2- "E pijate 'na coda alla vaccinara"

9 4 0
                                    

Marco

"Ciao" una vocetta mi saluta nella caciara del coloratissimo tram che mi è toccato guidare per San Valentino.

Yasmin! In effetti un mezzo su rotaie decorato da cuori rossi di ogni tipo, per la festa del 14 febbraio, è da lei. Chi diamine cena su un tram del genere, se non una pariolina sfigata?

"Ciao. Ti abbassi a parlare con la plebe?".

"Può essere. Grazie ancora per l'altra volta" mi ha ringraziato duecento volte. Duecento: il numero degli starnuti con cui accompagnava i grazie, mentre aspettavo con lei al capolinea che passasse il notturno, direzione Roma Nord.

"Figurati" col vestitino bianco di paillette, modello Raffaella Carrà Tuca Tuca dancing con l'ombelico scoperto, è più sensuale del solito, mascherina in tinta compresa "Non t'ho più vista sul 235. È per l'allergia al proprietario di cani?".

"No" tentenna, l'argomento è spinoso "Ho avuto un leggero raffreddore, e sono stata riguardata".

"Buon per te" scema di una no vax viziata "Allora buona serata" taglio corto, sperando che vada a sedersi col suo amico per gustare la cena salatissima che altri poveracci come me - che sgobbo pure la sera della festa degli innamorati - le serviranno.

"Buon lavoro". È tutto un buon tranne lei. Non è vero. Yasmin è il mio tipo fisicamente. Gesù, è il tipo di tutti. Una vera bonazza. Tanto per restare in tema. Troppo strana. In caso contrario le avrei chiesto il numero di cellulare e avrei tentato un approccio da kamikaze.

La osservo sistemarsi i capelli dallo specchietto retrovisore. Al tavolo il suo accompagnatore, dai capelli a leccata di mucca, chiacchiera, lei risponde a mozzichi e bocconi, tendenza salma. Finché un addetto del catering le porta il piatto. Ci deve essere stato un disguido, hanno scordato il suo pasto vegano. Pigola come una gallinella, ripetendo lo stesso concetto, a vanvera. Il poveretto è all'angolo, l'attenzione è monopolizzata dall'assenza di vegetali.

"E pijate 'na coda alla vaccinara o un ber filetto ar sangue, che te passa l'aria da zitella acida" lo so, non dovevo dirlo, ho sbagliato ma perfino il suo amico è piegato in due dalle risate, più carnivoro del signor Simmenthal. Non sembra il fidanzato ma un primo appuntamento mal riuscito. Non si tratta di un commento nato dalla gelosia, beninteso, né di un giudizio di valore, ma di una valutazione oggettiva.

"Non dare manforte a Marco! Difendimi. Ameba!" Yasmin è giustamente inferocita contro l'ex amico e rincara la dose "Sei un pusillanime".

Il ragazzo, rimbrottato pesantemente davanti a tutti i commensali allibiti, coglie l'attimo per squagliarsela. Viene verso di me, il piumino già addosso, all'altezza del semaforo rosso dell'incrocio di piazza San Giovanni "Mi farebbe scendere?".

Certo! Bando al regolamento, premo il pulsante dell'apertura della porta anteriore, lui sussurra sottovoce una frase incomprensibile a me "Stai attento, è una squilibrata" e una più chiara a lei, che saluta con un sospiro di sollievo "Alla prossima, Yasmin".

Addio, piuttosto! Ridacchio sotto i baffi che non ho, benedetta mascherina, nel momento della rivincita dei sottomessi alla classe alto borghese.

"È colpa tua" Yasmin, guardandolo scappare dal vetro del finestrino, mi accusa col dito puntato sulla porta divisoria.

"Anche della fame nel mondo, immagino" gli altri avventori inforcano una sana carbonara, alla pausa di fronte al Colosseo. C'è una fermata di almeno tre quarti d'ora e un cameriere mi offre la porzione rifiutata dalla vegana. Fra schiavi ci capiamo. Fa tristezza mangiare una simile leccornia di pastasciutta seduto in cabina ma tant'è, mi arrangerò.

Antologia: opposti innamoratiWhere stories live. Discover now