3 Ho fatto una grande cazzata!

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"... lascia che tutto segretamente accada..." (Herman Hesse)

Alle prime luci dell'alba una scia morbida penetrò dall'oblò che non avevano avuto tempo di chiudere.

Le lenzuola erano attorcigliate al suo corpo, lasciando in bella vista le spalle e una gamba piegata. Una mano si allungò sull'altro cuscino in cerca della morbidezza accarezzata a lungo la notte prima. Dopo una piccola ricognizione su più punti del letto, Enrico si girò di scatto e si accorse che la bella Isa non era dove l'aveva lasciata un paio di ore prima.

Dapprima pensò che fosse andata in bagno, e chiamandola cercò di sentire qualche rumore provenire dalla zona centrale della dinette.

Nulla, nessuna risposta.

Senza pensare minimamente di avvolgersi alcunché attorno alla vita, si alzò così com'era pensando già al peggio.

I vestiti di lei non erano più a terra o sul tavolo. In compenso, c'era un pezzo di carta strappato da una agenda. Destino beffardo. La data riportava quella del giorno prima: 14 febbraio, San Valentino!

"Perdonami, ma non può funzionare."

Appallottolò il foglietto e lo gettò a terra. Il suo umore cambiò di botto e la sua espressione si indurì, mentre si infilava sotto la doccia. Doveva togliersi di dosso il suo profumo e i segni delle sue labbra.

Un messaggio di Alessandro lampeggiava sul telefono: "Buongiorno principe azzurro, dormito bene? :D Arrivo più tardi, Dora deve finire di visitarmi... ancora 😉"

"Fanculo!"

Tolse gli ormeggi, ritirò i parabordi e con un minimo di motore prese il largo.

*******

Aprendo la porta di casa si sentì come una ladra in casa sua. Era stanca fisicamente, delusa moralmente e triste per come era fuggita.

Si era svegliata tra le braccia di quell'uomo fantastico, con ancora il corpo indolenzito e rilassato dalla notte di passione. E il primo pensiero fu "che cavolo ci facciamo insieme?"

Poi un taxi chiamato in fretta e alla faccia del non farsi domande e non pensare al domani!

Era la sua indole scappare. Era stata troppe volte ferita e abbandonata. Da qualche anno ormai scappava prima ancora che la situazione si potesse presentare. Però stavolta era andata oltre. Ci aveva passato una serata e una notte indimenticabile e non riusciva a non darsi della cretina per non essersi fermata prima.

Il suo cuore era un ammasso rattoppato così tante volte che lo odiava per aver palpitato tanto forte davanti a quegli occhi.

Era un classico della sua vita, quando le cose sembravano troppo belle per essere vere, puntualmente finivano. Stavolta aveva deciso lei per tempo. Per il bene di entrambi si diceva.

Doveva semplicemente farsi una doccia, magari andare a cercare di riprendere il turno che aveva barattato, e la sua vita sarebbe tornata a posto.

L'acqua scrosciava su di lei mentre, rannicchiata sul piatto doccia, lasciava che le lacrime si mischiassero allo shampoo. Sentiva qualcosa che non avrebbe voluto provare e doveva rinunciarci per forza di cose.

Era la scelta più giusta, si ripeteva, difficile, ma giusta.

Allora perché stava così male, e perché non riusciva a respirare se ripensava ai baci e alle mani di Enrico.

Indossando una tuta e una maglietta presa direttamente dall'asciugatrice si lanciò sul divano e prese a fare zapping sui canali di televendite senza realmente guardare lo schermo. Raccolse il cellulare dalla borsa che aveva lanciato entrando e scrisse un messaggio a Dora: "Ho fatto una grande cazzata!"

Antologia: opposti innamoratiOpowieści tętniące życiem. Odkryj je teraz