dire il suo nome! -Esclamò poi rivolgendosi a Loki. Il Dio annuì per poi mostrale una moneta identica a quella tra le mani di Lucifero, ma d'oro.

-Immagino che in paradiso siano più sobri. -Commentò Loki alludendo al materiale della moneta.

-Già, e anche più minuziosi. -Aggiunse Lucifero. -Qui sopra non c'è solo il nome di mio padre, ma anche quello di Amaris. Questo tracciatore è stato creato appositamente per lei, in modo tale che solo se fosse stata Amaris a pronunciare il nome di mio padre, questi l'avrebbe rintracciata.

-Quindi vuoi dire che...

-Che sia io che te possiamo pronunciare il nome di Dio invano senza che quel bastardo ci venga a trovare fino all'inferno. -Lo interruppe Lucifero irritato.

Amaris continuò ad osservare la moneta come incantata e, senza nemmeno rendersene conto, tentò di afferrarla, ma Lucifero fu più veloce, allontanò immediatamente la mano e fece un passo indietro.

-Questa la tengo io. -Disse poi.

-Che hai intenzione di farci? -Domandò Loki.

-Non ti riguarda. -Rispose l'altro guardando Loki in cagnesco.

-Smettila di comportarti come un bambino geloso. -Gli disse Loki infastidito. -Se avessi anche solo sospettato che gli angeli ci avevano piazzato addosso un tracciatore me ne sarei liberato all'istante!

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