1- é glave?

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Marco

"Quando parte, autista?" la brunetta pariolina che se la tira nemmeno mi saluta.

"Cinque minuti". Lo sa perfettamente e mi scoccia ogni volta, mentre prendo il caffè al bar di piazza Vescovio. Maledetto 235! Odio questa linea, la spilletta no vax sul bavero del suo cappottino e le sue gambe da gazzella.

"A' Marco, con quella là n'è aria, nun je la fai nemmanco te, provolo'. L'orologio costa come tutta casa tua e poi, dopo un'uscita con lei, te tocca anna' in analisi" Andrea, il barista, mette il carico da dodici.

La vedo occupare il posto destinato ai disabili, appena salito "Lascia sedè lì chi non sta bene! Ce l'hai er Green Pass?".

Nemmeno risponde, abbassa lo sguardo sulle ballerine di stoffa e smanetta sul cellulare.

È la sola passeggera dell'ultima corsa diurna, come al solito. Per sopportarla ho dovuto fumare due sigarette, una non mi basta. Figuriamoci dopo la carrellata di cioccolatini a cuoricino e rose rosse di stoffa, al bancone del bar, che preannunciano la festa più commerciale dell'anno, il San Valentino! Le donne sono tutte come la mia passeggera: belle e bastarde, ti sfruttano e poi ti mollano. Vade retro, femmine!

"Perché me lo chiedi sempre?" ci ha ripensato, come i cornuti. È la prima volta che mi rivolge veramente la parola.

Mannaggia, sta iniziando la partita della Magica contro la Sampdoria e ho appena messo gli auricolari del telefonino.

"Non me piacciono le persone artezzose che nun rispettano le regole, Yasmin, e che se ne fregano dell'altri" la chiamo per nome. Non sono impiccione. Ho ascoltato le sue telefonate, causa ristrettezza del mezzo che guido.

"Sono tamponata, più sana di te" indica il Green Pass che ho appiccicato, in formato gigante, al vetro della porta divisoria.

"Sei 'na scrocchiazeppi, pe' corpa della robaccia vegetale che te magni" è vegana, so pure questo. Piuttosto carina, ha un viso angelico e una coda da diavolo sotto il cappotto.

"Disse il panzone, fumatore, che permette l'uccisione di maialini innocenti. Hai preso un panino con la porchetta al bar, ieri" s'è alzata e ha cominciato una tiritera sui fratellini di Peppa Pig e sul pellame della mia cintura. E ha starnutito sette volte sotto la mascherina.

"E poi hai pure il cane, è sullo screen del cellulare. Incoerente". È vero; è il mio Attila, un mastino napoletano dall'aria simpatica, il solo essere vivente che possa dormire nel mio letto. Dormire, eh! Le donne passano per la ginnastica, il mastino resta, s'intende!

"Sono allergica al pelo dei cani, il tuo completo ne è pieno e me n'è andato uno sotto la mascherina".

Confermo, nonostante spazzoli la divisa, qualcosina è rimasto. Da TeleRadioStereo, lo speaker Federico Nisi mi rompe un timpano. Pallonetto di Zaniolo e palla in rete. "Goal" strillo a pieni polmoni, zittendola.

Giuro, non sono distratto, ho gli occhi fissi sulla strada mentre parto. Un cinese sfreccia col suo monopattino senza curarsi dello stop. Freno di botto e sterzo a destra per non diventare un omicida. "Reggite" urlo alla pariolina tutta firmata in fibra naturale pure nelle mutandine che si aggrappa alla maniglia sopra di sé, mentre accartoccio una Panda parcheggiata in tripla fila!

"Stai bene?". Yasmin, cadaverica, ha le lacrime agli occhi.

"E tu?" domanda.

"Intero".

Piagnucola, abbassando la mascherina. "Scusa, Marco, mi manca l'aria". Perde i sensi, fra le mie braccia, tenera bambola di pezza.

"Ammazzate quanto pesi, scrocchiazeppi" l'afferro e la prendo in braccio; porca miseria, è una falsa magra. Scendo dall'autobus a venti metri dal capolinea.

Antologia: opposti innamoratiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora