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AHPUCH: o Ah Puch era la divinità maya della morte, e rappresentata da uno scheletro.Era protettrice del giorno maya Cimi, ossia "morte", ricorrente diverse volte nell'anno.

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Piccola informazione di servizio, ho cambiato il nome della protagonista, ragion per cui non si chiama più Nina, ma AMARIS
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In quello stesso momento, a pochi chilometri dalla facoltà di legge, all'Amentis, gli Dei si erano finalmente dispersi per la città, lasciando Seth, Ares e Ahpuch da soli in quell'enorme sala riunioni, rimasta intatta solo per opera divina dopo la discussione della sera precedente.

Grazie agli Dei era intervenuta Irene, una ragazzina di sedici anni dai lunghi boccoli dorati che, a quanto pareva, era la dea della pace.

Seth non ne aveva nemmeno mai sentito parlare. Probabilmente si era svegliata da poco.

Anche lei non era in possesso di tutti i suoi poteri, se così fosse stato avrebbe potuto sedare il litigio in meno di un attimo, ma grazie al cielo era anche una grande oratrice, ragion per cui, anche senza i suoi poteri, era stata in grado di calmare tutti.

Evidentemente doversi avvicinare a tutti gli dei ad uno ad uno toccandoli, per far sì che i suoi poteri avessero effetto avrebbe richiesto troppo tempo.

"Almeno ha creato qualcosa di buono quel vecchio zotico" pensò Seth alludendo al fatto che Irene fosse figlia di Zeus.

-Ho un piano. -Annunciò il Dio egizio rivolgendosi agli altri due.

-Non vedo l'ora di sentirlo. -Esclamò Ahpuch annoiato.

-Riguarda la ragazza? -Domandò Ares raccogliendo i capelli scuri in due code, una più alta e una più bassa.

-Esatto. -Rispose Seth.

-Ti diverte tirarla per le lunghe o stai solo temporeggiando? -Domandò Ahpuch irritato. Odiava le perdite di tempo.

-Stavo pensando... A noi non serve realmente la ragazza.

-Che vorresti dire? -Chiede Ares confuso. -Credevo avessi detto che era l'unica alternativa per ritornare a casa...

-A noi serve soltanto un modo per recuperare i nostri poteri e ritornare lassù. -Disse indicando verso l'alto. -E qualcosa mi dice che quando lei si sveglierà di certo non morirà dalla voglia di aiutarci.

-Non puoi esserne certo. -Gli fece notare Ares.

-Devo ricordarti che è stata lei ad aiutare Dio a spedirci qui?

-Sì, ma anche lei è stata colpita. Se fosse stata solo opera sua davvero credi che si sarebbe volontariamente sottoposta a tutto questo? -Domandò il Dio allargando le braccia, alludendo alla situazione in cui si trovavano. -E poi, attualmente, la nostra preoccupazione principale sono i cacciatori. -Proseguì il dio della guerra. -È da quando siamo arrivati sulla terra che ci danno la caccia. Non sono nemmeno sicuro che questa sia opera di Dio!

-La scimmia ha ragione. -Dichiarò Ahpuch con tono monocorde. Era incredibile come qualunque cosa quel piccolo essere dicesse, sembrava fosse perennemente annoiato, per non parlare del suo sguardo costantemente perso nel vuoto. -Non puoi sapere se sarà o meno dalla nostra parte.

-E voi siete disposti a rischiare? Non so tu, piccolo demone, ma io non ho la minima intenzione di passare un altro secolo su questo posto popolato da idioti mentre una parte di loro ci ammazza uno per uno! Lo sapevi che Apollo si era svegliato? -Il piccolo dio rimase in silenzio senza lasciar trasparire un briciolo di emozione. -Non ho detto nulla agli altri perché altrimenti sarebbe scoppiato il caos.

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